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Il mondo saluta ‘il più grande’ Muore a 74 anni il campione Ali

E' stato forse il più grande peso massimo della storia della boxe, ma è diventato un mito anche per vicende extra sportive. Come quando, davanti alla guerra in Vietnam, si rifiutò di prendere le armi e andare a combattere: "Non ho niente contro i Vietcong- disse- loro non mi hanno mai chiamato 'negro'

Pubblicato:04-06-2016 09:40
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:49

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ROMA – Questa volta non ce l’ha fatta. Questa volta  Muhammad Ali è andato ko. Il più grande di tutti, ‘The Greatest’ se n’è andato. Ricoverato da giovedì per complicazioni respiratorie, aggravate dal Parkinson di cui soffriva da molto tempo, è morto a Phoenix all’età di 74 anni.  Nato Cassius Marcellus Clay Jr. a Louisville il 17 gennaio 1942. Forse il più grande peso massimo della storia della boxe, aveva vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma nel 1960, mentre a livello professionistico, aveva detenuto il titolo mondiale dei pesi massimi dal 1964 al 1967, dal 1974 al 1978 e ancora nel 1978. Ali, straordinario sportivo, era noto anche per vicende ‘extra’ boxe.
Nel 1964, dopo la prima conquista del titolo mondiale si convertì all’Islam e prese il nome appunto di Muhammad Ali. Ci fu poi la vicenda della Guerra in Vietnam, del suo rifiuto a impugnare le armi per andare a combattere, cosa che gli costò la licenza e la conseguente interruzione della carriera. “Non ho niente contro i Vietcong– disse- loro non mi hanno mai chiamato ‘negro‘. Nel 1971 il ritorno sul ring.
Tra le tante, sono almeno due le immagini che restano impresse nella memoria di chi lo ha amato, apprezzato, ammirato o soltanto di chi lo ha seguito incuriosito. Una è quella risalente al periodo della sua piena attività. Era il 25 maggio del 1965, data della rivincita con Sonny Liston, il campione in carica che un anno prima lo aveva battuto in modo poco corretto (sembra che i secondi all’angolo gli avessero messo del sale sui guantoni mentre era in chiara difficoltà contro Ali). Muhammad lo colpì da distanza ravvicinata e molto velocemente con quello che fu definito il colpo fantasma‘: Liston finì al tappeto, l’immagine è quella di Ali, in piedi davanti a lui, che lo invita con grande veemenza a rialzarsi.
L’altra immagine, invece, è più recente: fu l’ultimo tedoforo ad accendere la fiamma olimpica per l’Olimpiade di Atlanta del 1996. La sua immagine, quella della sua malattia, il Parkinson, commosse il mondo. Come ha fatto oggi: “Dio si è preso il suo campione“, ha ricordato su Twitter, sul suo profilo, Mike Tyson, un altro che dei pesi massimi ha fatto la storia. Ma oggi anche lui è improvvisamente più piccolo davanti al più grande, davanti a ‘The Greatest, davanti al Re.

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