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Riace, arrestato il sindaco Mimmo Lucano per favoreggiamento immigrazione clandestina

L'indagine che ha portato al suo arresto è della Procura di Locri

Pubblicato:02-10-2018 06:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:37
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ROMA – Arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina  il sindaco di RiaceDomenico Lucano, diventato ormai un simbolo dell’accoglienza ai migranti.

A diffondere la notizia è la stessa Procura di Locri, che lo ha indagato e oggi ne ha ottenuto l’arresto, con una nota. Nella nota, si spiega che oggi all’alba finanzieri del Gruppo di Locri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Locri, che prevede gli arresti domiciliari nei confronti di Domenico Lucano e il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem, nell’ambito dell’operazione denominata ‘Xenia’.

L’indagine, a quanto si apprende, si è concentrata sulla gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell’Interno e dalla prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico


Oltre che di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, Lucano è accusato di fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.

Sabato 6 ottobre manifestazione per Mimmo Lucano

A poche ore dalla notizia degli arresti domiciliari del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, è scattata la mobilitazione da parte di associazioni, movimenti, sindacati, partiti che nel corso di questi anni sono stati vicini all’esperienza di integrazione sociale nel piccolo comune reggino.

Riuniti all’interno di una sigla ‘Riace patrimonio mondiale dell’umanità‘, gli attivisti hanno aperto una pagina facebook per avviare una prima iniziativa, prevista questo sabato, 6 ottobre a Riace a partire dalle 15,00.

A ‘Riace non si arresta! A Riace per solidarietà a Mimmo Lucano‘ hanno già aderito Potere al Popolo, Usb, Cgil, Anpi, Libera, Arci, Art.21, Sinistra italiana e numerose associazioni da anni impegnate nell’accoglienza e integrazione dei migranti giunti in Calabria.

Salvini: “Chissà cosa diranno ora Saviano e i buonisti”

“Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati!
Io vado avanti. #portichiusi #cuoriaperti”. Questo il commento su Facebook del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, all’arresto di Domenico Lucano.

Più tardi, da Napoli, Salvini ribadisce il concetto: “Su Riace? Chiedete a Saviano, alla Boldrini, ai campioni dell’immigrazione fuori controllo un commento su questo arresto. Io vado avanti chiudendo i porti, facendo risparmiare agli italiani e agli immigrati regolari e perbene un sacco di soldi e di tempo”, risponde il ministro dell’Interno commentando l’arresto del sindaco di Riace.

Meloni: “Ora Saviano potrà portare le arance al suo amico sindaco”

“Vi ricordate quando Saviano diceva ‘Riace modello vincente’ riferendosi alle politiche sull’accoglienza? Bene, ora potrà portare le arance al suo amico Sindaco arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il vero modello vincente”. Lo scrive su twitter Giorgia Meloni, leader Fi.

Leggi anche: Fiorello: “Arrestateci tutti”. Fratoianni: “Si colpisce un modello di accoglienza”

LE ACCUSE DEI PM:

Organizzava “matrimoni di convenienza”

Nel corso dell’attività di indagine, spiega la nota della Procura di Locri, è emersa la particolare spregiudicatezza del Sindaco Lucano, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, nell’organizzare veri e propri “matrimoni di convenienza” tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano.

Gli elementi di prova raccolti hanno permesso di dimostrare come il sindaco, unitamente alla sua compagna Tesfahun Lemlem, “avessero architettato degli espedienti criminosi, tanto semplici quanto efficaci, volti ad aggirare la disciplina prevista dalle norme nazionali per ottenere l’ingresso in Italia”.

Irregolarità amministrative e reati

Particolarmente allarmanti si sono rivelate non solo la lunga serie di irregolarità amministrative e di illeciti penalmente rilevanti che costellavano la realizzazione del progetto, ma anche e soprattutto l’estrema naturalezza con la quale il Lucano e la sua compagna si risolvevano a trasgredire norme civili, amministrative e penali. Ancor più disarmante è risultata poi la spigliatezza con la quale il Lucano, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, ammetteva pacificamente più volte, ed in termini che non potevano in alcun modo essere equivocati, di essersi reso materialmente protagonista ed in prima persona adoperato, ai fini dell’organizzazione di matrimoni “di comodo”.

Un ‘pasticcio’ anche sui rifiuti

Nel corso delle indagini la Guardia di Finanza ha poi raccolto inconfutabili elementi circa il fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti della cittadina riacese, così impedendo l’effettuazione delle necessarie procedure di gara previste dal Codice dei contratti pubblici e favorendo invece due cooperative sociali, la “Ecoriace” e “L’Aquilone”. Le predette cooperative sociali difettavano infatti dei requisiti di legge richiesti per l’ottenimento del servizio pubblico, poiché non iscritte nell’apposito albo regionale previsto dalla normativa di settore.

Le indagini hanno invece dimostrato come Lucano, al precipuo scopo di ottenere il suo illecito fine, a seguito dei suoi vani e diretti tentativi di far ottenere quella iscrizione, si sia determinato ad istituire un albo comunale delle cooperative sociali cui poter affidare direttamente, secondo il sistema agevolato previsto dalle norme, lo svolgimento di servizi pubblici. Lucano approntava così le condizioni per incaricare, in maniera solo apparentemente conforme al dettato legislativo, la “Ecoriace” e “L’Aquilone” della raccolta e del trasporto di rifiuti nel territorio comunale riacese: l’attività veniva peraltro espletata dall’ottobre 2012 fino all’aprile 2016. Con tale decisione, in sostanza, si procedeva fraudolentemente all’artificioso riconoscimento (del tutto sganciato dalla normativa vigente e dunque sprovvisto di validi effetti) in capo alle due cooperative dei presupposti necessari per la disapplicazione delle regole in materia di selezione, da parte delle amministrazioni pubbliche, dei soggetti cui aggiudicare servizi, lavori od opere.

I fondi per l’accoglienza

La vasta attività investigativa condotta dalla Guardia di Finanza e diretta da questo Ufficio di Procura, ha poi riguardato numerosi e diversificati profili relativi alla gestione dei rilevanti flussi di denaro pubblico destinati alla gestione dell’accoglienza dei migranti nel Comune di Riace”.

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