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Battaglia per il Lambrusco, Cia: “Serve azione netta in ambito Ue”

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Pubblicato:03-12-2015 15:01
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:40

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vino uva vigneti toscana

REGGIO EMILIA – “Va respinta” ogni azione che potrebbe danneggiare una produzione come quella del Lambrusco, primo vino italiano per export, pari a oltre un milione di ettolitri e 400 milioni di bottiglie, per un mercato che supera il mezzo miliardo in valore, che fa vivere 7.000 aziende ed oltre 60 cantine“. Lo esclama la Confederazione italiana agricoltori di Reggio Emilia, a proposito della paventata liberalizzazione del Lambrusco in ambito Ue col rischio della produzione in più Paesi.

Il presidente Cia, Antenore Cervi, e il responsabile vitivinicolo, Renzo Zaldini, vedono segnali positivi dopo l’audizione dei Consorzi interessati ieri in Senato, che hanno proposto tra l’altro la nuova denominazione “Lambrusco Emilia”. A livello politico, sprona la Cia, va condotta “un’azione netta nei confronti dell’Unione Europea” e “altrettanto importante è stabilire in Europa alleanze che aiutino nel realizzare il compito difensivo”, a partire da quella con la “Francia che come noi sente particolarmente la minaccia, essendo ben 52 i vini ‘identitari’ a rischio di banalizzazione”. Positivo, continua la confederazione reggiana, è quindi “il pronunciamento ieri a Reggio del sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi, che segue quello del vice ministro all’agricoltura Dario Olivero“. Così come “l’azione in Parlamento europeo di Paolo De Castro sembra poi aver colto nel segno, dato che anche il commissario all’agricoltura Hogan si è espresso per una tutela di questi vini”.


Posto allora che “sorprende che a condurre un’azione che mira a dequalificare tante produzioni di valore siano paesi tradizionalmente produttori come Spagna e Portogallo”, gli agricoltori di Reggio e dintorni apprezzano anche “la presa di posizione del ministero per le Politiche agricole, che sostiene: Vermentino e Lambrusco fanno riferimento a specifiche Dop, sono insomma strettamente connessi al territorio in cui vengono prodotti i vini che ne portano il nome”.

Di Luca Donigaglia – Giornalista professionista

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