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Remilia Pride, Romani (Arcigay): “Qui niente da riparare, si preghi per altro”/FOTO

REGGIO EMILIA - "Qui non c'è nulla da 'riparare'.

Pubblicato:03-06-2017 16:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:18

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REGGIO EMILIA – “Qui non c’è nulla da ‘riparare‘. Lo vogliamo dire alle persone che questa mattina hanno fatto una manifestazione e pregato anche per i nostri peccati. Li ringraziamo ma non abbiamo nulla da cui essere purificati: le preghiere non fanno mai male, ma era meglio levare le mani al cielo per le guerre o le persone che muoiono in mare”. Così il presidente nazionale dell’Arcigay Flavio Romani replica a Reggio Emilia- città della prima unione civile italiana- al comitato cattolico che in mattinata ha organizzato una processione contro il “Remilia pride“. Proprio dalla testa del corteo della prima sfilata “mediopadana” dell’orgoglio gay (con partecipanti da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto), Romani spiega: “Siamo qui per ribadire i nostri diritti e contro le discriminazioni: se due persone si vogliono bene, lo Stato deve riconoscerlo il più possibile”.

Discussi i numeri della manifestazione a cui hanno aderito sindacati, associazioni e cooperative, e la maggioranza dei Comuni reggiani. Per gli organizzatori è centrato l’obiettivo dei 5.000 partecipanti; per le forze dell’ordine- un’ora dopo la partenza del corteo- qualcosa in meno, intorno alle 3.500-4000. Di fatto comunque un’invasione di suoni, colori e musica della via Emilia. “Siamo la maggioranza di chi crede ai diritti. Quella vista nell’altra piazza è una realtà che dovrebbe pensare ai suoi bambini: se nasceranno lesbiche o gay non potranno esprimerlo”, si toglie un sassolino il presidente dell’Arcigay reggiano Alberto Nicolini. Tra le personalità politiche presenti anche i parlamentari reggiani Maria Mussini del Gruppo Misto e Antonella Incerti e Paolo Gandolfi del Pd, presente anche con il segretario provinciale Andrea Costa.

di Mattia Caiulo, giornalista professionista


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