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Le scuse del Papa ai rom: “Troppe volte discriminati, anche dai cristiani”

Papa Bergoglio in Romania incontra una comunità rom e fa mea culpa per le discriminazioni: "Anche i cristiani non sono estranei a tanto male. Vorrei chiedere perdono per questo"

Pubblicato:02-06-2019 14:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:21
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ROMA – “Nel cuore porto però un peso. È il peso delle discriminazioni, delle segregazioni e dei maltrattamenti subiti dalle vostre comunità”. Lo dice Papa Francesco incontrando la comunità Rom di Blaj in Romania. “La storia- aggiunge- ci dice che anche i cristiani, anche i cattolici non sono estranei a tanto male. Vorrei chiedere perdono per questo. Chiedo perdono – in nome della Chiesa al Signore e a voi – per quando, nel corso della storia, vi abbiamo discriminato, maltrattato o guardato in maniera sbagliata, con lo sguardo di Caino invece che con quello di Abele, e non siamo stati capaci di riconoscervi, apprezzarvi e difendervi nella vostra peculiarità. A Caino non importa il fratello. È nell’indifferenza che si alimentano pregiudizi e si fomentano rancori”.

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“Quante volte- prosegue- giudichiamo in modo avventato, con parole che feriscono, con atteggiamenti che seminano odio e creano distanze. Quando qualcuno viene lasciato indietro, la famiglia umana non cammina. Non siamo fino in fondo cristiani, e nemmeno umani, se non sappiamo vedere la persona prima delle sue azioni, prima dei nostri giudizi e pregiudizi.


“SCEGLIERE TRA CIVILTÀ DELL’ODIO O QUELLA DELL’AMORE”

“Sempre, nella storia dell’umanità, ci sono Abele e Caino. C’è la mano tesa e la mano che percuote. C’è l’apertura dell’incontro e la chiusura dello scontro. C’è l’accoglienza e c’è lo scarto. C’è chi vede nell’altro un fratello e chi un ostacolo sul proprio cammino. C’è la civiltà dell’amore e c’è quella dell’odio”. Lo dice Papa Francesco in Romania incontrando la comunità Rom di Blaj.

Ogni giorno, prosegue, “c’è da scegliere tra Abele e Caino. Come davanti a un bivio, si pone tante volte di fronte a noi una scelta decisiva: percorrere la via della riconciliazione o quella della vendetta. Scegliamo la via di Gesù. È una via che costa fatica, ma è la via che conduce alla pace. E passa attraverso il perdono. Non lasciamoci trascinare dai livori che ci covano dentro: niente rancori. Perché nessun male sistema un altro male, nessuna vendetta soddisfa un’ingiustizia, nessun risentimento fa bene al cuore, nessuna chiusura avvicina”.

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