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Stefano Parisi: “L’Anac va abolita, non si combatte la corruzione bloccando la PA”

L'Agenzia Dire intervista Stefano Parisi, fondatore di Energie per l'Italia: "Abolire Anac sia primo atto del prossimo governo di centrodestra"

Pubblicato:02-01-2018 16:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:19

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ROMA – Chiudere L’Autorita’ nazionale anticorruzione perche’ l’Ente creato durante il governo Renzi non ha reso piu’ efficiente il lavoro della Pubblica amminitrazione, ma anzi ne ha bloccato l’attivita’. Ne e’ convinto Stefano Parisi, fondatore di Energie per l’Italia, che intervistato dall’agenzia Dire, spiega: “Le cose da fare sono due. Uno: riscrivere il Codice degli appalti. Due: abolire l’Anac. Dico questo perche’ la lotta alla corruzione e’ il primo punto da mettere nell’agenda del prossimo governo“.

“Il tema- aggiunge- e’ questo: il principio della prevenzione alla lotta alla corruzione e’ un principio giusto per creare le condizioni affinche’ la corruzione non avvenga ma la lotta alla corruzione non va affidata solo alla magistratura e al sistema della giustizia, serve un’azione intelligente di prevenzione”.


Il problema, continua Parisi, e’ “che l’attivita’ di prevenzione della corruzione non la sta facendo l’Anac, un mostro giuridico che da un lato controlla e dall’altro norma con normative su appalti e servizi della Pa che hanno un valore normativo a cui le amministrazioni devono attenersi in un quadro gia’ molto confuso”.

In piu’, osserva il leader di Epi, la capacita’ di controllo dell’Anac “ovviamente e’ molto ridotta, perche’ un’Autorita’ contro la corruzione che riesce veramente a controllare una percentuale bassissima del numero delle transazioni degli appalti che avvengono all’interno dell’amministrazione pubblica e’ evidente che non e’ efficace e non sta risolvendo il problema. In piu’, c’e’ da dire che e’ un’Autorita’ che lavora molto sui media, sull’esposizione mediatica, e che spesso interviene dopo che le notizie sono uscite”.

“In pratica- spiega Parisi- non ha un’azione sistematica di riduzione del rischio della corruzione in Italia ma e’ un mostro giuridico che crea un’incertezza che blocca l’amministrazione pubblica e non risolve i problemi di fondo. Questo lo ammette lo stesso presidente Raffaele Cantone che dice che molte amministrazioni si sono deresponsabilizzate, cioe’ non fanno piu’ nulla in attesa del parere dell’Anac. C’e’ talmente tanta paura di agire all’interno dell’amministrazione pubblica che per un dirigente diventa difficile assumersi la responsabilita’ di mettere una firma”.

Secondo Stefano Parisi (Epi), “gli strumenti per affrontare la corruzione sono altri: non serve soltanto il controllo formale sugli atti, serve il controllo sostanziale”. E spiega che “in qualsiasi azienda privata se si vogliono combattere la corruzione e gli sprechi si crea un sistema di controllo gestionale, cioe’ si valuta l’economicita’ di un acquisto, di un investimento. Non e’ solo importante se e’ stata seguita la giusta procedura ma anche se un bene lo stiamo pagando in base al valore del mercato o se lo stiamo pagando troppo o troppo poco. Se lo paghiamo un prezzo anomalo, allora dietro potrebbero esserci degli interessi non chiari”.

Parisi sottolinea che “in una qualsiasi azienda i controllori sono persone che sanno di numeri” mentre il paradosso e’ che “nel nostro sistema pubblico i controllori sono tutti laureati in Giurisprudenza. Non solo l’Anac, ma tutte le amministrazioni sono fatte da persone che non hanno conoscenza dei fenomeni economici ma soltanto dei fenomeni giuridico-formali”.

Per effettuare il controllo sostanziale e non soltanto il controllo formale si potrebbe pensare a “una Corte dei Conti riformata, una Corte dei Conti che abbia al suo interno maggiore capacita’ di controllo economico e quindi meno laureati in legge e piu’ laureati in economia. Si tratterebbe di una Corte dei Conti molto piu’ efficace anche per contrastare e prevenire i fenomeni corruttivi senza dover costruire un mostro giuridico”.

Con il centrodestra al governo nella prossima legislatura, l’abolizione dell’Anac dovrebbe essere il primo atto in Consiglio dei ministri? “Spero proprio di si’- risponde Parisi- perche’ se il centrodestra pensa che lo sviluppo sia una chiave fondamentale per il futuro del Paese in questo momento occorre avere una pubblica amministrazione che sia il motore dello sviluppo“.

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