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Report del Consiglio grande e generale del 2 maggio – Seduta pomeridiana

SAN MARINO - Con l'approvazione all'unanimità della Convenzione di Istanbul, si chiude con un giorno di anticipo la

Pubblicato:03-05-2016 10:09
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:40

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SAN MARINO – Con l’approvazione all’unanimità della Convenzione di Istanbul, si chiude con un giorno di anticipo la sessione consiliare di Aprile.

I lavori nel pomeriggio riprendono dal dibattito al comma 21, ovvero il Progetto di legge in seconda lettura, “Norme di adeguamento dell’Ordinamento sammarinese alle disposizioni della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica- Convenzione di Istanbul”. Concluso l’esame dell’articolato, l’Aula licenzia il provvedimento all’unanimità.

            Si affrontano poi tre progetti di legge in prima lettura, i primi due sono presentati dal segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni:“Norme e tutela dei soggetti affetti da malattia celiaca” e “Norme per l’accertamento e la certificazione di morte”. Il terzo è presentato dal segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini ed è il Pdl “Regolamentazione del servizio diplomatico e consolare della Repubblica di San Marino”. L’Aula ratifica quindi i decreti delegati per poi concludere i lavori.


Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio.

Comma 21. Progetto di legge “Norme di adeguamento dell’Ordinamento sammarinese alle disposizioni della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul)”/ APPROVATO ALL’UNANIMITA’

Milena Gasperoni, Psd: “Ringrazio tutti gli organismi competenti che hanno reso possibile portare oggi questa legge, ma sottolineo che il percorso non è concluso, non é finita qui, sul fronte della formazione degli operatori, della cultura nelle scuole, ma soprattuto su quanto c’è da fare.

Viene demandato a un decreto delegato l’operatività amministrativa dell’Authority, è dal 2008 che deve avere una sede che non ha. Mi auguro che rafforzando il concetto di dare sostegno economico e amministrativo a questo importante istituto, le cose possano proseguire nell’intento che questo Consiglio porta avanti oggi”.

Mariella Mularoni, Pdcs: “Sottolineo i passi in avanti compiuti da questo Paese nei confronti della lotta e prevenzione contro la violenza alle donne e di genere. Dalla legge del 2008 alla ratifica dell’accodo di Istanbul portata al Consiglio d’Europa dalla Reggenza Stefanelli-Renzi. Non c’è migliore educazione nell’investimento verso le nuove generazione al rispetto reciproco, mio auspicio è che anche nel nostro Paese metta le radici questa cultura del rispetto verso gli altri. Non solo nei centri di istruzione, ma anche nei luoghi ricreativi, di sport e svago. Investiamo nelle politiche educative partendo dalla scuola e lavoriamo sulle nuove generazioni che potranno dare vita a una società migliore”.

Denise Bronzetti, Indipendente: “Finalmente questo Pdl, è stato un percorso lungo fatto di molte tappe. Ci sono voluti anni e francamente ci dispiace che per arrivare dalla ratifica della convenzione alle modifiche dell’ordinamento si sia voluto troppo tempo. Registro il fatto che ogni qualvolta si parli di violenza sulle donne e domestica siano sempre quasi esclusivamente noi donne ad intervenire. E’ un grande peccato. Oggi ci riempiamo la bocca del lavoro fatto dall’Auhority, ma del loro impegno ce ne ricordiamo molto poco. Ricordo che più volte da parte loro è stato chiesto aiuto di fronte alla mancanza di risorse economiche e di una sede operativa, problemi che oggi stiamo finalmente affrontando. Mi auguro questo sia un punto di partenza e non di arrivo che permetta l’Authority di lavorare bene in difesa di chi vive sulla propria pelle la violenza ”.

Maria Luisa Berti, Ns: “La legge completa un iter normativo avviato da tempo. Riguarda non solo la violenza contro donne ma altri ambiti, rappresenta l’adeguamento del nostro ordinamento agli input dati dalla comunità internazionale. Ancora molto dobbiamo fare sul fronte della cultura del rispetto, in senso lato, dell’altro, non solo per donne o minori ma anche per categorie deboli come gli anziani. C’è molto ancora da fare per rispetto della persona. E non solo sul fronte normativo. L’impegno deve essere di tutti e di tutti is ettori perché quello che andiamo oggi a concludere possa avere piena efficacia”.

Mimma Zavoli, C10: “Per attestare mia soddisfazione nel raggiungimento di questo traguardo che ha richiesto un tempo molto lungo per potersi dire terminato. E’ una condizione comunque positiva che va a concludere un iter legislativo che mancava e che arriva con un po’ di ritardo Ciò non di meno è importante che questo percorso non scontato abbia avuto risoluzione positiva e di questo dobbiamo essere contenti. Anche a me fa strano che quando si tratta di argomenti di questo tipo ad intervenire siano quasi esclusivamente donne. Voglio pensare che questo percorso legislativo consenta anche agli organismi coinvolti di avere maggiori certezze di tipo organizzativo. Negli incontri avuti con l’Authority ci hanno sottoposto alcune difficoltà operative”.

Francesca Michelotti, Su-LabDem: “Parliamo noi donne perché è una cosa che noi viviamo sulla nostra pelle. Sono certa che anche all’interno di questo Consiglio serpeggi quel preconcetto che sta alla base di una certa cultura maschilista-sessista, per la semplice ragione che il fenomeno della violenza delle donne esista ancora acuita persino dalla crisi. Da noi il fenomeno non è certamente in remissione, siamo in una fase di transizione in cui osserviamo che la lotta e il contrasto funziona grazie anche ai report dell’Authority e ci fa pensare che il problema non sia politico ma culturale. Finalmente arriva oggi la convenzione di Instanbul che ci chiede di fare una serie di cose e noi come Su siamo stati ben lieti di partecipare all’approvazione di questo Pdl in Commissione, sarebbe stato autolesionistico non farlo, abbiamo collaborato perché questo è un tema su cui non si può fare melina, lo abbiamo approvato anche se non eravamo d’accordo su tutto, come sul termine identità di genere all’articolo 2. E’ nostro dovere nell’educazione imprimere svolta culturale a schematismi fuori tempo. Serve una cultura dell’antiviolenza , dobbiamo insegnare l’attivismo contro la violenza perché chi fa paura non è il violento ma chi tace. Alla bambina di Caivano tutti possiamo dedicare questo dibattito, chi tace è complice e fa male come chi fa violenza”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Si parla di diritti umani e la qualità dei riferimenti e l’attenzione che si deve porre su questi argomenti deve essere massima come mi sembra di percepire che sia da questo dibattito e dall’ approvazione di norme che ci allineano ai migliori standard. E’ segno di civiltà avere nell’ordinamento tutta una serie di disposizioni contro episodi che non vogliamo, all’articolo 9 per esempio si parla di matrimoni forzati, di mutilazioni. Un plauso a chi da quando è stato annunciato il Pdl celermente l’ha portato a termine. Come  Psd, che ha seguito dall’inizio il provvedimento del 2008 che ha dato il via a stagione di produzione normativa, non abbassiamo la guardia rispetto a fenomeni che possono accadere che vorremmo repressi sul nascere”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “E’ un grande risultato per l’intera Repubblica di San Marino, la Convenzione di Istanbul nasce con l’obiettivo importante di tutelare le donne e le vittime dalla violenza domestica. Il provvedimento è tecnico e di adeguamento alla convenzione, mette mano e modifica una legge ottima del 2008, una legge ad hoc che prevedeva diversi istituti, lo stalking, mobbing etc. La modifica di oggi è importante perché dà strumenti in più. Ritengo doveroso ringraziare l segretario Valentini che ha portato avanti questo provvedimento insieme tutti gli altri attori”.

Dichiarazioni di voto

Lorella Stefanelli, Pdcs: “Pieno sostegno e voto favorevole a questo Pdl. Auspichiamo voto unanime dell’Aula come è stato in Commissione consiliare”

Milena Gasperoni, Ps: “Voto favorevole, il lavoro non finisce qui, dichiariamo già la nostra disponibilità al  decreto delegato. Unico rammarico è che tutti questi articoli siano stati votati a maggioranza  e non all’unanimità e dispiace molto. Ribadisco il voto favorevole del mio partito.
Mimma Zavoli, C10 “Dichiamo voto favorevole a questo Pdl da parte di C10 e Su, ben venga in Aula la condivisione su temi così importanti”.
Grazie Zafferani, C10: “Anche il nostro movimento voterà favorevolmente a questo Pdl, è un altro traguardo che l Repubblica di San Marino sta facendo, il percorso è ancora molto lungo, ma con l’impegno all’educazione dei cittadini sammarinesi continuerà”.
Alessandro Mancini, Ps: “Per esprimere voto favorevole del Ps a questo Pdl”.

Comma 22. Progetto di legge “Norme e tutela dei soggetti affetti da malattia celiaca”. Prima lettura

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, dà lettura della relazione: “Il progetto di legge sulla celiachia è stato predisposto dalla Commissione di Studio nominata dal Congresso di Stato con delibera n. 45 del 17 novembre 2015, e nasce a seguito dell’Istanza d’Arengo n.3 presentata in data 5 ottobre 2014, approvata dal Consiglio Grande e Generale nella seduta del 17 marzo 2015 con delibera n.2. 
La malattia celiaca, definita anche sprue celiaca o enteropatia da glutine, è una malattia immunomediata scatenata dall’ingestione di glutine che, in soggetti geneticamente predisposti, determina un processo infiammatorio nell’intestino tenue e conseguente malassorbimento e manifestazioni extraintestinali. L’ingestione di glutine e proteine affini scatena nei soggetti intolleranti una forte reazione immunitaria principalmente a livello dell’intestino tenue. È questa incontrollata risposta infiammatoria a condurre all’atrofia dei villi intestinali, minuscole sporgenze digitiformi che ricoprono la parete del piccolo intestino e principale via di assorbimento delle sostanze nutritive contenute negli alimenti. L’intestino così danneggiato perde per buona parte la sua capacità di assimilare i nutrienti e l’individuo celiaco manifesta una sindrome da malassorbimento, caratterizzata da ritardo di crescita e deficit nutrizionale. Sebbene il termine glutine indichi propriamente solo il complesso proteico alcool solubile estratto dal grano, questo termine viene comunemente esteso alle corrispondenti proteine della segale e dell’orzo, in considerazione della loro omologia di sequenze aminoacidiche e dell’effetto tossico che scatena ne! celiaci. Gli studi recenti che hanno affrontato la distribuzione e la frequenza della celiachia nella popolazione dimostrano che l’epidemiologia in questi ultimi anni è cambiata, passando da una predominanza di forme cliniche, caratterizzate da sintomi e segni gastro-intestinali (diarrea, vomito, addome globoso e scarso accrescimento) alle cosiddette forme “atipiche”, contraddistinte da anemia, epatopatie e/o malattie autoimmuni. La maggiore consapevolezza e conoscenza della celiachia da parte dei medici hanno aumentato il numero di diagnosi anche in soggetti celiaci asintomatici. Sono diversi i motivi che si ipotizzano per spiegare l’aumentato numero dei casi di celiachia. Tra i più accreditati troviamo il maggiore consumo di prodotti alimentaria base di cereali, il più elevato contenuto di glutine nei cereali utilizzati attualmente per produrre pane e pasta, l’industrializzazione dei processi di panificazione e pastificazione.
A San Marino sono attualmente censiti circa 176 pazienti/assistiti ISS affetti da malattia celiaca, ma il trend è in aumento. È ormai riconosciuto che si tratta di una malattia multisistemica, a patogenesi autoimmune le cui manifestazioni cliniche sono estremamente variabili. La celiachia può presentarsi a qualsiasi età e può talora essere clinicamente silente. L’entità delle patologie correlate alla malattia celiaca è senza dubbio superiore a quanto si potesse pensare e da questo nasce il crescente interesse alla dimensione sociale di questa condizione. Le problematiche che coinvolgono la celiachia sono diverse e la sua diffusione dilagante impongono di annoverarla fra le c.d. “malattie sociali”. L’utilità di questo concetto serve per correggere situazioni di disagio e di difficoltà che hanno conseguenze sociali molto rilevanti, pur tenendo conto che la definizione di malattia sociale è materia in continua evoluzione, essendo una nozione essenzialmente orientata a segnalare l’importanza di particolari malattie dal punto di vista sociale. In primo luogo è fondamentale la conoscenza della malattia stessa da parte del celiaco: saper affrontare la propria condizione rappresenta un ottimo punto di partenza per una condizione che deve essere gestita in modo consapevole. Proprio la consapevolezza evita l’insorgenza di complicanze cliniche, aiuta a gestire le difficoltà quotidiane e le limitazioni della vita sociale. In questo senso, l’informazione e l’educazione, possono rappresentare il sostegno adeguato non solo per il celiaco ma per tutta la famiglia che è chiamata a condividerne le necessità. La garanzia di poter disporre di alimenti sicuri non è limitata al consumo casalingo, ma coinvolge anche la ristorazione nelle scuole, negli ospedali, nei posti di lavori, negli esercizi pubblici. Nell’ambito della ristorazione collettiva ai fini della sicurezza igienico­ sanitaria è necessario che siano chiaramente definiti dalle aziende i processi produttivi e distributivi, mentre ai fini della sicurezza nutrizionale è necessario rendere disponibili le informazioni sulla composizione e sulle caratteristiche nutrizionali degli alimenti in modo da orientare i consumatori verso scelte consapevoli, adeguate e sicure al proprio profilo. Altro punto molto importante nel settore della ristorazione è la formazione rivolta a ristoratori e ad albergatori. Analogamente è necessario sensibilizzare e formare anche la classe medica sulle più recenti procedure diagnostiche e terapeutiche. La maggiore consapevolezza e conoscenza della celiachia da parte dei medici, l’aumento della sensibilità della collettività e l’introduzione, nella clinica routinaria di nuove tecniche diagnostiche, hanno aumentato il numero di diagnosi anche in soggetti celiaci asintomatici. A tale riguardo, occorre continuamente aggiornare le procedure per la diagnosi e il monitoraggio della celiachia e relative patologie associate, armonizzandole con le nuove linee guida a livello europeo e le recenti acquisizioni della letteratura scientifica. La terapia, attualmente rappresentata esclusivamente da una dieta priva di glutine, è garantita ai soggetti celiaci dall’erogazione gratuita dei prodotti sostitutivi degli alimenti a base di cereali contenti glutine da parte del servizio farmaceutico nazionale. Tuttavia tale sistema non risulta essere più adeguato. Tutelare il celiaco significa assistenza e prevenzione, miglioramento della qualità di vita. L’accoglimento dell’istanza d’Arengo presentata ha garantito l’introduzione di una legge a protezione dei soggetti malati di celiachia, già adottata in Italia dal 2005, che consente l’inserimento di una serie di interventi per favorire il normale inserimento nella vita sociale dei soggetti celiaci, posto che ad oggi, l’unica terapia disponibile è una dieta rigorosamente priva di glutine, che, inevitabilmente ne limita la vita sociale. In tal senso l’alimentazione è un elemento che sempre condiziona la vita quotidiana delle persone, e tale condizionamento è ancora più forte ed essenziale per i soggetti celiaci per i quali alimentazione e terapia costituiscono un’unica realtà, sia in ambito domestico sia nei più comuni momenti di socializzazione, nella vita scolastica, nel lavoro e nel tempo libero. 
La ristorazione fuori casa presenta elementi di criticità per la non conoscenza delle problematiche relative alla celiachia che condizionano negativamente l’integrazione dei celiaci e possono compromettere l’osservanza della dieta per la persona affetta dal morbo celiaco. La promozione e la tutela della salute dei celiaci è un obiettivo sanitario e sociale importante e dichiarare la celiachia malattia sociale dimostra enorme sensibilità verso questa categoria di pazienti. La proposta di legge in esame è scaturito dall’analisi della vigente normativa italiana. Il testo, che recepisce gli obiettivi dell’Istanza d’Arengo e sviluppa le relative proposte di strumenti applicativi per dare attuazione ai principi che contiene. In particolare, i temi recepiti dal testo normativo garantiscono il raggiungimento dei seguenti obiettivi: effettuare la diagnosi precoce della celiachia e della dermatite erpiforme (art. 3); effettuare la diagnosi precoce e la prevenzione delle complicanze della malattia celiaca (art. 3); migliorare le modalità di cura dei cittadini celiaci; migliorare l’educazione sanitaria della popolazione sulla malattia celiaca (art. 5); favorire l’educazione sanitaria del cittadino celiaco e della sua famiglia; agevolare l’inserimento dei celiaci nelle attività scolastiche, sportive e lavorative, attraverso un accesso equo e sicuro ai servizi di ristorazione collettiva; provvedere alla preparazione e all’aggiornamento professionale del personale sanitario; predisporre gli opportuni strumenti di ricerca; promuovere con adeguate iniziative la conoscenza dei ristoratori privati disponibili a introdurre nei loro locali anche la ristorazione senza glutine; prevedere l’inserimento di pasti senza glutine nelle mense pubbliche in territorio sammarinese (art. 1); prevedere l’erogazione dei prodotti senza glutine non solo presso le Farmacie di Stato, ma anche presso esercizi commerciali privati mediante buono di acquisto (art. 4). Con riferimento all’approvvigionamento dei prodotti dietoterapici, a fronte delle criticità che il sistema attuale presenta, basato su un quantitativo massimo di peso di prodotti riferiti all’età dei soggetti richiedenti, regolamentata dalla delibera del Consiglio di Amministrazione dell’ISS del 12/10/1994 n. 3, si è valutata l’ipotesi di corresponsione di una somma di denaro volta a compensare l’alto differenziale economico che i prodotti gluten free presentano. Ai soggetti affetti da celiachia sarà erogato un “credito” d’acquisto sulla Smac Card o altro documento di credito, da poter spendere presso esercizi commerciali privati sammarinesi: il credito stabilito nella Tabella allegata al Progetto di Legge potrebbe in tal caso essere utilizzato presso esercizi convenzionati o tutti i supermercati del territorio. In Commissione avremo la possibilità di introdurre migliorie, certamente si ritiene questa possa essere una risposta adeguata ai cittadini che hanno la celiachia e nell’individuazione di questa quale malattia sociale”.

Lorella Stefanelli, Pdcs: “In un momento di crisi per la famiglie la gestione della celiachia rischia di divenire u’emergenza sociale. Con questa iniziativa si dà seguito a un’istanza d’Arengo approvata dal Consiglio. Celiachia non è una moda ma una malattia autoimmune che trova in una dieta priva di glutine l’unica terapia. E’ importante riconoscerla come malattia sociale e  aiutare i soggetti malati con una serie di interventi volti a favorire il normale inserimento all’attività sociale, perché rischia di essere una malattia che condiziona la socialità, soprattutto per i bambini. L’istanza chiedeva procedure più snelle per rifornirsi di alimenti e più possibilità di scelta, credo che il provvedimento proposto dal segretario di Stato vada in questa direzione. Positivo venga superata l’erogazione di quantità di prodotti gluten free alla farmacia di Stato e sia possibile rifornirsi in esercizi commerciali, molto più agevole sarà riconoscere un credito di acquisto su Smac o altri supporti, un diritto a compensazione di denaro, da poter spendere in esercizi commerciali sammarinesi.  Alcuni spunti: il tetto massimo indicato nel testo in modo differente secondo l’età e il sesso. Dai 10 anni su si tratta di 99 euro al mese per le donne, 149 euro per gli uomini, le chiedo di valutare se ha un senso questa differenziazione. E’ vero che in Italia si segue questo criterio sulla base fabbisogni energetici giornalieri.  Altro suggerimento: la tabella dei prodotti è da aggiornare, per avere certa autonomia. Il mio giudizio non è che positivo su questa legge”.

Ivan Foschi, Su: “Occorre essere consapevoli di tutte le implicazioni di questa malattia e valutare come chi ne è affetto possa svolgere vita sociale come gli altri. Per la scuola, ristoranti, etc. occorre un disciplinare di somministrazione molto rigido”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Questan norma va nella direzione di ottimizzare un servizio che lo Stato oggi fa fatica a dare perché è cambiata l’offerta che il celiaco può trovare, si lascia al consumatore la possibilità di scegliere dove trovare i prodotti, l’evoluzione della legge è una passaggio importante”.

Andrea Zafferani, C10:  “La proposta di legge prevede interventi per formazione e screening, ma sono due aspetti che possono avere un certo impatto economico, assolutamente necessario che avvenga, ma mi chiedo -visto che si parla di un capitolo apposito di bilancio- quale sia la stima di impatto economico della legge”.

Elena tonnini, Rete: “La Celiachia nella normativa europea è stata classificata o meglio declassificata come intolleranza alimentare. Noi condividiamo invece la valutazione di questa norma a patologia sociale, ma ci chiediamo il perché della scelta dell’Ue. Chiediamo poi di concentrare l’attenzione sulla prevenzione e sul discorso sanitario a monte evitando e di creare un mercato di prodotti alimentari per celiaci. Occorre evitare distorsioni su questi rimborsi”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato, replica: “Preferirei attenermi al tono generale per non superare il confronto in Commissione. Il passaggio che fa questo Pdl è fondamentale nella definizione di malattia sociale, non so il perché l’Ue l’abbia declassata, credo per ragioni di tipo economico. Questo Pdl deve essere un punto di partenza, credo ci sia l’occasione per predisporre emendamenti in modo collaborativo prima della Commissione. Mi riservo di lavorare nell’ambito della commissione, la tabella allegata segue  i parametri del provvedimento italiano del 2005, nulla ci impone di non essere precisi e originali”.

Comma 23. Progetto di legge “Norme per l’accertamento e la certificazione di morte/Prima lettura

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, dà lettura della relazione: “Il presente Pdl nasce dall’esigenza di aggiornare la normativa per accertamento e certificazione di morte. Tre obiettivi: 1) aggiornare la definizione di morte, utilizzando lo standard neurologico giuridicamente riconosciuto dalla maggioranza dei Paeesi del moonso che si basa su criteri definiti dalla Commissione Harvard del 1968, 2) identificare moderne procedure, modalità e obblighi per accertare e certificare la morte da parte dei sanitari, istituendo altresì un collegio medico per l”accertamento, introducendo la figura del medico necroscopo e prevedendo sanzioni in caso di inadempimento 3) porre le basi per la donazione di organi umani nel nostro Paese, tutt’oggi non consentita proprio per i limiti imposti dalla definizione di morte contenuta nel regolamento del 1910. E’ un Progetto tecnico ma importante, introduce procedure diverse di accertamento di morte ma anche criteri di controllo di chi accerta la morte e la responsabilizzazione dei medici.  C’era un vulnus da colmare, dal 1910 per donare organi e questo Pdl apre alla possibilità della donazione, importante per le famiglie e per le persone che hanno in animo di fare questo gesto”.

Roberto Venturini, Pdcs: “Dal 1910 l’evoluzione medica ha fatto enormi passi in avanti e si è imposto un aggiornamento della definizione di morte secondo uno standard neurologico universalmente riconosciuto. Con questo Pdl viene istituto il collegio medico per l’accertamento di morte e la figura medico necroscopo, altra novità è la possibilità da parte dei medici coinvolti di richiedere un riscontro autoptico quando non c’è certezza sulla causa della morte o per motivi di sanità pubblica. Tutti questi elementi sono propedeutici al raggiungimento di un obiettivo importante, quello della donazione di organi e tessuti. Il Pdcs nella recente conferenza programmatica ha sottolineato l’importanza di questo Pdl per aspetti sociali, sanitari e soprattutto etici”.

Ivan Foschi, Su: “Inviterei a interventi più decisi, non sappiamo quanti sono i sammarinesi che hanno manifestato la volontà di donazioni degli organi, tutto quello che va nella direzione di agevolare la cultura della donazione e trapianti va fatto, ma non fermiamoci alle dichiarazioni, mettiamo in campo iniziative di sensibilizzazione. Massima disponibilità da parte di Su”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato, replica: “Stiamo lavorando da mesi sul Pdl donazione organi, in Commissione possiamo emendare questa norma e prevedere un decreto. Colgo l’invito di Foschi e in sede di Commissione penso potremmo dare un contributo serio a questo avvio nel Paese”.

Comma 24. Progetto di legge “Regolamentazione del servizio diplomatico e consolare della Repubblica di San Marino”/prima lettura

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri dà lettura della relazione: “L’esigenza di una regolamentazione del servizio diplomatico è emersa sempre più chiaramente negli ultimi anni, che hanno visto mutare le esigenze della politica estera sammarinese ed evidenziare il ruolo strategico che il settore diplomatico ha sempre svolto per la Repubblica. La struttura diplomatica necessita di una migliore definizione in termini organizzativi e di funzione per affrontare le nuove sfide che l’attendono, sia a livello qualitativo sia quantitativo. Prima di descrivere il provvedimento legislativo che oggi viene posto all’attenzione del Consiglio Grande e Generale, è opportuno richiamare in premessa alcune riflessioni che costituiscono il presupposto fondamentale per la comprensione del progetto di legge ed inquadrano le nuove esigenze cui il nostro Paese deve fare fronte nel mutato scenario internazionale, sia per quanto concerne i rapporti multilaterali sia bilaterali. Come è noto, ma giova ricordarlo, nella storia della nostra Repubblica la politica estera ha sempre esercitato un ruolo fondamentale, sia in tempi lontani, ove vi era necessità di difendere l’integrità del nostro piccolo territorio, sia nei tempi più recenti quando, prima attraverso il rapporto con l’Italia e poi attraverso l’entrata a far parte dei principali Organismi internazionali, sono state siglate le intese la cui ricaduta economica ha giovato per decenni al benessere ed alla crescita del nostro Paese. L’importanza di questo vitale settore si è accresciuta ancora maggiormente negli ultimi anni, nei quali la necessità di addivenire ad una radicale trasformazione dell’intero sistema economico sammarinese ha imposto tutta una serie di nuove e stringenti priorità alla politica estera, che possono essere cosi sintetizzate: 1) maggiore rappresentatività ed incisività negli Organismi internazionali al fine di diffondere sempre più e meglio l’immagine statuale e le peculiarità storiche, culturali ed economiche del nostro Paese; 2) intensificazione del rapporto con l’Unione Europea e definizione del futuro assetto delle relazioni politiche ed economiche potenziamento delle relazioni bilaterali soprattutto con quei Paesi che possono essere definiti strategici per il nostro rilancio economico, oltre che, naturalmente, l’ intensificazione delle relazioni con l’Italia per l’implementazione di un rinnovato rapporto di cooperazione; 3) maggiore qualificazione e specializzazione degli agenti diplomatici di carriera; 4) intensificazione del livello di comunicazione della politica estera, di cooperazione internazionale e di interscambio culturale, volto ad assicurare un ruolo internazionale di San Marino quale propugnatore e difensore dei diritti umani fondamentali e del dialogo interculturale e interreligioso; 5) creazione di un vero e proprio staff diplomatico che sia in grado di valutare preventivamente le opportunità di sottoscrizione di nuovi accordi e intese e l’attuazione delel decisioni politiche scaturite dagli incontri bilaterali e multilaterali.  Il Pdl pone le basi per un consolidamento e una qualificazione della struttura diplomatica della Repubblica in un contesto in cui la dimensione internazionale assume sempre più rilievo ed importanza. Vi invito pertanto ad approvare questa Legge che oggi viene posta all’attenzione del Consiglio grande e generale”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “E’ un passo in avanti rispetto al Pdl depositato due anni fa e rimasto in sordina. Rispetto al requisito linguistico, ci sono test certificati che valutano quanto una persona è a conoscenza della  lingua inglese e in un Pdl sulla carriera diplomatica qualche riferimento a questi test credo vadano maggiormente definiti e non che ci si possa limitare a ‘ottima conoscenza’.  Vogliamo mettere poi che non si possa appartenere a logge massoniche?”.

Andrea Belluzzi, Psd:  “Nell’ambito della spending review, le energie e risorse nelle sedi estere vanno organizzate nel miglior modo, questa legge va in questa direzione”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Qualche chiarimento al testo La limitazione dei 40 anni, oltre non si può dare la propria disponibilità? Chiederei se c’è un motivo specifico. A me pare poi che con la retribuzione di sede si vada a prevedere nuovamente delle indennità”.

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