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Scandalo Csm, Ermini: “Ferita profonda, o ci riscattiamo o siamo perduti”

Dopo lo scandalo che ha travolto il Csm con Palamara indagato per corruzione, lasciano anche Criscuoli e Morlini. Il vicepresidente: "Reazione chiara e rapida o credibilità persa"

Pubblicato:04-06-2019 16:06
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:22

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ROMA – “Gli eventi di questi giorni hanno inferto una ferita profonda alla magistratura e al Consiglio Superiore. Profonda e dolorosa. E oggi siamo di fronte a un passaggio delicato: o sapremo riscattare con i fatti il discredito che si è abbattuto su di noi o saremo perduti. Noi e l’istituzione che qui rappresentiamo. Senza una forte assunzione di responsabilità il Consiglio perderà irrimediabilmente ogni sua credibilità“. Lo dice il vice presidente del Csm David Ermini parlando al plenum straordinario convocato sull’onda dell’inchiesta della Procura di Perugia in cui è rimasto coinvolto l’ex consigliere Luca Palamara (Unicost), indagato per corruzione.

“ABBIAMO ANTICORPI PER RIAFFERMARE LEGITTIMITÀ FUNZIONI”

“Il Csm può continuare a svolgere le funzioni affidategli purché la reazione a condotte indiscutibilmente non compatibili sia chiara, rapida e non suscettibile di fraintendimenti. E io credo che così sarà, perché il Csm e la magistratura hanno al loro interno gli anticorpi necessari per poter riaffermare la propria legittimazione agli occhi di quei cittadini nel cui nome sono pronunciate le sentenze”, dice ancora Ermini.

“CONSIGLIERI NON DEVONO AVERE ALTRE CASACCHE”

“È necessario che ciascuno di noi, togato o laico, assuma consapevolezza della istituzione alla quale è stato eletto. Il Csm è e deve essere la sola nostra casacca. Altre non ne abbiamo“, afferma ancora Ermini.


“Questa consapevolezza- continua il vice presidente del Csm David Ermini durante il plenum straordinario- implica anzitutto che l’attività di ogni componente venga svolta tenendo conto dell’autorevole consiglio e dell’esempio animatore che provengono dal Capo dello Stato, il quale non ha mai fatto mancare la sua guida illuminata attraverso la continua interlocuzione con il Vice Presidente. Rende necessario che ogni determinazione venga assunta al riparo di interessi esterni ed al solo fine di assicurare l’efficienza e la conformità a Costituzione della attività giurisdizionale. Comporta, in particolare, che le nomine dei capi degli uffici giudiziari siano effettuate attraverso la rigorosa osservanza del criterio cronologico, fuggendo la tentazione di raggrupparle in delibere contestuali che inducano il sospetto di essere state compiute nell’ambito di logiche spartitorie o non trasparenti. Impone di far precedere ogni determinazione da opportuni approfondimenti istruttori e di corredare ogni provvedimento di adeguata motivazione, acciocché il legittimo esercizio del potere discrezionale non venga censurato sotto il profilo dell’eccesso di potere o, addirittura, tacciato di arbitrario abuso della funzione. Esige che i trasferimenti ad uffici ove si svolgono funzioni che presuppongono l’accertamento di peculiari requisiti di idoneità (penso, ad es., alle funzioni di legittimità) siano disposti previo approfondito accertamento nei canditati delle competenze tecniche necessarie al loro svolgimento, evitando ogni preventivo accordo sulla ripartizione dei posti”.

SI AUTOSOSPENDONO CRISCUOLI E MORLINI

Durante il Plenum di oggi si sono autosospesi anche i consiglieri Gianluigi Morlini e Paolo Criscuoli.

CRISCUOLI: MI AUTOSOSPENDO, CLIMA DA CACCIA ALLE STREGHE

“In questi giorni è in corso una campagna di stampa che confonde e sovrappone indebitamente i piani di una indagine penale relativa a fatti rispetto ai quali sono del tutto estraneo, come già emerso, con l’attuale attività svolta presso il Consiglio Superiore della Magistratura. Ciò ha offuscato e rischia di compromettere ulteriormente l’immagine e la percezione che dell’organo di governo autonomo della Magistratura hanno i cittadini prima ancora dei magistrati. Per questa ragione, nel rispetto dell’istituzione e del ruolo di componente togato del Consiglio, pur non essendo citato in alcun modo dalla stampa, ho depositato presso la segreteria della Vice Presidenza del Consiglio la comunicazione della volontà di non partecipare all’attività del Consiglio e delle Commissioni fino a quando non sarà ribadito e chiarito, anche dagli organi competenti, la piena correttezza del mio operato, sempre improntato all’assoluto rispetto dei doveri di disciplina ed onore richiesti dalla Costituzione. Vi è un pericoloso clima di caccia alle streghe, spero che questo gesto di responsabilità induca tutti a riflettere”. Così il consigliere del Csm Paolo Criscuoli a pochi minuti dall’avvio del Plenum.

MORLINI: PARTECIPAI A DOPOCENA CON LOTTI CASUALMENTE, IO CORRETTO

“Signor Vice Presidente, siamo tutti consapevoli del terribile momento che sta vivendo l’Istituzione consiliare, e ciascuno di noi è quindi chiamato a fare tutto ciò che può per preservarla. Pur se nessuno mi ha contestato nulla a livello penale o disciplinare, e pur se il mio nome nemmeno è uscito sulla stampa, so di avere, casualmente ed in modo da me non programmato, raggiunto alcuni magistrati ad un dopo cena in cui, ad un certo punto e senza che io lo sapessi o lo potessi prevedere, è intervenuto l’onorevole Lotti. Mi sono quindi poco dopo congedato, ben prima che la serata terminasse, certo di non avere detto o fatto nulla in contrasto con i miei doveri di Consigliere. Pur nella certezza della correttezza del mio comportamento, al fine di evitare che il Csm sia danneggiato da questa situazione e per senso di responsabilità verso le Istituzioni, chiedo di non partecipare all’attività del Consiglio e di essere sostituito nelle Commissioni, in attesa che la mia posizione venga acclarata come pienamente corretta nelle sedi istituzionali”. Così il consigliere togato del Csm, Gianluigi Morlini, nella lettera inviata a David Ermini per comunicargli l’autosospensione.

PLENUM: GRAVE DISCREDITO, PRENDIAMO DISTANZE DA CORROTTI

“Quali componenti del Consiglio Superiore della Magistratura siamo sgomenti e amareggiati per quanto sta emergendo dall’inchiesta della procura della Repubblica di Perugia, fatti che gettano grave discredito su un’istituzione che costituisce uno snodo fondamentale nell’architettura costituzionale, a presidio, nell’interesse dei cittadini, dell’Autonomia a dell’Indipendenza della giurisdizione, della sua credibilità, della sua autorevolezza”. È quanto si legge in un documento sottoscritto dai consiglieri di tutte le ‘aree’ del Csm, togati e laici, e approvato all’unanimità dal plenum straordinario presieduto da David Ermini.

“Non possiamo accettare- continua il documento- comportamenti, non importa se penalmente irrilevanti, che gettino discredito sull’istituzione in cui si incarna la magistratura italiana. E per questo riponiamo rispetto e fiducia nell’operato dell’autorità giudiziaria che sta procedendo sui fatti all’attenzione delle cronache, consapevoli che ciò stesso dimostra, anzitutto ai cittadini e all’opinione pubblica, la capacità della magistratura italiana di esercitare con pienezza, anche verso se stessa, il ruolo di controllo di legalità che la Costituzione le affida, e di riscattare perciò, da sé sola, la propria autorevolezza e credibilità. Auspichiamo che gli accertamenti in corso si concludano con la massima celerità e che sia fatta chiarezza sugli episodi oggetto dell’inchiesta e sulle responsabilità individuali, penali o disciplinari che questi involgono. Ma sin d’ora vogliamo sottolineare che quanto è emerso, ed è già patrimonio di tutti, è indicativo di comportamenti da cui intendiamo con nettezza prendere le distanze. Non ci riconosciamo in condotte che cercano consensi, o ancor peggio, direttive esterne sulle attività di competenza del Consiglio, che deve operare sempre in assoluta autonomia, senza alcun condizionamento esterno e senza l’interferenza di interessi estranei alla fine intrinseca della funzione”.

Continua il documento del Csm: “Purtroppo i fatti emersi in questi giorni, se confermati, rappresentano sul piano del metodo, delle prassi, del linguaggio, il tragico epilogo di un processo di degenerazione della rappresentanza in magistratura: da rappresentanza di valori e interessi generali a rappresentanza di interessi particolari di singoli e di gruppi. È una vicenda che ci chiama in causa tutti e che impone a tutti un serio, profondo, radicale corso di revisione critica e autocritica, di riforma e di autoriforma dell’autogoverno, dei metodi di selezione delle rappresentanze, dell’etica della funzione. Ma ora è imprescindibile, per ripartire, recuperare serenità e la credibilità del Consiglio Superiore della magistratura”.

Il documento così prosegue: ”La delicatezza della situazione impone di eliminare ogni ombra sull’istituzione di cui siamo componenti che deve essere ed apparire assolutamente indipendente, libera di approfondire e di valutare, nell’ambito delle competenze che la legge attribuisce al Consiglio Superiore della magistratura, quanto sta emergendo anche riguardo a comportamenti di magistrati che del consiglio fanno parte. Per tutte queste ragioni, abbiamo apprezzato la dignitosa scelta delle dimissioni del consigliere Luigi Spina. Allo stesso modo apprezziamo la scelta responsabile dei consiglieri Antonio Lepri, Corrado Cartoni, Gianluigi Morlini e Paolo Criscuoli che si sono auto sospesi dalla partecipazione ad ogni attività consilare in attesa di far luce sulle vicende che in modo diverso li coinvolgono. Tutti noi vogliamo, oggi più che mai, dopo gli eventi di questi giorni che hanno inferto una ferita profonda e dolorosa alla magistratura e al suo governo autonomo, e affermare l’autorevolezza del Consiglio Superiore della Magistratura che dell’Autonomia della giurisdizione deve rimanere insostituibile presidio”.

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