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Un anno fa chiudeva l’agenzia Misna

Padre Albanese: "Un modo concreto, nel nome di Dio, 'per dare voce a chi non ha voce'"

Pubblicato:04-12-2016 15:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:23

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padre-giulio-albaneseROMA – “Il 2 dicembre 1997 nasceva la Misna, la Missionary Service News Agency. Senza retorica, posso dire che è stata una delle esperienze più avvincenti della mia vita”. Così padre Giulio Albanese – fondatore e direttore di Misna – racconta alla DIRE di un progetto che “a mio avviso, ha rappresentato la declinazione della nuova era digitale applicata al mondo missionario. Un modo concreto, nel nome di Dio, ‘per dare voce a chi non ha voce’. Ecco perché per il religioso appassionato di giornalismo è importante ricordare questa agenzia d’informazione missionaria, chiusa un anno fa.

“Mi auguro possa servire- prosegue- non solo a fare memoria del passato, ma anche da stimolo, aiutando altri a fare ancora meglio. Misna nacque dal basso, come Google, Amazon, come tutte le grandi idee della rete: un pugno di ‘carbonari’ fortemente motivato, a dispetto degli scettici. Era il 1997″.

Don Albanese ricorda che “in Italia Windows 95 era arrivato a ottobre di due anni prima. Mi vengono in mente le parole del ‘profeta della rete’, Nicholas Negroponte: ‘L’innovazione e’ inefficiente. Il piu’ delle volte e’ indisciplinata, all’opposizione, iconoclasta, e si nutre di confusione e di contraddizioni”. “In sintesi, essere innovativi e’ il contrario di quello che i genitori di solito si aspettano dai figli, di quel che la maggior parte dei dirigenti spera per la propria azienda e di quel che i capi di Stato si augurano per i loro Paesi. E gli innovatori sono per lo piu’ insopportabili’. C’e’ del vero anche per noi missionari nella provocazione di questo grande esperto della comunicazione: mai come oggi- conclude don Giulio- e’ necessario ricercare percorsi innovativi nell’ambito della comunicazione sociale in chiave ‘ad gentes’“.


di Alessandra Fabbretti

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