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Ue decide stop uso pesticidi che sterminano api; Nei mari italiani ‘zuppa plastica’ come nel Pacifico

Edizione del 2 maggio 2018

Pubblicato:02-05-2018 10:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:50
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UE DECIDE STOP USO PESTICIDI CHE STERMINANO API

Vietato l’uso di tre pesticidi neonicotinoidi all’aperto, si potranno impiegare solo in serre permanenti. Lo hanno deciso gli Stati membri Ue approvando nel Comitato permanente su piante, animali, cibi e mangimi la proposta della Commissione di mettere al bando l’uso nei campi di questi pesticidi, estremamente nocivi per le api ma molto diffusi in agricoltura. L’Italia ha votato a favore. Greenpeace esprime grande soddisfazione: “I danni di questi neonicotinoidi sono ormai incontestabili. Bandire questi insetticidi è un passo necessario e importante”, dice Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura. “Oggi gli Stati membri dell’Unione europea si sono messi dal lato giusto della storia. Si tratta di una vittoria importante non solo per le api ma per l’intera società”, aggiunge Carlin Petrini, presidente di Slow Food.

295 CONCESSIONI MINERALE RENDONO SOLO 18,4 MLN

Secondo dati 2015 le 295 concessioni per lo sfruttamento delle acque minerali, rilasciate a 194 concessionari, hanno generato introiti per le amministrazioni pubbliche pari ad appena 18,4 milioni, lo 0,68% del fatturato del settore dell’imbottigliamento delle acque minerali, per l’anno in questione pari a 2,7 miliardi. Lo fa sapere il Dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia e delle Finanze nel primo rapporto sui beni demaniali e del patrimonio indisponibile dati in concessione e dedicato allo sfruttamento delle acque minerali e termali. Un vero affare se si considera che le maggiori società del settore hanno conseguito, mediamente, per ogni euro speso in canoni di concessione, ricavi dalle vendite per 191,35 euro.


NEI MARI ITALIANI ‘ZUPPA PLASTICA’ COME PACIFICO

Nelle acque superficiali dei nostri mari c’è un’enorme e diffusa presenza di microplastiche, a livelli presenti nei vortici oceanici del nord Pacifico, con i picchi più alti nelle acque di Portici ma anche in un’area marina protetta come le Isole Tremiti. Lanciano l’allarme arriva Greenpeace, l’Istituto di Scienze Marine del Cnr di Genova e l’Università Politecnica delle Marche. Risulta una “enorme presenza di microplastiche anche nel Mediterraneo, con valori paragonabili a quelli che si trovano nelle ‘zuppe di plastica’ presenti nei vortici oceanici”, segnala la ricerca, precisando che il nostro mare è un bacino semi-chiuso fortemente antropizzato, con un limitato riciclo d’acqua che ne consente l’accumulo. Se si riempissero due piscine olimpioniche con l’acqua delle Isole Tremiti e di Portici, nella prima ci troveremmo a nuotare in mezzo a 5.500 e nella seconda in mezzo a 8.900 pezzi di plastica.

38.340 FIRME PER CHIEDERE #BASTAAMIANTO, SÌ SOLARE

Oltre 38 mila le firme raccolte da #BastaAmianto: la petizione su Change.org che chiede di ripristinare lo strumento più efficace mai attivato per la bonifica di tetti e coperture in amianto, quello di legare un extra-incentivo per la bonifica della copertura agli incentivi dedicati a chi produce energia pulita attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici. A 25 anni dalla messa al bando del materiale killer, si stima siano presenti ancora dalle 32 alle 40 milioni di tonnellate d’amianto, tra 1 e 2,5 miliardi di metri quadri di coperture in fibrocemento amianto su capannoni, strutture, edifici pubblici e privati, mentre sono 75.000 gli ettari contaminati. La rimozione dell’amianto oltre a tutelare la salute “fa attivare filiere economiche e produttive con necessità di forza lavoro” perché “la questione ambientale e’ un tema economico che può dare prospettive e lavoro”, dice Rossella Muroni, deputata di Liberi e Uguali.

ALVERÀ (SNAM): 90 MLN PER 300 DISTRIBUTORI GASAUTO

Il gas naturale per l’autotrazione “è un’ottima alternativa al diesel abbattendo le polveri e la CO2 e risolvendo il dramma dell’aria in molte città italiane”. Per queste ragioni “prevediamo di continuare a investire nella realizzazione nella distribuzione di metano per autotrazione”, tenendo conto che occorrono “90 milioni per realizzare circa 300 stazioni rifornimento nei prossimi 8-9 anni”. Marco Alverà, amministratore delegato Snam, lo dice nel corso dell’assemblea degli azionisti. “Non importa tanto se siamo noi a investire o altri, l’importante e che si facciano, si colleghino alla nostra rete e che ciò aiuti la decarbonizzazione del Paese e si sviluppi la mobilità sostenibile”, aggiunge Alverà. Nel 2017 Snam ha festeggiato i suoi 75 anni dalla fondazione e “oggi vuole capitalizzare questi anni di esperienza per guidare la transizione energetica, che vede nel gas naturale un pilastro fondamentale di una strategia di decarbonizzazione di lungo periodo”, sottolinea l’ad.

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