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Salute e fertilità nelle zone inquinate: al via il progetto ‘Fast’

Il progetto è coordinato dalla Asl di Salerno e promosso dal ministero della Salute su 450 ragazzi di tre aree ad elevato impatto ambientale.

Pubblicato:02-10-2018 14:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:37

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ROMA – Partire dall’analisi della fertilità dei ragazzi tra i 18 e i 22 anni residenti in aree a forte impatto ambientale per capire come controbilanciarne gli effetti sulla salute attraverso l’adozione di corretti stili di vita e una sana alimentazione. È ‘FAST-Fertilità, Ambiente e Stili di vita’, il progetto coordinato dalla Asl di Salerno e promosso dal ministero della Salute su 450 ragazzi di tre aree ad elevato impatto ambientale- 150 nella Terra dei fuochi (area nord di Napoli) 150 nel Sin Brescia-Caffaro e 150 nel Sin Valle del Sacco (Roma/Frosinone)- presentato stamattina dal referente scientifico, dottor Luigi Montano, a circa 400 studenti e studentesse delle classi quinte di tre istituti superiori di Colleferro, in provincia di Roma: liceo scientifico ‘G. Marconi’, istituto tecnico ‘S. Cannizzaro’ e istituto professionale ‘Parodi Delfino’. L’incontro si è tenuto nell’aula magna del tecnico ‘Cannizzaro’ alla presenza dei dirigenti scolastici dei tre istituti, del sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna, e della professoressa dell’università La Sapienza di Roma Margherita Eufemi.

Lo sperma diventa un importante indicatore per valutare quanto l’ambiente agisce sulla salute delle persone

Nato da una costola di ‘EcoFoodFertility’, un progetto più ampio che dalla Terra dei fuochi si è esteso in altre zone d’Italia (tra cui Taranto e Sassuolo) e d’Europa (Spagna e Grecia), FAST ne condivide il presupposto: considerare il liquido seminale come sentinella della salute ambientale e della salute generale. Diversi studi hanno, infatti, provato che ad una maggiore mortalità e incidenza di patologie metabolico-degenerative è legata una cattiva qualità dello sperma, che diventa un importante indicatore per valutare quanto l’ambiente agisce sulla salute delle persone che vivono in zone dove maggiore è la pressione dei contaminanti.



“Il progetto EcoFoodFertility ha già dei dati solidi in Campania e si riferisce a ragazzi tra i 18 i 40 anni residenti in diverse aree di campionamento- spiega all’agenzia di stampa Dire il dottor Montano, responsabile dell’ambulatorio pubblico di Andrologia della Asl di Salerno e coordinatore dei progetti FAST ed EcoFoodFertility- FAST va invece a studiare campioni di un’età più sensibile, in cui è meglio agire. I due progetti mirano non solo a valutare il danno eventuale da inquinamento, ma vogliono dare una risposta su come controbilanciare gli effetti del vivere in cattivi contesti ambientali con modifiche dello stile di vita e alimentari. È quello che abbiamo chiamato ‘Bonifica dell’uomo inquinato’- chiarisce- un tipo di intervento che per come è stato ideato ci risulta essere il primo esempio al mondo di una ricerca calata sul territorio per dare risposte pratiche che rappresentano anche indirizzi per nuovi modelli di valutazione dell’impatto ambientale sulla salute e di prevenzione a partire dalla fertilità, indicatore principale della salute”.


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Ai circa 200 studenti presenti in aula magna sono stati distribuiti i questionari preselettivi di adesione, utilizzati per verificare la rispondenza del campione ai criteri di selezione. Potranno infatti entrare nel biomonitoraggio soltanto i ragazzi non fumatori né bevitori abituali, non esposti professionalmente, non obesi e non affetti da patologie cronico-degenerative. Una volta selezionato il campione, i ragazzi, dopo aver firmato i consensi informati, saranno sottoposti a visita andrologica e nutrizionale, e riceveranno ulteriori informazioni attraverso incontri e schede. Verranno quindi sottoposti ad esami del sangue, delle urine, del capello e, soprattutto, del liquido seminale, sul quale saranno condotti dallo staff di ricercatori una serie di esami che mirano a valutare il numero, la morfologia e la motilità degli spermatozoi, oltre a misurare i livelli di biomarcatori di dose efficace (elementi in traccia, metalli pesanti) e i livelli di biomarcatori di effetto (Stato Redox, Psa, epigenetica).

Dei complessivi 450 ragazzi di riferimento, la metà (225) seguirà poi un intervento nutrizionale specifico con alimenti biologici privi di pesticidi e altri contaminanti forniti dalle aziende della Rete eubiotica della salute ambientale

Dopo quattro mesi, i ricercatori valuteranno attraverso una serie di esami specifici le differenze tra i due gruppi e quali miglioramenti sono avvenuti rispetto al tempo zero in chi ha seguito la dieta prescritta. Fondamentale per l’attivazione del progetto- che per la Valle del Sacco sarà esteso anche alle scuole superiori di Anagni, Ferentino e Frosinone- è stato il ruolo dei dirigenti scolastici. “Per le scuole contribuire a questa ricerca fornendo il campione necessario per portarla avanti rappresenta un impegno sociale importante.- dichiara alla Dire Antonio Sapone, dirigente scolastico del liceo ‘G. Marconi’- Vorremmo che la scuola in queste zone inquinate diventasse anche un piccolo presidio della salute pubblica perché ha un’utenza molto vasta e la divulgazione su queste tematiche può essere capillare”. “La mia scuola ha aderito al progetto FAST perché ha una popolazione scolastica esclusivamente maschile- dichiara alla Dire Patrizia Fiaschetti, dirigente scolastico dell’ipia ‘Parodi Delfino’- ma anche perché abbiamo sempre dato una rilevanza estrema ai progetti ambientali, essendo la nostra sede ubicata di fronte ad una discarica e vicina ad un inceneritore, per cui la percezione del problema da parte dei ragazzi c’è ed è reale”.

Una percezione diffusa, quella dell’impatto ambientale sul territorio, che all’itis ‘Cannizzaro’ ha dato vita ad un percorso di sensibilizzazione voluto e animato dagli studenti: “Nella nostra scuola normalmente vengono attivate iniziative riguardanti l’ambiente, sia attraverso il contatto con le associazioni del territorio che si occupano di queste tematiche, sia attraverso delle iniziative pratiche come la pulizia degli ambienti e del giardino.- racconta alla Dire il dirigente scolastico Alberto Rocchi- Ogni anno gli studenti organizzano la Giornata dell’ambiente ed è presente nell’istituto una commissione Ambiente con cui sempre gli studenti gestiscono queste tematiche. È fondamentale fare un percorso con i ragazzi perché laddove nelle famiglie spesso non esiste un’adeguata sensibilità rispetto a questi temi- conclude il preside- la scuola, come agenzia formatrice, deve assumersi necessariamente questo compito”.

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