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Gravity: scienza e arte in mostra al Maxxi di Roma

La mostra è al Maxxi dal 2 dicembre fino al 29 aprile 2018

Pubblicato:04-12-2017 16:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:57

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ROMA  – Cassini in mostra al Maxxi. Ci arriva dopo aver viaggiato nello spazio per 20 anni, attraversando fasce di asteroidi, passando accanto a Venere e Giove, sorvolando i mari di metano liquido di Titano e una ‘tempesta esagonale’ su Saturno, prima di distruggersi nell’atmosfera del pianeta.

Il modello della sonda, con tutta la potenza evocativa del suo viaggio spaziale, è sospeso nella hall del Maxxi di Roma per accogliere i visitatori di ‘Gravity. Immaginare l’Universo dopo Einstein’.

A poco più di un secolo dalla formulazione della teoria della relatività di Albert Einstein, che ha trasformato radicalmente la cosmologia, ‘Gravity’ indaga le connessioni e le analogie tra arte e scienza, dimostrando la profonda influenza dello scienziato tedesco sul pensiero contemporaneo.



La mostra a cura di Luigia Lonardelli del Maxxi, Vincenzo Napolano (Infn) e Andrea Zanini (Asi), con la consulenza scientifica di Giovanni Amelino-Camelia, sarà al Maxxi dal 2 dicembre fino al 29 aprile 2018.

Sul soffitto del museo c’è spazio anche per Aeroke, l’installazione di Tomas Saraceno composta da due palloni aerostatici che captano i suoni impercettibili dispersi nell’atmosfera.

Il progetto è il risultato di una inedita collaborazione del museo con l’Agenzia spaziale italiana e l’Istituto nazionale di fisica nucleare, con il sostegno del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca.

Installazioni scientifiche, reperti storici e simulazioni di esperimenti, come il cannocchiale di Galilei e lo specchio di Virgo, dialogano con opere di artisti moderni e contemporanei: Marcel Duchamp, Allora & Calzadilla, Peter Fischli e David Weiss, Laurent Grasso e Tomas Saraceno. Oltre alla mostra il programma prevede una serie di appuntamenti con scienziati, filosofi, artisti, come Fabiola Gianotti, direttore generale del Cern, il filosofo Roberto Casati, il neurobiologo di fama internazionale Harald Atmanspacher e un’ospite d’eccezione come Samantha Cristoforetti.

Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale italiana, ha ricordato i successi raggiunti quest’anno dall’industria aerospaziale italiana: dal lancio dell’11esimo Vega, un grande successo commerciale che ha favorito l’ingresso in borsa di Avio, fino al ritorno di Paolo Nespoli dopo 5 mesi passati in orbita.

Luigia Lonardelli è una delle curatrici della mostra, insieme a Vincenzo Napolano dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e Andrea Zanini dell’Agenzia spaziale italiana.

Fernando Ferroni è il presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare ed è il primo che ha immaginato una mostra dove arte e scienza potessero parlarsi in uno spazio museale moderno come il Maxxi.

Giovanna Melandri, presidente della fondazione Maxxi, ha creduto fin da subito nel progetto convinta che i due linguaggi, quello scientifico e quello umanistico, non siano altro che due segmenti diversi dello stesso insieme.

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