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Imprese, Istat: “Aumenta competitività, ma poca internazionalizzazione”

ROMA - "Le tendenze macroeconomiche segnalano da un lato un

Pubblicato:03-03-2017 10:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:58

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ROMA – “Le tendenze macroeconomiche segnalano da un lato un chiaro recupero di competitività del nostro sistema produttivo, dall’altro un ritmo di crescita ancora modesto, nei confronti delle principali economie europee”. E’ quanto si legge nel rapporto Istat sulla competitività dei settori produttivi.

La “lunga fase recessiva” ha fatto sentire i suoi effetti: “tra il 2011 e il 2014 il sistema ha perso oltre 194 mila imprese e quasi 800 mila addetti” e “una impresa su due ha ridotto il valore aggiunto in tutti i settori manifatturieri e in quasi tutto il terziario. Le imprese più colpite dalla crisi sono quelle che vendono solo sul mercato interno”.

L’Istat osserva che “la selezione ha operato anche sulle imprese internazionalizzate: durante la recessione, solo chi esportava su scala mondiale ha aumentato valore aggiunto e addetti. Esportare è rimasta quindi una condizione necessaria, ma non sufficiente, per avere una performance positiva”. Ma, avverte infine il rapporto, “l’Italia resta un paese poco internazionalizzato rispetto alle maggiori economie europee: nel 2015 la quota di investimenti diretti esteri sul Pil (25,9% in uscita e 18,6% in entrata) è meno della metà di quelle di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna”.


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