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Clima, Costa: “Stop CO2, -40% entro 2030. Andare oltre accordi Parigi”

Domani sera andrà in onda un'intervista al ministro durante la trasmissione 'Presa diretta' su Rai 3

Pubblicato:02-09-2018 15:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:30

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ROMA – “Sono andato a dirlo in Europa, dobbiamo decarbonizzarci, togliere la CO2. La CO2 deve diminuire del 15% nel 2025, ma nel 2030 del 40%, oltre l’accordo di Parigi. Il metano ci è utile per passare dalla fase 1 alla fase del total electric. In parallelo ho istituito (il 5 o 6 settembre) una commissione di sburocratizzazione ambientale, non solo con l’establishment ambientale e pubblica ma anche con le imprese. L’impresa che fa ambiente deve dire alla pubblica amministrazione quali sono gli intoppi che ha, per sburocratizzare, cioè fare in modo che chi si vuole impegnare in questo settore ambientale lo possa fare velocemente. Se io faccio la commissione dove metto dentro anche gli imprenditori vuol dire che lo voglio fare”. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa lo dice in un’intervista concessa a Riccardo Iacona per la prima puntata della nuova stagione di Presadiretta, che andrà in onda domani su Rai3 alle 21.15.

“SE PARLIAMO DI ACQUA PUBBLICA VA DECLINATO ANCHE IL COME”

“Se parliamo di acqua pubblica, va declinato anche il come. Il rapporto sul privato deve essere un rapporto di pieno monitoraggio del pubblico, e di indirizzo. L’atto di indirizzo non è semplicemente l’astratta forma di una circolare o di un decreto ministeriale, è proprio declinare concretamente cosa si fa e come si fa”. Anche questo è un passaggio dell’intervista a Costa che andrà in onda domani sera nella puntata ‘Acqua perduta’ di Presadiretta.

“Vuol dire che il privato deve essere organizzativamente forte- spiega Costa-. Se immagino di vedere nel tempo una gestione total public, oggi non può essere così, ci sono delle contrattualistiche che esistono, ma è vero che dove si è lavorato bene si è lavorato bene. L’importante è che tipo di servizio rendi e come lo rendi al pubblico”.


Alla domanda su come trovare i soldi che sono mancati al sistema per invertirli in reti idriche, innovazione, tecnologia, il ministro ha le idee chiare: “Intanto la devono pagare tutti, perché noi abbiamo in molte parti d’Italia un’evasione contributiva troppo forte. E vediamo quanto recuperiamo. Poi abbiamo la possibilità di attingere a fondi europei, perché non lo facciamo?”. Ciò detto, “abbiamo una capacità di ricerca tecnico-scientifica gigantesca, come paese Italia, CNR, università- conclude Costa-. Abbiamo esempi concreti di gestori che in alcune parti d’Italia utilizzano modi per ridurre del 70% la perdita di acqua con attività non invasive sulle tubature. Mettiamoli a sistema”.

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