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Prezzi raddoppiati per il tartufo, un etto a 400 euro

Dal prossimo 10 ottobre si terrà la Fiera Internazionale del Tartufo di Alba in Piemonte

Pubblicato:04-10-2015 16:11
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:35

TARTUFO
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ROMA – Volano i prezzi del tartufo, con le quotazioni che in apertura della stagione sono praticamente il doppio di quelle medie registrate lo scorso anno su valori di 400 euro all’etto per il bianco di Alba, ma che rimangono pero’ancora lontani dai valori massimi di 750 euro all’etto registrati nel 2007. E’ quanto emerge da una stima della Coldiretti in occasione dell’anteprima della Fiera Internazionale del Tartufo di Alba in Piemonte che inizierà ufficialmente il 10 ottobre con la partecipazione attiva dei mercato degli agricoltori di Campagna Amica tutte le domeniche di ottobre nella piazza di fronte al Tribunale di Alba.

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Dopo il caldo e la siccità estiva le condizioni climatiche di inizio ottobre con l’arrivo della pioggia fanno sperare – sottolinea la Coldiretti – in una buona raccolta nei mesi autunnali ma anche in un prolungamento della stagione partita in ritardo. Il Tuber magnatum Pico si sviluppa infatti – precisa la Coldiretti – in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione. Dal Piemonte alle Marche, dalla Toscana all’Umbria, dall’Abruzzo al Molise, ma anche nel Lazio e in Calabria sono numerosi – precisa la Coldiretti – i territori battuti dai ricercatori. Il frutto piu’ prezioso dell’autunno – sottolinea la Coldiretti – è da questi giorni il protagonista di mostre, sagre e manifestazioni che stanno entrando nel vivo in tutta Italia e che rappresentano una ottima occasione per acquistare o assaggiarlo nelle migliori condizioni e ai prezzi piu’ convenienti.


Si stima che siano coinvolti complessivamente circa duecentomila raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti ed alimentano un business che comprensivo di indotto sviluppa un valore stimato in circa mezzo miliardo di euro tra fresco, conservato o trasformato. La ricerca dei tartufi praticata già dai Sumeri – precisa la Coldiretti – svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici. Il tartufo – riferisce la Coldiretti – è un fungo che vive sotto terra ed è costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell’albero con cui vive in simbiosi. Nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il pino, il leccio, la sughera e la quercia – spiega la Coldiretti – il tartufo, deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio dal tipo di albero presso il quale si è sviluppato. La forma, invece dipende dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio. I tartufi sono noti per il loro forte potere afrodisiaco e in cucina – conclude la Coldiretti – il tartufo nero viene per lo più utilizzato in cottura o per farcire ma anche a crudo, tagliato a fettine e messo su piatti di pasta fresca. Il bianco, (Tuber Magnatum Pico) invece va rigorosamente gustato a crudo su noti cibi come la fonduta, i tajarin al burro e i risotti. Per quanto riguarda i vini il tartufo bianco esige grandi vini rossi, il nero, invece ammette anche i bianchi.

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