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M5S, Di Battista e i ‘diari del passeggino’: “Le critiche? Me ne frego”

Sulla sua pagina facebook Alessandro Di Battista pubblica il primo capitolo dei suoi 'Diari del passeggino'.

Pubblicato:04-07-2018 11:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:19
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ROMA – Sulla sua pagina facebook Alessandro Di Battista pubblica il primo capitolo dei suoi ‘Diari del passeggino’. Un lungo post in cui fa il punto a un mese dalla sua partenza dall’Italia insieme alla sua famiglia.

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Finalmente, scrive, “sta ingranando il viaggio. Un viaggio inizia ad ingranare quando ti abitui ai ritmi nuovi, quando cominci a sentirti parte di tutto quel che vedi e quando casa ti incomincia a mancare anche se non hai nessunissima intenzione di tornare. Ci ho messo un po’ a ‘rientrare’ in certe modalità. I miei ultimi anni sono stati vertiginosi e i tempi morti non sapevo più cosa fossero. Qua è diverso, ho tempo per perdere tempo e per coltivare le relazioni che poi sono la ricchezza più grande, altro che assegno di fine mandato. Sahra è rimasta in ostello a lavorare. Sta montando un primo mini-documentario su questa avventura. Io porto a spasso Andrea per Guadalajara e visito tutti i mercati della città. Adoro visitare i mercati, è soprattutto lì – e perchè no, anche negli stadi – che si conosce veramente un Paese”.


Poi viene colto da un dubbio: “L’ostello, ecco il primo argomento da trattare in questo diario che inizia oggi. Devo dire o no che siamo in ostello? Cioè sono attaccabile se lo dico? No perché essendo un ex-parlamentare pare che non mi possa permettere di dire sempre tutto, anche se questo ‘tutto’ non è altro che la verità. Un tempo avrei omesso questo dettaglio, quello dell’ostello intendo, per evitare qualche commento colmo di bile”.

“Già me li immagino: ‘va in ostello nonostante tutto quello che ha guadagnato, spilorcio’, oppure ‘non è vero che stanno in ostello, è una stronzata per fare scena’ e anche ‘che irresponsabili, portano un bambino piccolo in un ostello, gli affidereste mai il Paese?’. Che dovrei fare mentire? Oppure stare qui a dire che ovviamente è un posto pulito, che non siamo in dormitorio (cosa che ho fatto per una vita, prima di diventare padre) ma che abbiamo una bella stanza matrimoniale con ventilatore e bagno privato?”.

Netta la risposta di Di Battista: “Sapete che vi dico? Che me ne frego e me ne frego sul serio, intimamente inizio a strafregarmene dei commenti crudeli ed è una sensazione bellissima. Andiamo in ostello punto, perché ci piace, ci si incontra un mucchio di gente che ha buoni consigli da offrire e poi c’è la cucina e la pappa di Andrea la vogliamo cucinare noi così come vogliamo cucinare quel che mangiamo noi due. Abbiamo tempo, mercati, prodotti straordinari. Ci manca l’olio d’oliva ma gli amici che verranno a trovarci ad agosto per il mio compleanno sapranno provvedere”.

“Io sono un ex-parlamentare- osserva il 5 stelle- eppure pare sia sempre un ‘politico’. Io che non mi ci sono sentito mai tra l’altro. E un ‘politico’ mica può dire tutto quel che pensa; non può mostrare certe cose, dovrebbe evitare la questione ostello, non dovrebbe permettersi di ammettere di avere tempo libero anche se, nel mio caso, questo tempo vivo e libero me lo sono scelto e per ottenerlo ho rinunciato a qualcosa, magari ad una poltrona di ministro”.

Poi torna sulle critiche: “Fregarsene è fantastico. Me ne frego delle critiche malvagie o delle falsità sul mio conto. Me ne frego se qualcuno potrà dire che utilizzare questa espressione è un chiaro segnale fascista. Perché lo faranno. Lo facciano pure io sto bene. Sto bene in un paio di sandali modello tedesco in vacanza a Riccione ad ottobre. Lo so che sono brutti ma sono comodi. Per 5 anni ho messo quasi tutti i giorni la cravatta. E’ bella la cravatta ma è un cappio al collo”.

“Sto diventando padre- racconta ancora-. Chi è papà lo sa cosa voglio dire. Mamma si nasce, padre si diventa. Si diventa quando si inizia a pensare a voler dare un esempio. Questo viaggio serve essenzialmente a questo. A dare un esempio. Mica a voi, parlo di me e di mio figlio. Volevo dimostrare a me stesso di non essere suddito del ‘palazzo’, di essere in grado di tornare alla mia vita passata. E poi voglio dare un esempio a mio figlio: quello della libertà. Voglio che sia libero, libero dal seguire per forza la strada tracciata, libero dal giudizio degli altri, libero di viversi la vita come meglio crede, libero di andare in ostello o di esprimere un’idea senza timore di essere bollato di destra o di sinistra. E dato che i figli non fanno quel che i genitori dicono ma fanno quel che i genitori fanno non avevo e non ho alternative. Devo essere libero io”.

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