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Capodanno, Mister Ok: “Nel Tevere siringhe e immondizia, ma non è una ‘marana’”

"Dopo 29 anni diventa quasi tutto automatico, anche se la tensione e l'emozione resta"

Pubblicato:02-01-2017 14:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:45

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ROMA – “Dopo 29 anni diventa quasi tutto automatico, anche se la tensione e l’emozione resta, è sempre un tuffo impegnativo, da diciotto metri d’altezza, sul Tevere, il primo gennaio, con l’aria fredda e la temperatura dell’acqua a 6 gradi. Abbiamo sofferto un po’ ma tutto è andato per il meglio, e ringrazio per questo i vigili del fuoco, i sommozzatori e tutta la gente che era lì con noi per portare avanti questa tradizione romana in cui non ci sono soldì né politica, ma solo tradizione”. Così Maurizio Palmulli, conosciuto come Mister Ok, che da 29 anni con il suo tuffo di Capodanno nel Tevere porta avanti un’usanza romana conosciuta in tutto il mondo, parla ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.

“Magari qualche politico ogni tanto viene di nascosto per farsi vedere, è normale- aggiunge Palmulli- però sappiamo bene che quello che facciamo è una usanza, una tradizione. Sperando che questo Tevere sia un po’ più curato dai politici”.


Mister Ok ha parlato anche dello stato di salute del Tevere: “Lì sotto c’era un macello, tra siringhe alberi e immondizia. Abbiamo chiamato Frongia, che ci segue da quando era ragazzo, e ci ha aiutato a dare una pulita, anche perché c’erano tanti bambini. Questo mi ha fatto molto piacere. L’acqua del Tevere comunque non è una marana. Io mi sono buttato anche nel Tamigi e nella Senna, lì è tutto navigabile, la cosa che mi dispiace è che sul Tevere invece ci si ferma all’Isola Tiberina. Speriamo di riuscire tutti quanti insieme a tenere a galla questa bella tradizione romana“.

Il prossimo anno Mister Ok festeggerà i trenta anni di salti: “Ci saranno delle novità, delle sorprese. Questa è una bella usanza romana che vogliamo continuare a celebrare. Roma e i romani ci sono ancora, tanti quando mi incontrano mi abbracciano e mi dicono che grazie a me tornano un po’ agli anni passati, ognuno ha un aneddoto da raccontarmi, questo mi emoziona. Noi romani siamo tanti- conclude- e l’80-90% la vediamo tutti allo stesso modo”.

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