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Paolo Villaggio e Roma, città adottiva e teatro dei suoi film

"Cos'è Roma? È la mia città", raccontava in una intervista l'attore scomparso oggi

Pubblicato:03-07-2017 14:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:29

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ROMA –  La scalea Bruno Zevi, la sede della Regione Lazio, il tratto della tangenziale est sopra via Casilina. E poi la cabina, in zona Prati, il porto di Civitavecchia. E non solo. Perché Paolo Villaggio ha messo tanto della ‘sua’ Roma nei film.

Lui, genovese di nascita ma romano d’adozione, se n’è andato in una clinica della Capitale, a causa delle complicazioni di un diabete che non ha mai voluto curare come doveva.

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Paolo Villaggio amava Roma, come Roma amava l’attore che ha inventato quel ragioniere Ugo Fantozzi nel quale molti si sono rivisti e sentiti rappresentati.


Chi, per esempio, non ha mai dovuto correre dietro un autobus per paura di arrivare tardi a un appuntamento o sul posto di lavoro? Per non parlare dei rifiuti trovati in spiaggia come in ‘Fantozzi subisce ancora’.

Film cult, visti e rivisti da milioni di italiani, appassionati o meno del personaggio inventato da Villaggio, in cui dentro, vuoi o non vuoi, c’è Roma. Pure se il copione prevedeva un passaggio ad un casinò oltre confine, o una vacanza in alta montagna.

“Cos’è Roma? È la mia città“, raccontava in una intervista l’attore nato a Genova nel 1932. E guai a pensarlo lontano dalla Capitale: “Che stia lontano da Roma a lungo è impossibile, diciamo massimo massimo due mesi. Comunque è come tornare a casa mia e trovarmi a mio agio, alle mie comodità. Casa dolce casa, insomma”, raccontava nel 1998.

Nel ‘Fantozzi’ del 1975, ad esempio, sfida e batte nettamente l’On. Cav. Conte Diego Catellani, Gran Maestro dell’ufficio Raccomandazioni e Promozioni, in una partita a biliardo. Improvvisamente fugge e rapisce la mamma di Catellani. In un cambio di scena, lo si vede chiamarlo da una cabina del telefono in Prati, a Roma, a poche centinaia di metri dallo stadio Olimpico.

Che dire, poi, del posto di lavoro del ragioniere, all’interna della fantomatica ‘Italpetrolcemetermotessilfarmometalchimica’: qui la location è la sede della Regione Lazio, sulla Cristoforo Colombo.

Mentre la corsa nel lungo corridoio per timbrare il cartellino è stata girata nel palazzo del Consiglio regionale, alla Pisana. E poi la scena mitica dell’autobus rincorso per andare in ufficio, ancora in ‘Fantozzi’: è il tratto della tangenziale Est, all’epoca appena costruito e non ancora aperto al traffico.

Curiosità: andando su Google Maps e scrivendo ‘Balcone di Fantozzi Rag. Ugo’ appare proprio quello da cui Fantozzi si lancia per guadagnare tempo prezioso.

Indimenticabile poi il Fantozzi in settimana bianca in ‘Fantozzi contro tutti’, direzione Ortisei: in treno con i colleghi, partì però dalla stazione Ostiense per arrivare a… l’Acqua Acetosa, a due passi dallo stadio Olimpico. Ovviamente a Roma. Chi non ricorda poi la contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare, che invano prova ad inaugurare una nave con il lancio della classica bottiglia da rompere sulla fiancata: a Roma non c’è il mare, ma nella vicina Civitavecchia, sui cui è ricaduta la scelta, sì. E che dire della Corazzata Kotiomkin? Dopo la ribellione alla visione del film (“È una cagata pazzesca!” per “92 minuti di applausi”), per punire i dipendenti tutti furono protagonisti del rifacimento e la scena venne girata sulla scalea Bruno Zevi, scalinata delle Fontane Oscure, davanti alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea a Villa Borghese, Roma.

Infine la spiaggia piena di rifiuti, quella dove spunta il gigante Franchino. Come sopra, a Roma non c’è il mare e in questo caso la scelta ricadde sulla spiaggia di Tor Caldara, a Lavinio-Lido di Enea di Anzio.

“In quale periodo della storia di Roma mi sarebbe piaciuto vivere? Nel 2020, nelle vesti di Paolo Villaggio”.

di Adriano Gasperetti, giornalista professionista

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