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Flick: “La nostra Costituzione è stata scritta per dire: ‘Mai più fascismo’”

Intervista al Presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick

Pubblicato:02-12-2017 14:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:57

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ROMA  – “Nel campo di concentramento di Dachau sta scritto che chi dimentica il passato è condannato a ripeterlo” dice il Presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, intervistato dalla Dire sul suo ultimo libro “Elogio della Costituzione”, e aggiunge: “Questo è il discorso fondamentale che la Costituzione ci insegna legando insieme passato e futuro, una Costituzione che era stata scritta per dire, guardando all’indietro: ‘Mai più fascismo’, ma guardava anche al futuro, il futuro di un Paese che usciva dalla guerra e che ricostruiva. Credo che dobbiamo cercare questo per ritrovare la fiducia e dobbiamo soprattutto spiegarlo ai giovani con parole nuove e vecchie al tempo stesso che sono le parole della nostra Costituzione”.


I giovani sono il futuro del nostro Paese. Ma i nostri giovani non trovano lavoro e molte volte non avranno i diritti garantiti in passato ai loro padri…

“Questo è un problema ulteriore- risponde Flick- legato all’evoluzione tecnologica, scientifica che ha portato già a delle profonde delocalizzazioni dei posti di lavoro e io credo che porterà alla soppressione ulteriore di posti di lavoro, che non verrà bilanciata dai posti di lavoro nuovi che ci offriranno la tecnologia, la robotica, l’intelligenza artificiale. Bisogna prepararsi a un discorso di questo genere e l’unico modo per prepararsi è la cultura. Richiamo qui una norma importante della Costituzione spesso evocata, ma anche sottovalutata: l’articolo 9, che dice che la Repubblica deve sviluppare la cultura e tutelare il patrimonio artistico e culturale e il paesaggio, intendendo con questa parola l’ambiente. Questo vuol dire ricordare il passato per affrontare il futuro” dice ancora il Presidente emerito della Corte Costituzionale.

“LA NOSTRA COSTITUZIONE E’ NATA DAL SANGUE  E DOPO LA GUERRA CIVILE”

“La nostra Costituzione, come tutte le grandi Costituzioni, è nata dalla sofferenza, dalla lotta di un popolo per il suo futuro. Di solito le Costituzioni che nascono a tavolino come la Costituzione Europea del 2004 non funzionano, per una ragione o per l’altra”, dice Giovanni Maria Flick.



Le costituzioni “nascono dal sangue, dalla sofferenza, dal dialogo che si radica su ciò. La nostra Costituzione è in questi termini, nasce dopo una sconfitta, dopo una vera e propria guerra civile, dopo una Resistenza che non può essere patrimonio culturale solo di alcune forze politiche. Penso solo ai 600.000 militari italiani che andarono in campo di concentramento per non schierarsi con la repubblica sociale, penso alla popolazione civile tutte le volte in cui fu oggetto di stragi e di delitti inqualificabili o tutte le volte in cui si prodigò per salvare ebrei, prigionieri scappati dai campi di prigionia. Quindi le parole della Costituzione sono profondamente attuali e vere, anche e proprio per la loro origine”.

Per il presidente emerito della Corte Costituzionale “solo meditando il nostro passato, la nostra storia, e la capacità con cui l’Italia è riuscita a tirarsi su nei primi settant’anni, possiamo affrontare le nuove lotte, le nuove ragioni di difficoltà, i nuovi problemi, del lavoro, dell’immigrazione, dell’economia, che travagliano il nostro presente e il nostro futuro, oltre ai problemi della rinascita di forme di discriminazione, intolleranza e razzismo, che sono assolutamente inaccettabili. Se dovessi sintetizzare la Costituzione la sintetizzerei in due punti: uno di contenuto, la pari dignità per tutti e la rimozione degli ostacoli che impediscono il raggiungimento di questa pari dignità, soprattutto nei confronti dei tanti ‘diversi’ – donne, anziani, bambini, migranti, malati -; l’altro di metodo, la laicità intesa come capacità di dialogo, di rispetto reciproco per affrontare i problemi e gestire insieme la nostra convivenza nel rispetto di quella dignità di tutti e di ciascuno che è il fondamento della Costituzione” conclude Flick.

“LA COSTITUZIONE DEVE ANCORA ESSERE ATTUATA”

In questi giorni il nostro Paese è preda di azioni di gruppi neofascisti e neonazisti che si fanno pubblicità tranquillamente, di populismi. I sondaggi ci dicono che c’è un’Italia del rancore che cresce. Come si fa a rendere attuali e a far vivere ancora i valori fondamentali della Carta Costituzionale?

“La Costituzione ha 70 anni, è entrata vigore il 1 gennaio 1948 dopo un referendum e dopo un lavoro dell’Assemblea Costituente approvato con una maggioranza oggi si direbbe bulgara” risponde il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick.


Quella Costituzione per 70 anni, prosegue Flick “ci ha aiutato e ci ha aiutato parecchio. Si tratta di capire se la Costituzione è in grado, come io credo, di reggere per altri 70 anni almeno. È un discorso che trova il suo spunto preciso in un referendum che lo scorso anno ha messo in discussione alcuni punti tecnici ma anche fondamentali della Costituzione e che è stato rifiutato dal popolo italiano”.

Per il Presidente emerito della Corte Costituzionale “la Costituzione è ancora profondamente attuale. Deve essere attuata però, e l’attuazione della Costituzione dipende da tutti e da ciascuno di noi, dal livello politico, dal livello sociale, dall’attività di ciascuno e io credo che la prima cosa da fare sia andare a rileggersi i primi 12 articoli, quelli che ne segnano i principi fondamentali” chiude sul punto Flick.

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