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Migranti, al via Riace in Festival: sciopero della fame per il sindaco Mimmo Lucano

Contro la mancata erogazione dei fondi per i progetti in corso nel suo comune

Pubblicato:03-08-2018 10:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:26

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RIACE –  “Una nave è arrivata a Riace, è stato responsabile il vento”. A dirlo nella prima serata del festival delle Migrazioni e delle Culture Locali che si è aperto a Riace, è Mimmo Lucano, sindaco del piccolo borgo sullo Ionio calabrese ribattezzato paese dell’accoglienza, modello di integrazione che è valso al primo cittadino l’ingresso nella classifica del 2016 delle 50 persone più influenti al mondo secondo la rivista americana Fortune. Nel suo primo giorno di sciopero della fame contro la mancata erogazione dei fondi per i progetti in corso nel suo comune, il sindaco simbolo dell’Italia che viaggia in direzione “ostinata e contraria” rivendica la resistenza del “possibile”, sottolineando come l’accoglienza sia stata nel paese dei bronzi “la soluzione a tantissimi problemi, non solo economici, ma anche a livello delle relazioni umane” e che “se è stato possibile a Riace è possibile ovunque”.

“Non ci sono cose che accadono per caso, o tutto è un caso o tutto è grazia- lo sostiene padre Alex Zanotelli nel corso del dialogo all’aperto nell’auditorium del borgo a cui ha partecipato anche il sindacalista Usb Aboubakar Soumahoro- Forse l’arrivo di quella nave non fu un caso, forse c’è qualcuno che continua a tessere qualcosa tra i disastri da noi creati”. E sui disastri Zanotelli non si perde in giri di parole: “33.360 persone morte accertate mentre cercavano di raggiungere l’Europa, 6 miliardi di euro garantiti ad Erdogan per bloccare i siriani, un milione di persone consegnate ai libici grazie al concordato di Minniti per bloccare la rotta africana”. È la “bancarotta dell’umanità” contro cui si erge “il miracolo di Riace”, secondo il missionario comboniano, che “guai a noi se dovesse cadere, perché vuol dire che avevano ragione loro”. Sciopero della fame in piena solidarietà al primo cittadino riacese, quindi, perché “non possiamo tacere di fronte a tutto questo”.


Di “riconquista della felicità” come “prospettiva di lotta sociale” parla, invece, Aboubakar Soumahoro, che accomuna i destini di quel milione di giovani che, secondo il rapporto Svimez 2018, hanno lasciato il Mezzogiorno d’Italia negli ultimi 16 anni con quelli dei migranti “che fuggono come i dannati della terra”. Scappano, gli uni con treni e voli low cost, gli altri con i barconi, rivendicando “il diritto alla felicità, un lavoro, un reddito, una casa”, contro “il bombardamento economico: la politica dell’austerità”. Sconfessa il ministro dell’Interno Salvini, Soumahoro, che “durante la campagna elettorale ha dichiarato che avrebbe mandato via 600mila persone” che però “non possono essere espulse senza il nullaosta del Paese di destinazione”. “L’attuale architettura del sistema di accoglienza va cambiato, perché crea una fabbrica di persone senza permesso di soggiorno- ribadisce il sindacalista- Il permesso di soggiorno è l’unica possibilità per liberarsi di un sistema che ha come obiettivo la creazione di mostri. In queste ore abbiamo sentito richiami a manifestare da chi fino a ieri ha sostenuto la tesi che l’arrivo dei migranti potesse mettere in pericolo questo Paese. Non ci faremo tirare la giacca da nessuno, dobbiamo andare avanti con quel mondo meticciato che il 17 dicembre ha portato a Roma uomini e donne nel nome dell’antirazzismo, dell’antifascismo e dell’antisessismo, che ci accomuna”. Riace sarà capitale dei temi di accoglienza e migrazioni fino a domenica 5 agosto, con una quattro giorni di proiezioni, dibattiti, concerti, che culmineranno, nella serata del 4, con la presentazione all’auditorium di ‘Utopia de la normalidad. El alcalde Domenico Lucano y el modelo de acogida Riace’ a cui parteciperanno, oltre a Lucano, la sindaca di Barcellona Ada Colau e il primo cittadino di Napoli Luigi de Magistris.

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