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Gino Bartali, a Firenze il mese di maggio dedicato a “Ginettaccio” con tante iniziative

Nel 2013 fu nominato "Giusto tra le Nazioni" per il suo impegno in favore degli ebrei

Pubblicato:04-05-2018 07:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:50
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FIRENZE – Un ciclista immenso, un uomo enorme. Un gigante capace di imprimere un segno indelebile nella storia del novecento. Prima e dopo la seconda guerra mondiale, Gino Bartali in sella alla bicicletta ha vinto tutto. Due Tour de France a distanza di 10 anni l’uno dall’altro: nel 1938 il primo, con il secondo, nel 1948, aiutò ad allontanare la guerra civile. Tre Giri d’Italia e sette classiche monumento: quattro volte la Sanremo, tre il Lombardia.

Ma proprio negli anni bui di quella guerra che gli tolse altri trionfi, Bartali, “quel naso triste come una salita” come cantò Paolo Conte, mise gambe e cuore nella fatica più importante: da Firenze ad Assisi e ritorno (ma anche a Genova, Camaiore, Terontola) con i documenti falsificati nel telaio della sua bicicletta da consegnare agli ebrei fiorentini e strapparli dalle deportazioni naziste. Una “staffetta”, come gli chiese di fare l’allora cardinale di Firenze Elia Dalla Costa, che contribuì a salvare 800 ebrei, come la famiglia Goldenberg che nascose nella sua cantina. Custodì per sé la sua impresa da eroe silenzioso perché, come disse, “il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca”.

In missione su è giù per l’Italia centrale. La fatica, il cuore che pompa, i muscoli imbevuti di acido lattico, la passione per uno sport già antico. Stavolta senza l’agonismo, ma con altri ‘compagni’ di viaggio: il dovere del “buon cristiano”, la paura di essere scoperto dai tedeschi che qualcosa avevano intuito ma che non controllarono mai le ‘viscere’ della bici.


Toscanaccio vero, ‘Ginettaccio’ nel 2013 è stato nominato “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem, l’ente nazionale per la memoria della Shoa. E dall’altro ieri, nei giorni in cui la carovana rosa è volata a Gerusalemme per la partenza della 101esima edizione del Giro, è diventato cittadino onorario di Israele.

E maggio sarà anche il mese che Firenze e Ponte a Ema, la casa natale di Bartali (nel Comune di Bagno a Ripoli), dedicheranno al fuoriclasse. “Dal passaggio del Giro d’Italia dello scorso anno- ha spiegato l’assessore allo Sport del Comune di Firenze Andrea Vannucci- maggio a Firenze è diventato il mese dedicato al grande ‘Ginettaccio’”.

Ricco il programma delle iniziative: dalla grande staffetta del 12 maggio, con partenza da Duomo per arrivare davanti al museo Bartali di Ponte a Ema, al pranzo sociale del 6 maggio, alle mostre. “Centro pulsante- prosegue Vannucci- il museo del Ciclismo dedicato alla figura di Bartali, da poco ulteriormente rinnovato con il coinvolgimento di tantissimi ragazzi delle scuole. L’obiettivo è quello di parlare di Bartali alle nuove generazioni, per far conoscere ciò che ha rappresentato nello sport e non solo”. Ci sarà poi anche ‘La Certosina’, il terzo raduno per biciclette d’epoca sulle strade bianche del Chianti. “Mio nonno- sottolinea la nipote Lisa Bartali- è stato una grande uomo. Un eroe nazionale nello sport e nella vita”.  

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