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La dieta mediterranea è una valida alleata contro l’Alzheimer – VIDEO

Parlando della diffusione dell'Alzheimer si contano "circa 5 milioni di nuovi casi all'anno", un dato preoccupante soprattutto se abbinato ai numeri che ci raccontano di un progressivo invecchiamento della popolazione

Pubblicato:04-09-2015 14:07
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:31

alzheimer
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MILANO – La dieta mediterranea è un alleato nella lotta all’Alzheimer. Il messaggio arriva dall’Expo di Milano, dove nell’ambito degli incontri promossi dal ministero della Salute allo Spazio donna del Padiglione Italia si è parlato del rapporto tra alimentazione e disturbi degenerativi propri dell’età avanzata, con un particolare focus sul morbo di Alzheimer, una patologia “in costante aumento in tutta l’area europea e nordamericana” ha spiegato il relatore, il dottor Giuliano Binetti, specialista presso l’Irccs Fatebenefratelli di Brescia.

Parlando della diffusione dell’Alzheimer si contano “circa 5 milioni di nuovi casi all’anno”, un dato preoccupante soprattutto se abbinato ai numeri che ci raccontano di un progressivo invecchiamento della popolazione (considerando principalmente Europa e Nordamerica): “Dopo gli 85 anni c’è un rischio di contrarre la patologia pari al 50%”, ha detto.


La malattia, ufficialmente scoperta dall’omonimo medico tedesco nel 1907, dopo essere rimasta un oggetto misterioso per vari decenni è stata attentamente analizzata e negli ultimi 15 anni la ricerca scientifica ha ottenuto i primi significativi risultati. Si è dunque scoperto che la causa della degenerazione cognitiva è principalmente dovuta alla cattiva azione delle proteine beta amiloidi, che operano un processo distruttivo sulle cellule cerebrali, inibendone le sinapsi: “Tra i fattori di rischio- ha spiegato Binetti- dopo l’età troviamo il genere: le donne infatti sono maggiormente predisposte al morbo, più dei maschi. A scendere troviamo altri fattori, come la scarsa istruzione, traumi cranici pregressi, inclinazione genetica nel proprio ramo famigliare, etc”.

Come può intervenire l’alimentazione nel processo preventivo e addirittura in quello terapeutico? “I progressi maturati in questi ultimi anni nel campo della ricerca hanno portato numerose intuizioni- ha risposto Binetti- tra cui uno studio condotto negli Stati Uniti che ha investito la dieta mediterranea del non secondario ruolo nel contrasto a questo tipo di patologia. Si è ad esempio scoperto che alcuni componenti come vitamine, antiossidanti, omega 3, presenti in ampio raggio nella nostra dieta, hanno capacità di contrasto nel processo degenerativo e contribuiscono a rallentarne l’avanzata, oltre a costituire un ottimo metodo di prevenzione. L’implementazione di vitamina E in compresse ha addirittura confermato di essere molto più efficace rispetto a un faarmaco anti-Alzheimer reperibile sul mercato”. Dunque, l’Alzheimer si combatte anche a tavola: frutta, verdura, pesce azzurro, poca carne e poco alcol, e sempre senza esagerare il cioccolato fondente, ricchissimo di antiossidanti: “Ovviamente tutto questo deve essere accompagnato da una discreta attività fisica- ha puntualizzato Binetti- che per una persona anziana può voler dire anche un’ora di passeggiata ogni settimana, ma soprattutto è consigliata tanta stimolazione a livello intellettuale: tenersi attivi tramite la lettura, l’apprendimento di una lingua straniera, o perché no partecipando a varie attività che spesso la società ci propone e che ci permettono di tenere una socialità sempre alta, allenando così il nostro cervello a restare perennemente attivo”.

di Nicola Mente

Giornalista

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