Casapound a Bologna: “Noi non rinneghiamo il fascismo. E le leggi le rispettiamo”
24 febbraio 2018
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ROMA – Un’intimidazione squadrista in piena regola, un raid dal sapore di regime che aumenta il nervosismo e lo scontro alla vigilia delle elezioni. A Pavia, nella notte, numerosi adesivi con la scritta ‘qui abita un antifascita’ sono apparsi sui portoni delle abitazioni di militanti di sinistra.
A denunciare l’accaduto le stesse vittime del ‘marchio’, via Twitter: “Qualche valoroso neofascista si è preso la briga di scoprire dove abito, aspettare che non fossimo in casa e lasciarmi questo messaggio intimidatorio”, si legge.
Il gesto non è stato isolato: “Anche un componente del comitato della mia sezione ANPI- si legge in un altro tweet- ha trovato sulla porta di casa l’adesivo. Lo stesso altri compagni, membri di organizzazioni o attivisti per proprio conto“.
E le vittime non sembrano avere alcun dubbio sugli autori dell’intimidazione: “Bisogna sciogliere subito Casapound e Forza Nuova. Ecco cosa succede quando si lasciano i neofascisti liberi di aprire sedi, fare manifestazioni e presentarsi alle elezioni, lasciando impunite le loro aggressioni squadriste”
Tra le persone che si sono svegliate con la porta marchiata, fa sapere il quotidiano locale ‘La Provincia Pavese‘ ce ne sarebbero alcune implicate nei processi per gli scontri dello scorso 5 novembre 2016, quando la rete antifascista tentò di impedire un corteo dell’estrema destra. A processo, i 30 imputati sono stati tutti prosciolti.
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