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Clima. Descalzi (Eni): “Il carbone bruciato in Ue è il più caro del mondo”

"Abbiamo generato un mostro con rinnovabili costosissime, carbone in aumento: un mix energetico pazzesco e dei costi in infrastrutture buttate"

Pubblicato:03-12-2015 16:16
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:40

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ROMA – “Abbiamo generato un mostro con rinnovabili costosissime, carbone in aumento: un mix energetico pazzesco e dei costi in infrastrutture buttate” il che fa del carbone bruciato in Europa “il più caro al mondo”. Claudio Descalzi, amministratore delegato Eni, lo dice intervenendo al convegno ‘Prospettive del mercato italiano del gas nel contesto europeo’, oggi a Confindustria.

descalzi

Il ‘mostro’ bicefalo che descrive è così composto: l’Europa compra carbone Usa apparentemente a basso costo, ma questo produce più emissioni di qualsiasi altro combustibile e quindi sempre l’Europa pompa denaro nell’incentivazione delle rinnovabili per abbassare le emissioni. Una situazione a metà tra l’inutile fatica di Sisifo e il proverbiale tentativo di svuotare il mare con un colapasta.


“Abbiamo buttato via i soldi perché non siamo interconnessi ma anche perché è mancata una policy- spiega Descalzi- abbiamo lasciato andare da solo il mercato, è bravissimo a farlo ma così va dove sono i potenziali minimi e le risorse costano meno”. In tutto ciò “abbiamo aumentato dal 2010 al 2014, in Europa non in Italia, del 10% l’uso del carbone, non è però aumentata la produzione domestica, non sono aumentati i posti di lavoro, è aumentato il carbone comprato dagli Stati uniti- lamenta l’ad Eni- si è comprata la risorsa che costa meno, certo, ma dall’altra parte abbiamo abbassato di 100 miliardi di metri cubi l’uso di gas. Abbiamo speso di Rab (Regulatory asset base, valore del capitale investito riconosciuto dall’Autorità per l’energia alle società di trasporto e distribuzione per calcolare le tariffe, ndr) centinaia di miliardi per aumentare la capacità di trasporto e trattamento a un potenziale di 700 mld di mc” che poi non usiamo: “questi sono i dilemmi europei”.

“Il carbone che viene dagli Usa però ci costa tantissimo, perché benché costi 4 dollari per milione di Btu (British thermal unit, unità di misura dell’energia usata in Usa e Uk, ndr) contro la media di un hub europeo che è di 7 dollari per milione di Btu, per mantenere basse le esmissioni che aumentiamo col carbone paghiamo 73 miliardi all’anno in Ue per sovvenzionare le rinovabili. Geniale”, prosegue Claudio Descalzi, ad Eni, e in quiesto sforzo “la Germania spende 19 miliardi e noi siamo i secondi con 13 miliardi”. Questo carbone che bruciamo in Europa, insomma, “è il più caro al mondo, perché nel costo energetico globale dobbiamo metterci le rinnovabili, non è un carbone poco caro, è carissimo”, conclude Descalzi, ricordando inoltre che “il sistema energetico europeo produce con il carbone il 26-28% dell’energia ma produce così il 78% delle emissioni”.

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