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Terremoto e lava, così si sciolse il ghiaccio del monte Ararat: l’Università di Milano svela il diluvio dimenticato

Sul monte Ararat la leggenda vuole che si sia incagliata l'arca di Noè del diluvio universale. Ma c'era un'altra catastrofe, datata 1840, di cui ancora non si sapeva nulla. I ricercatori dell'Università di Milano l'hanno scoperto

Pubblicato:04-03-2019 14:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:11

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BOLOGNA – Un diluvio che fino a oggi era rimasto senza spiegazioni: non quello dell’arca di Noè, ma quello più ‘terreno’ verificatosi nel luglio del 1840, quando il Monte Ararat in Turchia fu stato interessato da una imponente colata di fango e detriti che aveva spazzato via interi villaggi e lasciato un enorme cono di detriti alla base del vulcano. Adesso è stato scoperto perchè successo. E soprattutto è stato scoperto che potrebbe ricapitare, visto che si trattò di un fenomeno meteorologico e climatico che potrebbe nuovamente ripetersi.  Cosa successe? Una rapida fusione di parte della calotta glaciale del Monte Ararat, che provocò una improvvisa colata che ha rimodellato la morfologia della gola di Ahora.

A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori dell’Università Statale di Milano – dei dipartimenti di Scienze della Terra “A. Desio” e di Scienze e Politiche Ambientali – che in collaborazione con l’Università di Firenze e l’Università dello Utah, hanno ricostruito per la prima volta i meccanismi alla base di questa catastrofe di oltre 150 anni fa in un articolo recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Geomorphology .

Il Monte Ararat, , il noto vulcano coperto dai ghiacci della Turchia orientale- spiega una nota della Statale di Milano- è il luogo dove secondo la tradizione si sarebbe incagliata l’arca di Noè in seguito al diluvio universale. Per tale ragione questa montagna è un luogo denso di significati simbolici per diversi popoli e per le principali religioni monoteiste. Ma se il diluvio di tradizione biblica è ben noto, una analoga catastrofe avvenuta nella stessa regione in tempi più recenti, precisamente nel 1840, è assai meno conosciuta e rimasta anzi molto misteriosa fino a pochi mesi fa.


Lo studio di immagini da satellite del versante Nord Est del vulcano Ararat evidenzia infatti la presenza di un profondo canyon, chiamato Ahora Gorge, descritto anche nei resoconti di viaggio di alcuni esploratori di fine ‘800 e inizio ‘900. Le cronache raccontano in particolare di un disastro avvenuto allo sbocco del canyon Ahora nel luglio del 1840, definito da alcuni autori tedeschi katastrophe diluviale. Questo diluvio provocò la distruzione di alcuni villaggi e centinaia di vittime, ma la natura, la causa e gli effetti di questo evento fino a oggi erano sempre rimasti poco chiari.

Terremoto e lava, così si sciolse il ghiaccio del monte Ararat 

Basandosi anche su rilievi di terreno effettuati nel corso di due campagne svoltesi in collaborazione con il Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano, i ricercatori dell’Università degli Studi di Milano hanno potuto ricostruire l’accaduto identificando in un evento sismico connesso a un’eruzione vulcanica laterale la causa della rapida fusione di parte della calotta glaciale del Monte Ararat, successivamente all’origine dell’imponente colata di fango e detriti lungo la gola di Ahora che ha distrutto i villaggi localizzati alla base del vulcano.

Questo evento ha portato all’approfondimento della gola e alla costruzione di un enorme cono di detriti alla base del vulcano. I ricercatori hanno messo in evidenza anche la presenza di un ghiacciaio coperto da detriti presente sul fondovalle che si è sviluppato dopo l’evento catastrofico del 1840 e che ha rimodellato la morfologia della gola di Ahora. 

La ricerca ha confermato l’importanza del glacialismo quale agente geomorfologico nella regione ed evidenziato la possibilità che simili eventi catastrofici possano ripetersi in futuro, rappresentando quindi tuttora un rischio per la popolazione locale. Se il diluvio biblico è un evento mitologico, la ben più recente catastrofe della Ahora Gorge oggi non è più un mistero.

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