ROMA – La prossima legge di bilancio conterrà misure per almeno 19,6 miliardi. E’ questo il valore di partenza della manovra da quel che se ne ricava dalla tabella che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha trasmesso alle Camere come integrazione alla Nota di aggiornamento del Def (Documento di programmazione economica finanziaria). Emerge un quadro che prevede 8,6 miliardi di coperture tra 5,1 miliardi di entrate aggiuntive e 3,5 di tagli alla spesa.
Gli impieghi invece sono pari a 3,8 miliardi e comprendono 300 milioni per lo sviluppo, 338 milioni per la competitività e l’innovazione, 600 per la coesione sociale e 2,6 miliardi di euro per gli oneri delle politiche invariate. Il mancato aumento delle aliquote Iva ammonta a 15,7 miliardi; 10 miliardi circa il margine autorizzato dalla commissione europea (0,6%).
L’impatto positivo della manovra sul tasso di crescita del pil, in termini di differenziale tra lo scenario programmatico e il tendenziale, è stimato in 0,3 punti percentuali nel 2018 e 2019 mentre diventa negativo all’incirca in pari misura nel 2020.
“La significativa riduzione del rapporto tra il debito pubblico e il prodotto nel medio termine” è un imperativo ed “è alla nostra portata; lo mostrano tanto le nostre analisi quanto quelle del Governo”. Lo dice Luigi Federico Signorini, vice direttore generale della Banca d’Italia, nel corso di una audizione sul Def in Seanto davanti alle commissioni Bilancio.
Il vice direttore della Banca d’Italia ricorda ai parlamentari che “qualche mese fa, in occasione della presentazione della relazione annuale della Banca d’Italia, e più di recente nel suo intervento a Varenna, il Governatore ha discusso un esercizio di simulazione che collega la velocità della riduzione del rapporto tra il debito e il prodotto a diverse ipotesi sulla crescita, sui tassi di interesse e sugli orientamenti della finanza pubblica. L’esercizio mostra che una significativa riduzione del debito pubblico nel medio termine è possibile”.
“La politica di bilancio si deve muovere lungo un ‘sentiero stretto’ tra l’esigenza di non soffocare la ripresa congiunturale e l’imperativo di ridurre il debito; lo ha più volte ricordato anche il ministro dell’Economia e delle finanze. In questo momento il sentiero, pur sempre arduo, è un po’ meno angusto che in passato, grazie alle favorevoli condizioni della congiuntura e dei mercati“, dice ancora Signorini.
di Luca Monticelli, giornalista professionista
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