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Padoan: “Nessuna manovra estemporanea”

Ieri sera ha trasmesso alla Commissione europea il 'Rapporto sui fattori rilevanti' che influenzano la dinamica del debito pubblico italiano

Pubblicato:02-02-2017 09:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:51

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ROMA – “Nessuna manovra estemporanea: riduciamo il debito nel nostro interesse con una strategia che protegge la crescita“. Lo scrive su twitter il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, che ieri sera ha trasmesso alla Commissione europea il ‘Rapporto sui fattori rilevanti’ che influenzano la dinamica del debito pubblico italiano, alla luce dei quali i risultati raggiunti possono essere considerati più che soddisfacenti. E’ quanto si legge sul sito del Mef.

In merito al presunto scarto tra il saldo di bilancio previsto per il 2017 dal Governo e il margine ritenuto necessario dalla Commissione onde ridurre progressivamente il debito pubblico, con la lettera di accompagnamento al Rapporto, il ministro indica le iniziative di politica economica capaci di colmare questa eventuale differenza.

Nell’ambito del lavoro di definizione della politica economica di medio periodo, e quindi in vista del Def, il Governo prenderà tra l’altro provvedimenti di contrasto all’evasione fiscale in continuità con quelli già adottati nel recente passato, estendendone la portata, e di riduzione della spesa, anche grazie alla nuova modalità di costruzione del bilancio dello Stato entrata in vigore con la riforma completata nel 2016.


“L’ITALIA RISPETTA PIENAMENTE PATTO STABILITA'”

“Basandosi su stime più realistiche” dell’output gap inserite nel rapporto sui fattori rilevanti “la politica di bilancio italiana nel 2017 e programmata per il 2018 e 2019 è completamente rispettosa con il Patto di stabilità e crescita“, scrive Pier Carlo Padoan, nella lettera inviata alla Commissione europea e indirizzata ai commissari Moscovici e Dombrovskis.

 “AGGIUSTAMENTO ECCESSIVO DANNEGGEREBBE ECONOMIA”

“Il governo intende proseguire lungo il percorso di crescita, di consolidamento amichevole e riforme strutturali. Un ritmo troppo accelerato dell’aggiustamento sarebbe un male per l’economia in un momento di accresciuta incertezza economica e geopolitica” con “il rischio di un consolidamento autolesionista”

 

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