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Clima, Onu: Parigi non basta, tagliare un altro 25% da emissioni 2030

Il 2015 è stato l'anno più caldo da quando se ne tengano registri, e la tendenza continua anche nel 2016, che ha visto i primi sei mesi essere i più caldi mai registrati.

Pubblicato:03-11-2016 13:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:15

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Onu1ROMA – “Il mondo deve urgentemente attivarsi per tagliare un ulteriore 25% dalle emissioni previste al 2030”: l’allarme arriva dal report dell’Unep, il Programma ambientale delle Nazioni unite (United nations environment programme, Unep). Nonostante l’Accordo di Parigi raggiunto alla Cop21 “il mondo sta andando verso un aumento della temperatura tra i 2.9 e i 3.4 gradi in questo secolo, anche con gli impegni presi a Parigi”. Le emissioni al 2030, infatti, spiega Unep, “saranno dalle 12 alle 14 GigaTonnellate (una GigaTonnellata, o Gt, vale mille miliardi di tonnellate, ndr) sopra i livelli necessari a mantenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi”, obiettivo di Parigi “tendendo”, però, a soli +1,5 gradi, obiettivo piuttosto irrealistico alla luce delle valutazioni di oggi del programma Onu. Le opportunità per fronteggiare questa situazione includono “la costruzione di una maggiore azione a partire dagli impegni di Cancun (la Cop16, ndr), piani di efficienza energetica economicamente convenienti e uno stimolo all’azione di città, aziende e società civile”.

“Ci stiamo muovendo nella direzione giusta: l’Accordo di Parigi rallenterà il mutamento climatico, così come farà la recente intesa di Kigali per ridurre gli idrofluorocarburi Hfc”, spiega Erik Solheim, capo dell’Unep, “entrambi contengono robusti impegni, ma non è ancora abbastanza se vogliamo avere una possibilità di evitare gravi cambiamenti climatici”. Quindi, “se non iniziamo a intraprendere ora delle azioni aggiuntive, a partire dall’imminente meeting sul clima di Marrakech- prosegue Solheim- piangeremo per una evitabile tragedia umana. Il crescente numero di rifugiati climatici colpiti da fame, povertà, malattie e conflitti sarà un costante promemoria del nostro fallimento nel mantenere gli impegni. La scienza ci mostra che dobbiamo muoverci più rapidamente”.

cambiamenti climaticiNel suo annuale ‘Emissions Gap report’, l’Unep segnala che “le emissioni al 2030 si prevede raggiungeranno le 54 o 56 GigaTonnellate di anidride carbonica equivalente”, un ammontare “ben lontano dal livello di 42 GT necessario per avere una chance di limitare il riscaldamento climatico entro 2 gradi in questo secolo”. Una GT di gas serra è grosso modo equivalente alle emissioni generate in un anno da tutti i trasporti nell’Unione europea, inclusa l’aviazione. Gli scienziati concordano nel fatto che limitare il riscaldamento globale entro i 2 gradi in questo secolo rispetto ai valori dell’era pre-industriale, ridurrà la probabilità di tempeste ancora più intense, siccità ancora più lunghe, innalzamento dei livelli del mare e altri gravi impatti climatici. Però va tenuto presente che anche il limite inferiore, quello che fa rimanere il riscaldamento entro +1,5 gradi, “si limita a ridurre, anziché eliminare, gli impatti“, avverte Unep. La necessità di un’azione urgente nasce anche dal fatto che il 2015 è stato l’anno più caldo da quando se ne tengano registri, mentre la tendenza continua anche nel 2016, che ha visto i primi sei mesi essere i più caldi mai registrati, “ma ciononostante le emissioni continuano a crescere”, rileva il rapporto Unep.


L’intesa trovata a Kigali, che emenda il Protocollo di Montreal sugli Hfc, gli idrofluorocarburi (potenziale di riscaldamento è da 3.000 a 13.000 volte superiore alla CO2, ndr) punta a tagliarne l’utilizzo, ma “gli studi preliminari indicano che questo porterà a una ulteriore riduzione di 0,5 gradi nel riscaldamento, se pienamente applicato, mentre le emissioni non risulterebbero ridotte a un tasso significativo fino al 2025“, segnala Unep con il suo ‘Emissions Gap report’. Inoltre, “mentre i membri del G20 sono collettivamente sulla strada giusta per onorare i loro impegni presi a Cancun e relativi al 2020”, i target che si sono dati “non sono sufficienti per creare un punto di partenza sufficientemente ambizioso che si allinei con il limite di aumento della temperatura indicato dall’accordo di Parigi”. Sul fronte delle soluzioni, per il programma ambientale della Nazioni unite, l’Unep, “gli attori non statali – come il settore privato, le città, le Regioni e altri attori subnazionali come le associazioni di cittadini – possono tagliare diverse GigaTonnellate (GT) dalla stima al 2030 in aree come l’agricoltura e i trasporti, sempre che molte iniziative raggiungano i loro scopi e che non siano solo un rimpiazzo ad altre azioni” non realizzate. L’efficienza energetica “è un’altra area che può portare risultati ancora maggiori” in termini di riduzione delle emissioni, e “l’aumento del 6% negli investimenti nell’efficienza energetica, arrivati a 221 miliardi di dollari nel 2015, indicano che quest’azione sta già avendo luogo”. Gli studi, prosegue Unep, “mostrano che per un investimento tra 20 e 100 dollari per tonnellata di anidride carbonica, il potenziale di riduzione portato dall’efficienza energetica al 2030 è di 5.9 GT per l’edilizia, 4.1 GT per l’industria e 2.1 GT per i trasporti”.

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