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Con 2.350 oculisti e 3.700 partecipanti si chiude il Congresso Soi: Piovella confermato presidente

'Ho una grandissima responsabilità e ringrazio tutti i soci che mi hanno ancora una volta ridato la fiducia'

Pubblicato:02-12-2017 15:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:57

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ROMA  –  Con 2.350 medici oculisti e un totale di 3.700 partecipanti si chiude oggi a Roma dopo quattro giornate il 97esimo Congresso nazionale della Società Oftalmologica italiana.

Soddisfatto il presidente della Soi, Matteo Piovella, che fa un bilancio all’agenzia Dire.

“I numeri sono molto buoni: siamo sempre stati stabili o in lieve crescita- dice Piovella- ma quest’anno abbiamo ottenuto il record assoluto di presenze dal 2006, con 2.350 medici oculisti, un numero straordinario per un unico congresso, con una partecipazione totale di 3.700 persone. Direi che sono molto soddisfatto e che il bilancio è più che positivo, ma allo stesso tempo sento anche una grandissima responsabilità perché il prossimo anno dovremo cercare di fare uguale, ma soprattuto di fare meglio”. La Soi, quindi, è già a lavoro per il prossimo Congresso.


“Si tratterà di una grande sfida- prosegue Piovella- noi siamo probabilmente una delle poche società nazionali che è riuscita a creare una via anche a livello internazionale, con le più importanti società oftalmologiche del mondo. Ora noi abbiamo due eventi, che si svolgono grosso modo ogni sei mesi, uno a maggio e l’altro a novembre. Per cui il prossimo congresso internazionale si svolgerà a Milano dal 16 al 19 maggio 2018 (alla Fiera di Milano), un appuntamento per noi fondamentale per il prossimo anno, che si concluderà a Roma con il congresso nazionale alla fine di novembre- conclude Piovella- all’Hotel Rome Cavalieri”.


PIOVELLA RICONFERMATO ALL’UNANIMITA’

L’assemblea dei soci Soi ha riconfermato all’unanimità Matteo Piovella presidente della Società Oftalmologica italiana.

“Sono ovviamente soddisfatto- commenta Piovella all’agenzia Dire- anche perché penso di vivere una situazione straordinaria: ricordo che la mia direzione nella Soi è cominciata nel 1998 e, alla fine di questo nuovo mio mandato, saranno trascorsi 25 anni. Quindi ho una grandissima responsabilità e ringrazio tutti i soci che mi hanno ancora una volta ridato la fiducia. Per me questo sarà da stimolo per riuscire a risolvere tutte le problematiche che la Società Oftalmologica italiana da anni si è messa sulle spalle”.


Secondo Piovella, ora c’è la necessità di continuare “a sostenere i medici oculisti per poter dare le cure migliori ai nostri pazienti- spiega- abbiamo bisogno di far comprendere alla politica che le regole vanno rispettate e che la qualità e l’evoluzione devono essere sostenute. Siamo consapevoli dei grandi problemi, però ci sono situazioni che devono essere inevitabilmente migliorate con la collaborazione di tutti, ma soprattutto finalizzate in modo positivo, torno a ripetere, per il bene dei pazienti”.

Piovella, che sarà alla guida della Soi per altri quattro anni, è riuscito a portare a votare quasi 2mila oculisti. Ma ora già guarda al futuro. “Aver movimentato così tanti soci, con quasi il doppio del numero di votanti normalmente presente (siamo infatti circa al 45% dei votanti)- sottolinea Piovella- direi che crea una grande responsabilità. Responsabilità che, posso rassicurare tutti, si basa su una grande esperienza e su una capacità costruita anno dopo anno e che sicuramente continuerò a mettere a disposizione senza risparmiarmi di tutti i 7mila oculisti italiani, ma soprattutto delle decine di milioni di pazienti che in questo momento vivono una criticità assistenziale a livello oftalmico. Perché questo- conclude- mi preoccupa molto”.

TUMORE OCCHIO, PIÙ FREQUENTE MELANOMA COROIDE: COLPITI 200 L’ANNO

“Il principale tumore dell’occhio nell’adulto è il melanoma della coroide, che colpisce circa 200 persone all’anno nel nostro Paese”. Lo fa sapere il professor Edoardo Midena, direttore della Clinica Oculistica dell’Università – Azienda Ospedaliera di Padova, intervistato dall’agenzia Dire in occasione del 97esimo Congresso nazionale della Società Oftalmologica italiana.


“Chi sono i soggetti più a rischio e quali le prime avvisaglie? Oltre all’età adulta non esistono concettualmente altri fattori di rischio particolari– risponde Midena- quanto alle prime avvisaglie dipendono da dove è localizzato il tumore dentro all’occhio, perché se è al centro della zona della retina si manifesterà molto presto, con disturbi visivi come la distorsione delle immagini; se fosse invece nella parte periferica della retina si manifesterà tardivamente con l’effetto di una perdita del campo visivo, cioè il soggetto vedrà un’ombra di lato e quindi si rivolge all’oculista”.

Ma quando possono essere operati i tumori oculari e che percentuale c’è di buona riuscita dell’evento? “Rispetto al passato oggi possono essere operati quasi tutti i tumori dell’occhio- fa sapere Midena- mentre nel passato l’unico intervento era rimuovere l’occhio in toto, anche anche se era un occhio che vedeva benissimo. Oggi noi sappiamo che utilizzando le tecniche cosiddette ‘conservative‘ ci si riferisce alla conservazione del bulbo oculare, quindi anche tumori di grandi dimensioni, che prima erano totalmente destinati alla enucleazione, possono essere oggi trattati. Il grande messaggio che finora non è ben noto è che il controllo locale della malattia oculare neoplastica avviene nei centri specializzati in oltre il 95% dei casi, che è una cosa incredibile nel campo della oncologia medica e chirurgica. Quindi questo ancora di più muove alla necessità di una diagnosi corretta e di un trattamento adeguato”.

La ricerca intanto va avanti anche in questo campo… “Per definizione la ricerca va sempre avanti in medicina- aggiunge ancora Midena- diciamo che, a fronte di un controllo quasi completo della malattia locale, il problema del melanoma della coroide sono le metastasi che sono di tipo sistemico e sono a livello del fegato, per il quale la sopravvivenza diminuisce drasticamente. Quindi la ricerca mira a scoprire quei tumori, quindi quei soggetti che hanno il tumore che siano più a rischio di questo fenomeno. E questo è possibile oggi con un’indagine di tipo genetico che si fa direttamente sulla lesione intraoculare. Nel momento in cui si va a fare l’intervento per il trattamento della lesione oculare si campiona una microscopica quantità del tessuto della lesione- conclude l’esperto- e si fa un’analisi genetica“.

di Carlotta Di Santo, giornalista professionista

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