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A Bologna stazione blindata, fermati 6 contestatori di Renzi

BOLOGNA - All'indomani della giornata difficile

Pubblicato:03-06-2016 13:50
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:49

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polizia bologna

BOLOGNA – All’indomani della giornata difficile che ieri ha caratterizzato il comizio del leader della Lega nord, Matteo Salvini, anche oggi Bologna si trova a vivere qualche momento di tensione e questa volta per la visita del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, annunciato alla Festa dell’Unità del Lungoreno.

La stazione centrale, infatti, stamattina era presidiata da un significativo spiegamento di Forze dell’ordine: camionette nel piazzale e poi agenti, con scudi alla mano, schierati sia ai diversi ingressi che all’interno dello scalo. Tutto questo, a meno di altre motivazioni non note, per intercettare un gruppo di manifestanti in arrivo da Ferrara: sei persone in tutto, per lo più avanti con l’età, intenzionate a raggiungere Renzi per protestare contro il decreto salva-banche.


protesta banche bologna

Il gruppetto, infatti, fa parte del movimento “No salva-banche” che finora, per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, si è fatto sentire soprattutto a Ferrara per la presenza della Carife. Come preannunciato tramite un breve comunicato stampa, l’idea era di presentarsi alle 12 alla Festa dell’unità ma con un appuntamento intermedio in stazione, alle 11, per consentire l’incontro tra i manifestanti ferraresi e quelli bolognesi (un altro gruppetto, composto anche da attivisti del collettivo Hobo). I ferraresi, però, sono stati fermati dalla Polizia appena scesi dal treno e identificati all’interno di un locale che affaccia sul piazzale ovest della stazione, dove sono rimasti per circa un’ora, prima di potersi di nuovo muovere in direzione del Lungoreno. “Abbiamo preso il treno scortati dalla Digos” già da Ferrara, racconta Giovanna Mazzoni, 68 anni, per poi trovare sul binario a Bologna “uno schieramento di polizia e Carabinieri in tenuta antisommossa, con scudi e manganelli”.

protesta salva banche bolognaDurante l’identificazione, gli agenti “mi hanno detto a voce che se io vado alla manifestazione e mi beccano- racconta la signora Mazzoni- mi denunciano per sovversione o che so io”. Anche Milena Zaggia è una “No salva banche” ferrarese: “Ho cinquant’anni e non mi era mai successa una cosa del genere”, dichiara incamminandosi fuori dalla stazione per raggiungere la Festa dell’Unità e il premier Renzi. “Mi hanno detto ‘stia attenta signora perchè potrebbe anche prendere qualche manganellata in testa’”, riferisce Zaggia: “Ci hanno detto che non eravamo autorizzati e che non saremmo mai andati, poi invece hanno cambiato idea” ma intanto “mi sono sentita veramente lesa nei miei diritti”. Del resto, i manifestanti affermano che il loro obiettivo è arrivare da Renzi “per farci vedere e far capire che ci siamo, che non accettiamo assolutamente che decreto prosegua il suo iter”, spiega Zaggia. “Vogliamo indietro i nostri soldi”, manda a dire ancora Mazzoni: “Avevamo i nostri conti, azioni e obbligazioni alla Carife e ci hanno azzerato, di tutti i nostri soldi non abbiamo più neanche un centesimo”. Una protesta portata avanti in nome delle “tante persone derubate non solo dei soldi ma anche delle aspettative di vita”, sottolinea un altro manifestante, che di fronte a quanto accaduto in stazione aggiunge: “Se questa è l’Italia, prendo il primo treno per l’estero e me ne vado”. Del gruppetto arrivato da Ferrara, dopo aver avuto a che fare con la Polizia non tutti decidono di andare comunque al Lungoreno: “Io torno indietro, mi dispiace- spiega un signore di mezza eta- ma non voglio beccarmi una denuncia, non mi è mai successo”. Nei fatti, “il diritto di manifestazione e di liberà di parola per noi oggi è stato sospeso”, commenta Antonio, uno dei “No salva-banche” bolognesi.

di Maurizio Papa, giornalista professionista

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