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Acque termali bolognesi: riabilitazione, salute e estetica

Le acque termali come elemento fondamentale nella prevenzione e nella cura di numerose patologie. A Bologna la seconda edizione di “Terme millenarie”

Pubblicato:04-05-2019 18:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:25

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https://youtu.be/7_d8t4yddV0

BOLOGNA – Le acque termali sulfuree possono essere usate come ‘farmaci’ nel trattamento dell’osteoporosi? E’ la domanda a cui provera’ a rispondere uno studio dell’Istituto ortodepico Rizzoli di Bologna, che la prossima estate intende arruolare un campione di donne tra i 50 e i 60 anni gia’ colpite dalla malattia o affette da osteopenia (condizione in cui le ossa sono piu’ deboli del normale) da sottoporre a test per valutare gli effetti dell’espozione al solfato di idrogeno contenuto nelle acque termali (nel caso specifico, quelle di Castel San Pietro). E’ Francesco Grassi, dirigente del laboratorio Ramses del Rizzoli, ad anticipare i contenuti della ricerca nel corso del convegno “Terme: riabilitazione e salute”, organizzato dal gruppo Monti in occasione della giornata di studio e conoscenza dedicata alla Terme bolognesi.

L’osteoporosi colpisce 200 milioni di persone nel mondo ed e’ la principale causa di frattura dell’anca, “un evento difficile da prevenire e che puo’ creare problematiche molto gravi nei pazienti ultrasettantenni”, avverte Grassi. Il solfuro di idrogeno, presente nella composizione di molte acque termali, puo’ aiutare nel contrastare la malattia, perche’, e’ dimostrato, stimola la formazione dell’osso e nello stesso tempo ostacola gli osteoclasti, cellule che, al contrario lo ‘distruggono’. La somministrazione di farmaci a base di solfuro di idrogeno, come dimostrano test sui topi, aiuta a prevenire la malattia.


Lo studio, spiega Grassi, vuole capire se l”l’utilizzo dell’acqua termale sulfurea per via inalatoria aumenti le concentrazioni di questo elemento nel sangue, in che modo e con quale persistenza, e se possa incidere sul metabolismo osseo contrastando l’opera di distruzione della massa ossea determinata dalla malattia”. Le donne che accetteranno di sottoporsi ai test saranno sottoposte a un normale ciclo di cure termali di due settimane, nel corso delle quali faranno dei prelievi di sangue che serviranno a misurare i livelli di solfuro di idrogeno e i marcatori del metabolismo osseo. “Speriamo che ci siano evidenze che l’ambiente termale possa essere assimilato al trattamento farmacologico”, conclude il ricercatore del Rizzoli. 

Le acque termali sono quindi un elemento fondamentale nella prevenzione e nella cura di numerose patologie, dall’osteoporosi alle malattie dermatologiche, e per il mantenimento di una buona condizione di salute. A Bologna, per la seconda edizione di “Terme millenarie”, il gruppo Monti, che conta cinque centri termali tra Bologna e provincia (compreso il Villaggio della salute piu’ a Monterenzio), ha chiamato a raccolta scienziati e medici impegnati in vari campi di ricerca per fare il punto sul “ruolo delle Terme nella salute dei cittadini”. Una giornata di approfondimento che ha avuto un parte congressuale, con il convegno medico-scientifico “Terme: riabilitazione e salute”, e una ‘dimostrazione pratica’ in piazza Maggiore, dove dottori e operatori nei centri del Mare termale bolognese si sono messi a disposizione dei cittadini per test sullo stato generale di salute e sessioni di fitness sul Crescentone, alle quali hanno partecipato anche i ragazzi delle giovanili del Bologna Calcio.

Le Terme di Bologna hanno tre primati: la qualita’ delle acque, non solo sulfuree, ma soprattutto bicarbonato-solfato-calciche, che funzionano come un antibiotico a largo spettro, l’antichita’ del loro utilizzo, che risale ai tempi di Augusto, la presenza di tre complessi termali all’interno della citta’, nessun altra citta’ sopra i 200.000 abitanti ne conta cosi’ tanti.  

Le implicazioni in campo sanitario dei trattamenti termali spesso non sono approfondite dal punto di vista scientifico, di qui la necessita’ di far emergere le evidenze arrivate da vari settori di ricerca. Come quelle che studiano le proprieta’ del solfuro di idrogeno (presente in molte sorgenti termali) sia come antifiammatorio che nella cura di malattie delle ossa come l’osteoporosi. 

L’acqua, del resto, e’ un elemento fondamentale per il funzionamento del corpo umano. Come dimostrano gli studi piu’ recenti sui ‘microtuboli cellulari’, una fitta rete di microsopici canali, che non solo trasportano l’acqua all’interno delle cellule, ma, cosi’ facendo, generano un campo elettromagnetico e funzionano come un circuito meccanico-luminoso, capace di influire sullo sviluppo delle cellule staminali. Ecco, ha spiegato Carlo Ventura, ordinario di Biologia molecolare all’Universita’ di Bologna, “si possono utilizzare le energie fisiche generate dai miocrotuboli per raggiungere le cellule staminali e attivare il potenziale intrinseco di autoriparazione che tutti noi abbiamo”. Insomma, una nuova frontiera per la medicina rigenerativa. Delle “azioni biologiche delle acque termali” si e’ occupato, invece, Maurizio Memo, professore di Farmacologia all’Universita’ di Brescia. In particolare delle capacita’ anti-infiammatore dell’indrogeno solforato, quel gas che da’ a molte sorgenti termali il caratteristico odore di ‘uova marce’. Il solfuro di idrogeno e’ al centro anche di uno studio dell’Istituto Ortopedico Rizzoli sulla prevenzione e sulla cura dell’osteoporosi, una patologia che colpisce 200 milioni di persone nel mondo ed e’ la principale causa di fratture nelle persone anziane. Il solfuro di idrogeno e’ utilizzato come farmaco per prevenire la malattia. Ma l’esposizione ad acque termali ricche di questo elemento puo’ aiutare nel prevenire e arginare gli effetti dell’ostoporosi? E’ la domanda a cui sta tentando di rispondere Francesco Grassi, ricercatore del Rizzoli. 

Ma le acque termali hanno un ruolo fondamentale anche in campo riabilitativo, e’ la tesi sostenuta nel convegno di oggi dagli interventi di medici ed esperti, che portano a sostegno numerose evidenze scientifiche. Il linfologo Domenico Corda spiega i benefici dei trattamenti termali nella cura di una malattia complessa come il linfedema. Anche in dermatologia, conferma Valeria Gaspari, dermatologa al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, l’uso delle acque termali e’ consigliato: acque con caratteristiche diverse possono essere utilizzate per la cura di varie patologie, dalle dermatiti alla psoriasi, che puo’ essere trattata in maniera efficace con l’utilizzo di acque sulfuree. “Abbiamo messo in risalto il valore delle terme bolognesi, che possono dare una risposta a molte patologie”, sottolinea Monti. “L’invecchiamento della popolazione pone un problema di sostenibilita’ dei sistemi pubblici. Tutti i soggetti che possono contribuire a creare una rete di prevenzione sono importanti”, riconosce l’assessore alla Sanita’ del Comuni di Bologna, Giuliano Barigazzi.
Intanto, sul Crescentone sono andate avanti per tutto il giorno le attivita’ di prevenzione grazie alla presenza di un medico termalista e alla possibilita’ di sottoporsi a un test di bioimpedenza, che misura peso, composizione corporea, massa grassa e muscolare, tasso metabolico basale. Porte aperte per tutto il pomeriggio anche nei cinque centri termali del gruppo Monti.

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