CAGLIARI – Mille in piazza e in corteo per dire no alla privatizzazione di Poste. Questa mattina a Cagliari sono appunto circa un migliaio i lavoratori che, nell’ambito di uno sciopero nazionale, si sono riversati nelle strade del capoluogo sardo per scongiurare uno scenario che, come hanno ribadito anche oggi i rappresentanti di Cgil, Cisl, Confsal, Ugl e Failp, nell’isola potrebbe portare al taglio di 750 posti di lavoro su 3.500 dipendenti totali.
Il corteo è partito alle nove da viale Bonaria, e dopo una sosta sotto i portici del Consiglio regionale di via Roma, dove i sindacati chiedono un incontro con i capogruppo, punta su piazza del Carmine, davanti alla sede della rappresentanza del Governo. “Si sta ripetendo una storia già vista un Italia- spiega il segretario generale di Cisl Sardegna, Ignazio Ganga– la parola privatizzazione é ormai malata, significa regalare gioielli di famiglia, spesso ad amici delle Istituzioni di turno. Non lo possiamo accettare- ribadisce- noi vogliamo che Poste rimanga saldamente nelle mani pubbliche. È un gioiello di famiglia per questo Paese e deve continuare ad esserlo”.
di Andrea Piana, giornalista professionista
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