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Napoli, 60 rom in auditorium a Scampia, la metà bambini. De Magistris: “Soluzione temporanea”

Dopo il rogo che distrutto il campo nomadi di Scampia il 27 agosto scorso, a Napoli sono state trovate due sistemazioni provvisorie: l'auditorium e la caserma Boscariello

Pubblicato:04-09-2017 11:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:39

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di Nadia Cozzolino, giornalista

Foto presa da Twitter_Corrado Gabriele

NAPOLI – Nell’auditorium di Scampia sono ospitate attualmente 60 persone, 32 adulti, 5 bambini che hanno meno di un anno, 18 bambini tra i due e i 10 anni e 5 ragazzi tra gli 11 e i 17 anni. Sono le cifre elencate dall’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, Roberta Gaeta, nella sua relazione al Consiglio comunale sulla sistemazione dei rom del campo Scampia, andato distrutto con il rogo del 27 agosto scosto.

“Domenica notte – ha spiegato Gaeta – dovevamo trovare una collocazione immediata e urgente a quelle cinque famiglie le cui abitazioni erano andate distrutte nell’incendio. Anche per tutelare la loro salute abbiamo aperto le porte dell’auditorium. Era necessario mettere in sicurezza altre famiglie, per condizioni di rischio elevato, e le abbiamo ospitate sempre nell’auditorium. A questo punto verrà allestito uno spazio che riguarda soltanto l’Ottava Municipalità di Napoli: il territorio di Scampia, la parte della caserma Boscariello che si affaccia sul territorio di Scampia”.


Le 12 famiglie trasferite dal campo nomadi “sono di Scampia, vivono lì da 30 anni, quei bambini – ha aggiunto Gaeta – vanno a scuola in quel territorio e perfino le dirigenti scolastiche ci chiedono di permettergli di restare nelle scuole di quel territorio”.

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DE MAGISTRIS: “AUDITORIUM E CASERMA SONO SISTEMAZIONI TEMPORANEE”

L’auditorium e la caserma Boscariello sono sistemazioni temporanee. Non ci interessa depositare esseri umani“. Lo ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, intervenendo in Consiglio comunale sul campo rom di Scampia, distrutto da un rogo il 27 agosto scorso. L’incendio ha causato la distruzione di numerose baracche in cui vivevano i nomadi che il Comune ha sistemato nelle due strutture del quartiere di Scampia.

“Sono persone napoletane, che vivono a Napoli da 30 anni – ha sottolineato il primo cittadino -, che hanno figli nelle scuole e noi non pratichiamo deportazioni di alcun tipo. Certo, occorreva garantire la tutela della loro salute e allontanarli temporaneamente è necessario per tutelare la loro salute. Ma adesso basta con le baraccopoli, servono fondi per un’assistenza dignitosa”.

L’ex Pm ha ricordato “i danni gravi” causati dall’incendio. “Il Comune – ha aggiunto – è parte lesa in questa vicenda, lo è tutta la comunità non solo quella Rom. Perché Scampia è Napoli e si è trattato di un attentato criminale nei confronti di persone che avrebbero potuto perdere la vita. Io conosco una città che sa vincere la sfida della solidarietà, dell’accoglienza, dei diritti e dei doveri di tutti, compresi i rom, a cui vanno garantiti diritti e doveri. Anche loro partecipano a quel processo di mantenimento e di cura della città. Qualsiasi bambino, qualsiasi donna a Napoli non troverà un sindaco che ordina di manganellare ma proverà a trovare una soluzione”.

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