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Animali, ‘battuta’ choc di un prete anti-pedofili scatena la bagarre

Gli animalisti di San Marino (e non solo) sono insorti accusando il prete di 'zooerastia'

Pubblicato:03-08-2018 16:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:26

prete
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SAN MARINO – Condanna la pedofilia tra “colleghi” e finisce per sollevare le ire degli animalisti. Don Marco Scandelli, parroco di Borgo Maggiore, nella Repubblica di San Marino, è al centro di una bufera partita sui social che rischia di arrivare in tribunale, poichè Apas, Associazione per la protezione animali del Titano, fa sapere di voler passare alle vie legali. “Galeotto” un post su facebook nato con le migliori intenzioni, ovvero la condanna alla pratica della pedofilia tra sacerdoti, e finito per diffondere tutto un altro tipo di messaggio, ovvero “incentivare e legittimare- riferisce Apas- il poter ricorrere a pratiche contro natura“, cioè “l’utilizzo di animali per soddisfare i propri bisogni sessuali”. E la zooerastia, come da sentenza della Cassazione, in Italia è di fatto “un reato penalmente rilevante come maltrattamento di animali”, così come per la giurisprudenza della Repubblica di San Marino.

L’Associazione Sammarinese Protezione Animali in una nota riporta la frase incriminata del don di Borgo Maggiore nel post antipedofilia: “Se un prete sente delle necessità fisiche piuttosto (scusate il paradosso) si trovi una donna (o un uomo) consenziente e maggiorenne“. E fin qui, niente di male. Ma poi: “Al limite– aggiunge il sacerdote avventato- anche un animale“. Per Apas certe affermazioni sono di “una gravità estrema”.

Anche perchè “citare la possibilità, per quanto paradossale, di poter ricorrere a questo tipo di pratiche contro natura- prosegue- vuole dire incentivarne e legittimarne l’utilizzo”. Pertanto “l’Apas intende adire alle vie legali- termina la nota dell’associazione- per salvaguardare la dignità degli animali e il loro rispetto quali esseri liberi e senzienti”. Da parte sua, Don Scandelli attraverso sempre i social, si dice meravigliato per tanto clamore derivato da “toni volutamente provocatori”. E si scusa “per aver ferito la sensibilità di molti”, ribadendo che il suo unico fine era la condanna alla pedofilia. Non tralascia però di sottolineare come il suo messaggio sia stato “volutamente strumentalizzato” e aggiunge infine tre hashtag con cui vorrebbe chiudere definitivamente il discorso: #noallapedofilia #noallefakenews #noallaviolenzasuglianimali.


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