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In Calabria vademecum antimafia del vescovo per le processioni popolari

Le statue del Cristo, della Vergine e dei Santi non devono mai guardare case, persone, edifici e durante le processioni è proibita la raccolta di denaro

Pubblicato:04-09-2015 08:40
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:31

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ROMA – “Una proposta seria per passare dalle parole ai fatti nella lotta alla criminalità”, un vero e proprio vademecum per i sacerdoti con le istruzioni sulla celebrazione dei sacramenti e sulle feste religiose impregnate della tradizione popolare. La chiesa calabrese, con il nuovo presidente della Conferenza episcopale calabra, l’arcivescovo di Catanzaro, Vincenzo Bertolone, ha presentato un documento nel quale sono contenuti i nuovi orientamenti “per una nuova evangelizzazione della Pietà popolare”. Per evitare, in una terra dove spesso la criminalità faceva sfoggio di sé anche durante le celebrazioni religiosi popolari, nuovi scandali sulla scia del funerale romano dei Casamonica.

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“Il caso Casamonica- dice il vescovo emerito di Cosenza e presidente uscente della Conferenza episcopale, Salvatore Nunnari- meritava da parte del parroco una maggiore riflessione, attenzione e certamente una azione diversa. Non si può negare la preghiera a chi ci lascia, ma non si può neanche permettere che accada quel che è successo a Roma. Noi non possiamo occuparci di ciò che accade fuori dalla Chiesa, per quello ci sono le istituzioni laiche. Quello che a noi compete e che siano evitate le subdole sottomissioni. Il fenomeno mafioso nella nostra terra è stato conosciuto e approfondito col tempo”. Nel documento si prescrive tra l’altro che “i portatori delle statue siano prevalentemente fedeli che vivono con assiduità la vita della Parrocchia e della Confraternita”. Ma soprattutto che “le statue del Cristo, della Vergine e dei Santi non devono mai guardare case, persone, edifici e durante le processioni è tassativamente proibita la raccolta di offerte in denaro e in altri beni materiali“. Sarà inoltre “illecito sottoporre statue allo spettacolo di danze o movimenti coreografici” ma anche “accompagnare le immagini con fuochi d’artificio o qualsiasi altra manifestazione chiassosa di folklore”. Tutto questo per avvicinare i credenti “alla fede vera, lontana da ogni tradizione pagana, dalla cultura e dalla mentalità che ognuno si crea una fede personale e la dà per giusta”.


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