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Manovra, Tavarnelli (Aifi): “Devastante la sanatoria sulle professioni sanitarie”

ROMA - Il presidente dell'Aifi, Mauro Tavarnelli, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è Desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo

Pubblicato:03-01-2019 11:24
Ultimo aggiornamento:03-01-2019 11:24
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ROMA – Il presidente dell’Aifi, Mauro Tavarnelli, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è Desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, in merito all’emendamento contenuto nella manovra che riguarda le professioni sanitarie. 

“Abbiamo trovato nottetempo un emendamento che poi purtroppo è entrato nella legge di bilancio in cui si apre la porta dell’iscrizione agli albi e agli ordini, seppur in elenchi a speciali, a coloro che per 36 mesi hanno esercitato una professione di tipo sanitario pur non avendone i titoli- ha detto Tavarnelli- Questa per noi è una cosa devastante. Vuol dire aver fatto esercizio abusivo della professione sanitaria. Noi abbiamo il titolo di laurea per diventare fisioterapisti, o dei titoli equipollenti o equivalenti per coloro che avevano fatto dei percorsi precedenti prima che venisse introdotta la laurea. Il concetto di abilitazione alla professione di fisioterapista è fondamentale, non si può derogare in nessun modo. Chi potrà entrare nell’elenco speciale? Secondo me non l’ha capito neanche il legislatore. Ci sono stati anche parlamentari che hanno espresso il loro dissenso, anche perché non c’è ancora un decreto attuativo e non è chiaro chi potrà fare il fisioterapista, non si sa chi si potrà iscrivere in questo elenco speciale”.

“Al cittadino dico di chiedere l’iscrizione all’albo dei fisioterapisti in modo da verificare se si tratta di un professionista vero- ha spiegato Tavarnelli- Gli abusivi della professione sono talmente tanti che noi da anni non riusciamo più a contarli. Si sente di tutto. Ci sono scuole da un mese, due mesi, c’è gente che va a fare il corso di un fine settimana e che poi dice: vado a curare le persone a casa. E’ una jungla e uno Stato serio dovrebbe cercare di vigilare. Bisogna permettere agli Ordini di vigilare. Chi ha portato avanti quella che noi chiamiamo sanatoria dice: non potevamo far perdere il posto di lavoro a migliaia di operatori. Ma se non avevano il titolo chi gliel’ha dato questo posto di lavoro? Se troviamo un falso medico in ospedale non è che lo teniamo lì perché è un padre di famiglia. Le professioni della salute non sono uno scherzo”.


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