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Juncker a Conte: “Preoccupato per il regresso dell’economia italiana, servono altri sforzi”

Incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A palazzo Chigi il segretario generale dell'Ocse Angel Gurrìa boccia la linea espansiva dell'esecutivo

Pubblicato:02-04-2019 08:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:18
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ROMA – Un colloquio “cordiale e amichevole”. Di piu’: “un grande amore” tra l’Italia e la commissione Ue al termine della visita tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della commissione Jean Claude Juncker a Palazzo Chigi. Ma come in tutte le passioni forti, non mancano i bisticci. Il giro di orizzonte sui temi europei ha trovato un punto di caduta nella crescita italiana.

Continua a regredire“, dice Juncker rivelando la propria preoccupazione. E’ cambiato il quadro che aveva ispirato la manovra: “Pensavamo che la crescita sarebbe stata dell’ordine dell’1%. Sappiamo che oggi quella cifra deve essere rivista al ribasso e dunque, visto il pesante debito pubblico italiano tutte le politiche che gravitano attorno alla nozione di rilancio del bilancio saranno limitate”. Di qui la necessita’ di “sforzi supplementari”, che in molti leggono come la raccomandazione di una manovra aggiuntiva. Non cosi’ il presidente del consiglio per il quale in vista del Def “l’impalcatura condivisa con l’Europa non cambia”.

Conte sottolinea che “il rallentamento congiunturale e’ chiaramente riconosciuto dalle regole europee come un fattore transitorio che ci permette di mantenere stabile il disavanzo strutturale, la misura realmente rilevante di sostenibilita’ delle finanze pubbliche, rispetto al Patto di crescita e stabilita’”.


Nell’abbraccio pubblico tra Conte e Juncker c’e’ anche spazio di un’osservazione sul Tav. “Non e’ un progetto ideologico ma un progetto tecnico. Lascio alla cura dei francesi e degli italiani- conclude Juncker- di trovare un accordo”.

IL PESSIMISMO DI GURRIA, CONTE VA AVANTI: EQUITA’ E SVILUPPO

Piu’ che i rilievi del presidente della commissione Jean Claude Juncker sulla bassa crescita e’ l’analisi dell’Ocse sull’economia italiana, con i giudizi impietosi su quota 100 e reddito di cittadinanza, a colpire al cuore la manovra economica varata dal governo lo scorso dicembre. Se infatti la bassa crescita e’ ‘transitoria’ e condivisa con l’Europa, l’Ocse punta il dito su due misure che quella tendenza congiunturale, almeno nell’intenzione del governo, dovevano correggerla. A palazzo Chigi il segretario generale Angel Gurrìa boccia la linea espansiva dell’esecutivo. Il numero uno dell’organizzazione parigina continua a ritenere preferibile abrogare le norme sul pensionamento anticipato perche’ si libererebbero risorse, 40 miliardi nelle stime migliori, a favore delle crescita, e dell’equita’ intergenerazionale. Nel corso del colloquio a Palazzo Chigi a quanto si apprende, Gurria e’ tornato a stimare come insufficiente l’effetto di volano che il reddito di cittadinanza produrrebbe sulla domanda interna. Anzi, la somma elevata corrisposta a chi e’ alla ricerca di un lavoro potrebbe scoraggiare la ricerca di posti, e in un ultima analisi rendere meno convenienti gli investimenti. –

Fin qui la linea tenuta dal segretario, accolto nella sede del governo con una certa freddezza. Nessun saluto in cortile, neppure una foto insieme a favore dell’album istituzionale. Non e’ un mistero che palazzo Chigi non condivida per niente l’analisi dell’organizzazione per lo sviluppo. Ed anzi confida che le misure in manovra- a partire proprio da quota 100 e reddito di cittadinanza – oltre a sostenere la domanda interna rappresentino un fondamentale presidio per le tenuta del tessuto sociale. “Sono misure di giustizia sociale. Sostengono la fiducia paese”, avrebbe detto a quanto si apprende il premier Giuseppe Conte a Gurria. A queste si aggiungeranno in settimana, giovedi’ in consiglio dei ministri, le norme del decreto crescita e dello sblocca cantieri. L’Ocse, e’ il ragionamento che circola a Palazzo Chigi, avra’ modo a breve di rivedere la sua analisi pessimista.

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