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Imputato Aemilia scrive al sindaco di Reggio: “Non tuteli i cutresi, dimettiti”

REGGIO EMILIA - Una lettera con pesanti illazioni spedita da un imputato nel processo Aemilia per associazione mafiosa,

Pubblicato:02-02-2016 12:51
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:53

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REGGIO EMILIA – Una lettera con pesanti illazioni spedita da un imputato nel processo Aemilia per associazione mafiosa, attualmente detenuto nel carcere di Bologna, al sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi. Il mittente è Pasquale Brescia, 48 anni, imprenditore edile ex titolare del ristorante Antichi Sapori della frazione di Gaida (dove si svolse la cena in cui gli imprenditori originari di Cutro si lamentarono delle interdittive antimafia) e proprietario del maneggio di via Croci nella zona di Cella, poi confiscato dal Comune di Reggio. La lettera, che è arrivata al “Resto del Carlino” per mano dell’avvocato di Brescia, è di quattro pagine, scritte a mano: l’imputato si rivolge al sindaco e chiede le sue dimissioni. Nella missiva si parla anche della casa acquistata dalla moglie del sindaco, Maria Sergio, dall’imprenditore imputato nell’inchiesta Aemilia Francesco Macrì anche se su questo punto, secondo Brescia, il sindaco “poteva non sapere” e gli esprime solidarietà. Vecchi però non sarebbe stato “intellettualmente onesto” e dovrebbe lasciare il suo incarico perchè non farebbe abbastanza per difendere i cittadini cutresi che, a dire di Brescia, vengono “da otto anni ghettizzati a Reggio”.

Il sindaco Vecchi

Il sindaco Vecchi

Non mancano poi i riferimenti personali alla famiglia del primo cittadino, ad esempio il suocero di Luca Vecchi, il padre di Maria Sergio, ricordando come anche lui è arrivato nel capoluogo emiliano in condizioni modeste mentre al funerale di quest’ultimo secondo quanto afferma l’imputato, parteciparono anche esponenti importanti della cosca Grande Aracri. Un fatto, quest’ultimo tutto da verificare. In alcuni passaggi della missiva, ora sotto la lente delle Forze dell’ordine, Brescia scrive: “Lei è fortunato, voi siete fortunati”, riferendosi al fatto che la moglie di Vecchi, pur essendo cutrese, non ha ricevuto discriminazioni ed è riuscita a fare carriera diversamente da altri calabresi, nonostante nella sua famiglia ci siano, secondo Brescia, elementi ritenuti “controindicati”. Per altri suoi conterranei, secondo l’imputato, questi elementi sarebbero sufficienti per ricevere un provvedimento antimafia del prefetto. A questo proposito viene anche ricordata la campagna elettorale di Vecchi, che insieme al consigliere del Pd Salvatore Scarpino (anche lui di Cutro) spese numerose promesse alla comunità calabrese senza poi mantenerle.
Il primo cittadino, nella tarda serata di ieri, è andato in caserma per sporgere denuncia. In seguito all’arrivo della lettera il Prefetto ha convocato per oggi un comitato di ordine e sicurezza d’urgenza. I vertici delle Forze dell’ordine parleranno di questo documento che, dato che arriva da un imputato di Aemilia, viene considerato da non sottovalutare.

di Mattia Caiulo, giornalista


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