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Istat: II trimestre a crescita zero Padoan: “Cause complesse”

Il ministro dell'Economia: "La crescita c'è ma il ritmo è lento"

Pubblicato:02-09-2016 09:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:02

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ROMA – Nel secondo trimestre del 2016 il prodotto interno lordo (pil), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, e’ rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed e’ aumentato dello 0,8% nei confronti del secondo trimestre del 2015.

PADOAN: “CRESCITA C’E’ ANCHE SE LENTA”

“La crescita c’è anche se debole, non siamo soddisfatti del ritmo di crescita”aggiunge il ministro Padoan. “La legge di bilancio che presentermo ne terrà conto, la crescita si può aumentare”.


PADOAN: NON STAGNAZIONE SECOLARE, MA MALESSERE CRESCITA PIÙ PROFONDO – “Non ho detto che siamo in una stagnazione secolare, ma ci sono sintomi di un malessere più profondo”. Lo dice il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo al Forum di Cernobbio. “Il problema della crescita globale sembra ancora lontano dall’essere risolto. Le cause della bassa crescita sono piu’ profonde e piu’ complesse di quello che possiamo pensare”, aggiunge.

“CI VUOLE PAZIENZA” – “Ci vuole pazienza, questo non vuol dire non far nulla ma essere coscienti che i benefici arrivano sul lungo periodo. Le riforme richiedo tempo”, dice Padoan.

“SPAZI STRETTI MA IN LEGGE STABILITA’ CI SARANNO RISORSE” – La legge di bilancio confermerà “il consolidamento della finanza pubblica e il sostegno alla crescita, lo spazio fiscale si è ridotto sia per ragioni esogene, l’inflazione è calata, sia per impegni presi dal governo nel consolidamento fiscale. Il deficit continuerà a scendere ma pur in questo contesto ci saranno risorse dispobnibili per la crescita”. Cosi’ il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan intervenendo al Forum Ambrosetti a Cernobbio.

“RISORSE PER PRODUTTIVITA’, IMPRESE LE SFRUTTINO” – “Le risorse residue” che andranno nella legge di stabilità saranno destinate al “capitolo di crescita e competitività, sono risorse che sosterranno ulteriormente gli investimenti e gli incentivi alla produttività”, dice Padoan. “Stiamo valutando dove mettere le risorse. Faremo un uso selettivo, motivato e mirato delle risorse a sostegno della crescita per produttività e competitività e ci aspettiamo che le imprese possano approfittarne al meglio, il governo può fare il massimo sforzo in termini di risorse ma poi sta alle imprese approfittarne”, sottolinea.

RENZI: “ITALIA VA MEGLIO MA NON BASTA”

“L’Italia prosegue la lunga marcia, il 2016 si chiuderà meglio del 2015, questo è inoppugnabile. I dati di oggi confermano che non ho bisogno di nessun sondaggio per dire che non basta, andare meglio non vuol dire andare bene”, dice Renzi.

ISTAT: “BENE AGRICOLTURA E COMMERCIO, MALE INDUSTRIA”

In termini congiunturali, spiega l’Istat, le importazioni di beni e servizi sono aumentate dell’1,5%, il totale delle risorse (pil e importazioni di beni e servizi) dello 0,3%. Dal lato della domanda, le esportazioni sono aumentate dell’1,9%, i consumi finali nazionali sono rimasti invariati, mentre gli investimenti fissi lordi sono diminuiti dello 0,3%. Nell’ambito dei consumi finali, la spesa delle famiglie residenti è aumentata dello 0,1%, quella della Pa è diminuita dello 0,3%. La riduzione degli investimenti è stata determinata da un calo dello 0,8% della spesa per macchinari, attrezzature e altri prodotti, parzialmente compensata da un aumento dell’1,4% della spesa in mezzi di trasporto, mentre gli investimenti in costruzioni sono rimasti invariati. La spesa delle famiglie sul territorio economico ha registrato un aumento, rispetto al trimestre precedente, dello 0,1%. In particolare gli acquisti dei beni semidurevoli e quelli dei servizi sono aumentati, rispettivamente, dello 0,7% e dello 0,1%, gli acquisti dei beni durevoli sono rimasti invariati, mentre gli acquisti dei beni non durevoli hanno subito una flessione dello 0,1%.

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In termini tendenziali, le importazioni di beni e servizi sono aumentate del 2,1%, il totale delle risorse (pil e importazioni di beni e servizi) dell’1,1%. Dal lato della domanda, gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 2,1%, i consumi finali nazionali dell’1,1% e le esportazioni dello 0,8%. Nell’ambito dei consumi finali, la spesa delle famiglie residenti è aumentata dell’1,2% e quella della Pa dello 0,7%. Gli investimenti fissi lordi sono aumentati rispetto al secondo trimestre del 2015 del 2,1%. La loro crescita è stata determinata da un marcato incremento della spesa in mezzi di trasporto (35,7%) e da una moderata variazione positiva degli investimenti in costruzioni (1,2%), mentre la spesa per macchinari, attrezzature e altri prodotti è diminuita dello 0,3%. La spesa delle famiglie sul territorio economico ha registrato un aumento tendenziale dell’1,3%, derivante da incrementi di tutte le componenti: 3,3% i beni durevoli, 1,4% i servizi, 1,2% i beni semidurevoli e 0,6% i beni non durevoli.

Nel secondo trimestre continua ancora l’Istat, il valore aggiunto segna andamenti congiunturali positivi nell’agricoltura (0,5%), nel settore che raggruppa le attività del commercio, alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni (0,3%), nel settore del credito, assicurazioni, attività immobiliari e servizi professionali (0,2%) e nelle costruzioni (0,1%), mentre registra variazioni negative nell’industria in senso stretto (-0,8%) e nel settore degli altri servizi (-0,1%). Considerando un dettaglio maggiore dei servizi (si veda la tabella 10 allegata), gli andamenti sono più differenziati: incrementi significativi riguardano le attività professionali e di supporto (+0,5%), quelle del comparto del commercio, trasporto e alloggio (+0,4%) e le attività immobiliari (+0,4%); un incremento meno ampio riguarda le altre attività dei servizi (+0,3%). All’opposto, il calo più marcato riguarda le attività finanziarie e assicurative (-0,6%) e flessioni si rilevano anche per i servizi di informazione e comunicazione e per Pa, difesa, istruzione e sanità (-0,2% per entrambi i comparti).
In termini tendenziali, tutte le componenti settoriali hanno segnato variazioni positive, con incrementi dell’1,8% per l’agricoltura, dell’1% per il settore del credito, assicurazioni, attività immobiliari e servizi professionali, dello 0,9% sia per le costruzioni, sia per gli altri servizi, dello 0,5% sia per l’industria in senso stretto, sia per il settore che raggruppa le attività del commercio, alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni.

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