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Mafia, 25 arresti a Trapani: c’è anche esponente del Pd, “si era offerto come punto di riferimento delle cosche”

Sono passati 13 anni da quando Paolo Ruggirello, big della politica trapanese arrestato oggi, fu eletto per la prima volta all'Assemblea regionale siciliana

Pubblicato:05-03-2019 08:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:11
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PALERMO – Blitz antimafia in provincia di Trapani: circa duecento i carabinieri del Comando provinciale impegnati nell’esecuzione di 25 arresti, su ordine del gip del Tribunale di Palermo. L’inchiesta, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, riguarda i reati di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione e danneggiamento.

L’operazione, denominata ‘Scrigno’ disarticola il mandamento mafioso di Trapani “e permette per la prima volta – spiegano i carabinieri – di individuare l’articolazione di Cosa Nostra” nell’isola di Favignana.

Tra gli arrestati Francesco e Pietro Virga, figli del boss ergastolano Vincenzo, considerati “vertice” del mandamento mafioso di Trapani, oltre a componenti delle famiglie mafiose di Paceco e di Marsala: tra gli arrestati vi sono anche esponenti politici locali “che si offrivano ai mafiosi, proponendosi come loro punti di riferimento – sottolineano gli investigatori – arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione, seppur parziale, della propria campagna elettorale”.


MAFIE. BLITZ ‘SCRIGNO’, ARRESTATO ANCHE EX DEPUTATO REGIONALE

C’è anche l’ex deputato regionale del Partito democratico, Paolo Ruggirelo, tra gli arrestati nel blitz antimafia ‘Scrigno’, portato a termine dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani.

Ruggirello, eletto per tre volte parlamentare regionale, farebbe parte di quei rappresentanti politici che si sarebbero “offerti” ai mafiosi “proponendosi – è la tesi degli inquirenti – come loro punto di riferimento” ed arrivando in alcuni casi addirittura ad affidare loro la gestione della propria campagna elettorale.

Il politico trapanese, con un passato nel Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo, è stato candidato per il Pd anche alle Regionali del 2017 e alle Politiche 2018 ma non è riuscito a centrare l’elezione.

MAFIE. DAL MPA AL PD, PER TRE VOLTE ALL’ARS: CHI È PAOLO RUGGIRELLO

Dal Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo all’ala renziana del Partito democratico, passando per la lista che nel 2012 sostenne Nello Musumeci nella corsa alla Presidenza della Regione vinta da Rosario Crocetta. Sono passati 13 anni da quando Paolo Ruggirello, big della politica trapanese arrestato oggi dai carabinieri del Comando provinciale nell’ambito del blitz antimafia ‘Scrigno’, fu eletto per la prima volta all’Assemblea regionale siciliana.

Figlio di Peppe Ruggirello, proprietario della Banca industriale trapanese che fu anche alla guida del Trapani Calcio, e per tanti anni uomo fidato dell’ex vicepresidente della Regione Bartolo Pellegrino, venne eletto per la prima volta con il Movimento per l’autonomia di Lombardo che sosteneva la ricandidatura di Totò Cuffaro a Palazzo d’Orleans nel 2006: Ruggirello varcò la soglia di Palazzo dei Normanni forte di 10.393 voti.

Due anni dopo il centrodestra, orfano di Cuffaro finito in carcere con sentenza definitiva per avere favorito la mafia, torna a vincere con Lombardo e Ruggirello è ancora fra le file degli autonomisti centrando la nuova l’elezione all’Ars con 10.478 voti. Il tris arriva nel 2012: inserito nella lista ‘Nello Musumeci Presidente’, torna per la terza volta a Sala d’Ercole grazie a 6.639 preferenze ed entra anche nell’Ufficio di Presidenza dell’Ars con il ruolo di deputato questore.

La legislatura, però, lo vede trasmigrare in Articolo 4, formazione politica messa in piedi da Lino Leanza, e infine, nel 2015, l’approdo al Partito democratico tra le file dei renziani con la quarta candidatura al Parlamento più antico d’Europa: è il 2017 e questa volta l’elezione non arriva.

Ruggirello ci riprova un anno dopo, alle Politiche che segnano la nascita del governo gialloverde: il suo nome figura nella lista per il proporzionale e il centrosinistra punta su di lui anche per la battaglia nel collegio uninominale di Marsala, ma il boom del Movimento cinque stelle gli sbarra le porte di Palazzo Madama.

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