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L’ambasciatore del Sudafrica: “Brics ponte per l’Africa”

https://www.youtube.com/watch?v=0a2WLN2mDKE&feature=youtu.beROMA - I Brics come garanzia di multilateralismo e motore per uno sviluppo più inclusivo: a parlarne è l'ambasciatore del

Pubblicato:02-11-2018 16:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:44

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https://www.youtube.com/watch?v=0a2WLN2mDKE&feature=youtu.be

ROMA – I Brics come garanzia di multilateralismo e motore per uno sviluppo più inclusivo: a parlarne è l’ambasciatore del Sudafrica in Italia, Shirish Soni, intervistato dall’agenzia ‘Dire’ sui nuovi orizzonti dell’associazione composta anche da Brasile, Russia, India e Cina.

Il colloquio si tiene pochi giorni dopo la Seconda conferenza Italia-Africa che in Farnesina ha riunito decine di ministri, diplomatici e rappresentanti di oltre 40 Paesi. “Un successo enorme”, sottolinea l’ambasciatore. Convinto della necessità di rafforzare i rapporti con Roma a partire da un passato di impegni condivisi contro l’apartheid e per l’inclusione sociale, cresciuti anche con Reggio Emilia, Giuseppe Soncini e “un’amicizia importante”.


– Ambasciatore, qual’è la strategia emersa dal vertice di Johannesburg di luglio, promossa dalla presidenza di turno sudafricana?

“Il Brics rappresenta un’alternativa all’ordine mondiale. I capi di Stato dei Paesi membri dell’associazione hanno evidenziato che, anzitutto, sostengono il multilateralismo. Oggi siamo di fronte a problemi, sfide e crisi, si tratti di Onu od Organizzazione mondiale del commercio: sembra che il multilateralismo stia crollando”.

“Noi ci aspettiamo che questi cinque Paesi, insieme con i loro alleati, comincino a rafforzare l’Onu, la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e tutte le istituzioni importanti che promuovono il multilateralismo, compresa l’Organizzazione mondiale del commercio. Questo è il primo impegno. Il secondo è che tra questi partner ci sia una crescita del commercio, del turismo e degli investimenti esteri diretti. Ciò creerà mercati enormi”.

“Bisogna poi considerare che l’Unione Africana ha approvato la creazione di un mercato unico per l’Africa, che vale 800 milioni di consumatori. Gli strumenti del trattato sono stati depositati al livello dei governi e a breve l’Africa sarà una unione doganale”.

– Va riformato anche il sistema di governo globale?

“Se parliamo di Consiglio di sicurezza tutti sono d’accordo sul fatto che la sua struttura oggi risulta profondamente ingiusta, in particolare per il diritto di veto del quale godono alcuni Paesi. Con la Russia e i Paesi euroasiatici, il Brasile e gli alleati latinoamericani del Mercosur, la Cina e l’India, oggi chiediamo un Consiglio più equilibrato, garante di un ordine più equo. L’altra priorità, decisiva, è rendere inclusivo lo sviluppo economico. Bisogna far uscire sempre più persone da una condizione di povertà e far sì che le risorse siano condivise in modo diffuso”.

– Quali sono le opportunità di collaborazione con l’Europa e con l’Italia?

“Nell’Ue ci sono due grandi partner, Francia e Germania. Ci sono però potenzialità enormi anche nell’area del Mediterraneo con Portogallo, Grecia, Spagna e Italia. Quest’anno il Sudafrica detiene la presidenza di turno dell’Indian Ocean Rim Association: con questo meccanismo, in un’ottica di cooperazione, possono essere affrontati i nodi dell’economia blu, delle migrazioni e dello sviluppo diseguale. Poi ci sono l’istruzione, la scienza e la ricerca, settori nei quali bisogna cogliere subito frutti importanti. Con l’Italia dovremmo identificare le università in grado di collaborare, guardando all’Africa nel suo complesso”.

– Opportunità anche per le imprese?

“Per creare lavoro e valore dobbiamo puntare sulle piccole e medie manifatture. E l’Italia è particolarmente efficiente per le imprese che impiegano tra le 60 e le 250 persone. Alcune puntano su design particolari e prodotti assolutamente originali. Si potrebbero creare joint venture, anche per superare le difficoltà nell’export. Poi c’è la Banca di sviluppo del Brics. La Cina è in prima fila sulle infrastrutture e c’è lo stesso Sudafrica, che questa settimana ha annunciato un fondo ad hoc da 400 miliardi di rand, oltre 27 miliardi di dollari. Porti, ferrovie, strade e nuove rotte aeree sono opportunità anche per le società italiane, che possono partecipare a bandi di gara in Sudafrica e negli altri Paesi del Brics”.

– Qual’è il suo bilancio della Conferenza Italia-Africa?

“L’incontro con i ministri degli Esteri dei Paesi africani che si è tenuto in Farnesina è stato un successo enorme. Era un’iniziativa in programma da tempo ma con il viceministro Emanuela Del re e il nuovo ministro degli Esteri sono stati compiuti grandi sforzi perché questo impegno desse i suoi frutti. Tra l’Italia e il Sudafrica, poi, c’è una lunga tradizione di rapporti. Pochi sanno che il più grande campo di prigionia durante la Seconda guerra mondiale fu costruito in Sudafrica. A Zonderwater, appena fuori Pretoria, arrivarono circa 100mila italiani. Nel rispetto della Convenzione di Ginevra, furono trattati con dignità ed ebbero l’opportunità di essere formati, di guadagnare, di avere assistenza sanitaria e di svolgere attività sociali”.

“Dopo la Guerra molti furono mandati in Gran Bretagna per contribuire alla ricostruzione delle città ma tanti poi tornarono a casa, in Italia. Anche per questo moltissime famiglie italiane hanno forti radici in Sudafrica. Molti ex prigionieri tornarono in Sudafrica e alcuni di loro in Sudafrica portarono amici. Oggi in Sudafrica i cittadini di origine italiana sono circa 60mila. Le delegazioni di imprenditori italiani che vengono da noi trovano istituti di lingua italiana nelle università principali, scuole e club italiani. C’è insomma un’impronta italiana. E c’è il sostegno che offriste nella lotta contro il colonialismo e l’apartheid…”

– Prego…

“Nei giorni del vertice del Brics a Johannesburg si è tenuta l’ultima edizione dei Tambo Soncini Games, un festival sportivo che ormai da 41 anni celebra un’amicizia importante: Oliver Tambo fu presidente dell’African National Congress prima di Nelson Mandela; Giuseppe Soncini si battè per la libertà, in Sudafrica ma anche in Angola e in Mozambico”.

– Dirigente del Partito comunista italiano, firmò il Patto di solidarietà e cooperazione tra la città di Reggio nell’Emilia e l’African National Congress…

“Ecco, sì, i fondamentali, i pilastri, ci sono. Italia e Sudafrica devono ripartire da qui”.

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