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Verdini: “Appoggeremo anche le riforme di fisco e giustizia”

"Io un taxi?" che trasferisce voti alla maggioranza? "Casomai un treno", visto la quantità dei passeggeri

Pubblicato:04-10-2015 14:24
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:35

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ROMA – Il gruppo formato da Denis Verdini che, al Senato, appoggia sulle riforme la maggioranza di governo, nasce, secondo il suo leader, nel 2013, con una legislatura che doveva essere costituente: “Tutto ha una storia, noi abbiamo formato il gruppo perché rivendicavamo ciò che abbiamo già fatto: le riforme per cambiare il paese”. Di più, il leader di Ala, intervistato da Maria Latella su SkyTg24, ha detto che il loro appoggio non si fermerà solo alla riforma della Costituzione: “Essendo legislatura costituente, dobbiamo realizzare tutto quello che in questi anni non abbiamo realizzato e che avremmo voluto. Quindi voteremo anche la riforma fiscale e quella della giustizia”. Quest’ultima, senza alcun interesse personale, precisa Verdini, riferendosi ai vari processi che lo riguardano, perché “non toccherebbe i miei fatti visto che i miei processi si stanno già svolgendo e, peraltro li ho già subiti tutti mediaticamente, che è ancora peggio”.

verdini

“BARANI PERSONA PER BENE, NON USO A QUEI GESTI” – “Io conosco Barani, non gli si attaglia questa discussione, è una persona molto per bene e non uso a queste cose, lui ha detto che non l’ha fatto, se l’avesse fatto ha sbagliato, ma c’è un giurì che lo appurerà e se fosse confermato, lui farà le scelte che ritiene”. Così Denis Verdini, leader di Ala, il gruppo di ex berlusconiani che appoggiano la maggioranza di governo sulle riforme, intervistato da Maria Latella su Skytg24, ha commentato il presunto gesto sessista fatto dal deputato del suo gruppo in aula al Senato all’indirizzo di una senatrice del M5S. Ma il vero problema, stigmatizza Verdini è che “il livello di discussione in Senato si è molto abbassato, assomiglia a delle gazzarre, ho sentito delle robe che, altro che sessiste. A me ne dicono di tutti i colori”. E a proposito di quante gliene dicono, Verdini ha anche spiegato che l’appellativo ‘il macellaio’ non è appropriato: “Da giovane ho lavorato con degli importatori di carne ma tenevo la contabilità, forse quell’appellativo deriva dal mio carattere”. E’ allora il ‘Mostro di Lochness’? “Il mostro di Lochness non c’è quindi non c’è neanche il mostro Verdini”, ha risposto il leader di Ala alla Latella che lo richiamava a quanto detto dal presidente del Consiglio Matteo Renzi.


BERLUSCONI? “RIMANE UNA ROCKSTAR” – “Berlusconi è lucido, quello di sempre e decide lui quel che vuole fare, senza consiglieri. Berlusconi rimane una rock star e ha i suoi tifosi”. Così Denis Verdini, intervistato da Maria Latella su SkyTg24, parla del leader di Forza Italia, ma spiega anche i suoi punti di dissenso: “C’è una  diversità di opinione sul Patto del Nazareno: per noi importante era completare le riforme, modernizzare Paese. Le nostre strade si sono divise. Non c’è da fare dietrologie, semplicemente la pensiamo in modo diverso”.

IO UN TAXI? CASOMAI SONO UN TRENO – “Io un taxi?” che trasferisce voti alla maggioranza? “Casomai un treno”, visto la quantità dei passeggeri. Ma nega di aver mai detto quella frase: “Mi è stata attribuita in modo vigliacco, non si virgoletta una cosa non solo non detta, ma mai pensata. Non si fa così”, aggiunge bacchettando i giornalisti. E neanche il neologismo politico ‘verdiniani’ piace al leader di Ala: “Siamo gente che ha creduto 20 anni nel partito liberale di massa e che non ne condivide un ritorno indietro. Berlusconi ha funzionato nell’alternanza, meno nella realizzazione del programma. Adesso c’è una situazione nuova: la sinistra guidata da un presidente del Consiglio che non ha un atteggiamento becero, ma un’impostazione liberale, che guarda alle riforme, che favorisce l’efficienza in politica”. Ma nessun timore che Renzi li faccia scendere dal taxi, “noi siamo autonomi- sottolinea Verdini- gli amici del Pd devono stare tranquilli, non abbiamo nulla a che spartire col Pd, vogliamo solo dare una scossa alla politica italiana”. Una scossa provvidenziale, visto che, Verdini ne è certo e snocciola i numeri, “la maggioranza in Senato non c’è, i Pd sono 113 e la maggioranza 160, ne servono 161. Quindi le coalizioni servono. Renzi sta prendendo decisioni che non piacciono a tutto il suo partito. Non si coprano con il nome di Verdini”.

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