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Il tribunale di Bologna smonta il dl Sicurezza: “Lede diritti costituzionali”. L’ira di Salvini: “Vergogna, giudici si candidino con la sinistra”

I giudici di Bologna impongono al sindaco Merola l'iscrizione dei richiedenti asilo nell'anagrafe comunale, Salvini annuncia ricorso

Pubblicato:03-05-2019 10:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:25

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BOLOGNA – La mancata iscrizione ai registri anagrafici impedisce l’esercizio di diritti di rilievo costituzionale ad essa connessi, tra i quali rientrano ad esempio quello all’istruzione e al lavoro. E’ sottolineando ciò che il Tribunale di Bologna ha accolto il ricorso presentato da una richiedente asilo a cui il Comune aveva negato l’iscrizione anagrafica, in base alle norme introdotto con la legge Salvini su sicurezza e immigrazione.

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I RICORSI CONTRO LA LEGGE SALVINI

Sono due i richiedenti asilo a cui i giudici hanno dato ragione, ha annunciato il sindaco Virginio Merola. Uno dei due casi riguarda una donna, senza fissa dimora, assistita da due legali dell’associazione Avvocato di strada (Antonio Mumolo e Paola Pizzi).

La donna ha chiesto l’iscrizione anagrafica il 4 febbraio e il 6 marzo l’ufficiale di anagrafe di Palazzo D’Accursio ha dichiarato “irricevibile” la domanda. La richiedente asilo ha depositato il proprio ricorso il 27 marzo e oggi è arrivato il pronunciamento del Tribunale, firmato dalla giudice Matilde Betti.

La ricorrente è titolare di permesso di soggiorno per richiesta di asilo ed è temporaneamente ospite in una struttura di accoglienza. La donna ha dichiarato di aver lasciato il proprio Paese d’origine sentendosi perseguitata a seguito della sparizione del proprio marito e figlio e di non disporre in città di una sistemazione alloggiativa stabile.

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COME FUNZIONA L’ISCRIZIONE ANAGRAFICA PER I RICHIEDENTI ASILO

La norma non contiene un divieto esplicito di iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo, si spiega nella sentenza, bensì evidenzia come il permesso di soggiorno per richiesta asilo non vale a consentire l’iscrizione anagrafica del richiedente in base a questo permesso. La dizione “non costituisce titolo per l’iscrizione anagrafica”, continua il pronunciamento, “pone problema interpretativo”.

Questo perchè nel quadro normativo non si riscontrano situazioni di fatto o titolarità di documenti che costituiscano titolo per l’iscrizione anagrafica nei registri della popolazione residente. Questa iscrizione è invece l’esito di un procedimento amministrativo ben descritto nel regolamento anagrafico della popolazione residente (il Dpr 223 del 1989).

L’iscrizione anagrafica avviene dunque in base alle dichiarazioni degli interessati, agli accertamenti disposti dall’ufficio e alle comunicazioni dello stato civile, si sottolinea nella sentenza. Secondo il Tribunale, nel quadro normativo vigente il permesso di soggiorno (per richiesta asilo o altro) non è mai stato “titolo” per l’iscrizione anagrafica, bensì costituisce una prova del requisito del regolare soggiorno.

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LA LEGGE SALVINI IMPEDISCE L’ESERCIZIO DI DIRITTI COSTITUZIONALI

Fatte queste premesse, se ad una prima lettura la norma così come modificata dalla legge Salvini appare poco chiara e di difficile comprensione, per il Tribunale la sua comprensione all’interno del quadro costituzionale e del diritto europeo ne consente una interpretazione costituzionalmente orientata.

Per il Tribunale sussiste pertanto il “fumus boni iuris” del diritto allegato dalla ricorrente alla richiesta iscrizione anagrafica, così come sussiste il “periculum in mora” ipotizzato dalla ricorrente poichè la mancata iscrizione ai registri anagrafici impedisce l’esercizio di diritti di rilievo costituzionale, come quello all’istruzione e al lavoro.

Per questi motivi, il Tribunale ordina al sindaco l’iscrizione nel registo anagrafico, con le modalità previste per i senza fissa dimora.

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SALVINI: SENTENZA DI BOLOGNA VERGOGNOSA, FAREMO RICORSO

“Sentenza vergognosa, se qualche giudice vuole fare politica e cambiare le leggi per aiutare gli immigrati, lasci il Tribunale e si candidi con la sinistra. Ovviamente faremo ricorso contro questa sentenza, intanto invito tutti i Sindaci a rispettare (come ovvio) la Legge”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini, commentando una sentenza del Tribunale di Bologna.

A questo proposito fonti del Viminale sottolineano che “sentenze di questo tipo non intaccano la legge: non sono definitive, riguardano singoli casi e per modificare la norma serve un pronunciamento della Corte Costituzionale”.

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MEROLA A SALVINI: GIUDICI INDIPENDENTI, STOP PROPAGANDA

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, “faccia bene i suoi provvedimenti invece di fare propaganda”. Così il sindaco di Bologna, Virginio Merola, replica alle parole con cui il leader della Lega ha commentato il pronunciamento del tribunale bolognese sull’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo.

“La norma sull’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo è illegittima e la magistratura è indipendente”, scrive Merola su Twitter: “Un ministro fa ricorso ma non minaccia i giudici di essere di parte. Io rispetto la legge e applicherò la sentenza”, conclude il sindaco emiliano.

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