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Dopo il ‘boom’ del Pd con il 2 per mille, Renzi premierà l’Emilia Romagna. Ma non con il 60%

Il Pd attenderà che l'Agenzia delle Entrate fornisca i dettagli sull'eleargizione del 2 per mille, poi la formula con cui far arrivare i fondi ai territori

Pubblicato:04-09-2015 11:01
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:31

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BOLOGNA – Quasi sicuramente non ne avrà tanti come voleva, ma il Pd dell’Emilia-Romagna può sperare di veder piovere nelle sue casse una bella fetta dei 5,5 milioni di euro arrivati al partito dal 2 per mille. Ieri il leader dem Matteo Renzi ha annunciato che 549.196 cittadini hanno scelto di destinare al partito una quota della loro Irpef e su quel ‘tesoretto’ si concentrano le aspettative delle federazioni Pd più grandi ed attive, tra cui quelle dell’Emilia-Romagna. E’ infatti probabile che una quota importante dei donatori siano emiliano-romagnoli, visto che nonostante il calo delle iscrizioni degli ultimi tempi l’ex regione ‘rossa’ continua ad essere un granaio di consensi per il Pd. Tanto che lo scorso 23 maggio, l’assemblea regionale Pd a Faenza votò all’unanimita’ un documento con cui si chiedeva che il gettito del 2 per mille venisse assegnato “alle organizzazioni regionali in misura non inferiore al 60% e suddiviso in proporzione alle sottoscrizioni raccolte, secondo i dati di provenienza (regionale, provinciale e comunale) forniti dall’Agenzia delle entrate”. E ieri sera il tesoriere nazionale del Pd, Francesco Bonifazi, ha detto che i soldi arriveranno. Non tanti come si vorrebbe però. “Il 60%? Il 60% del 2 per mille è troppo, ma ci sarà qualcosa del genere. Stiamo pensando a distribuire quote standard”, cioè uguali per i vari territori, “e a meccanismi ‘premiali'” per quelli che hanno risposto meglio all’appello di versare il 2 per mille, ha detto ieri sera Bonifazi a margine di un dibattito alla Festa dell’Unità di Bologna, aggiungendo: “E credo che qui (a Bologna, in Emilia-Romagna, ndr) ci sarà da premiare”.

Pd

Il Pd a Roma attenderà nel giro di “qualche mese” che l’Agenzia delle Entrate fornisca i dettagli su chi e da dove ha elargito il suo 2 per mille, poi studierà la formula con cui far arrivare quota parte di quei fondi ai territori. E’ ancora da decidere, ha aggiunto Bonifazi, se andranno alle federazioni provinciali o al ‘regionale’. Di certo, assieme al tesseramento, il 2 per mille deve diventare una forma per sostenere il partito sui territori; specie dopo che l’abolizione del rimborso elettorale ha privato i livelli regionali di una quota di risorse. A Roma il Pd lo sa e non lo dimenticherà: “Sarebbe sbagliato non riconoscere che il buon esito” della campagna per il 2 per mille al Pd, “passa dal rapporto che il partito ha con i territori e quindi- ha specificato Bonifazi- benché non dovuto, sarà riconosciuto un contributo”, più appunto il ‘premio’ per chi ha saputo stimolare e far donare di più. Poi, dal palco dell’arena centrale della Festa (dove era ospite di un dibattito su “l’Unità”), Bonifazi ha rivendicato il ‘successo’ del Pd: che mezzo milione di italiani abbia devoluto il suo 2 per mille al partito “è un fatto determinante e un segnale importante. Con questa risposta della gente si può dire che forse, per primi in Europa, abbiamo creato un sistema di finanziamento che è collegato alla capacità di fare buona politica“.


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