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Giornata mondiale contro l’Aids, In Italia 130 mila persone con l’Hiv

Sabato primo dicembre ricorre la trentesima Giornata mondiale nella lotta all'Aids

Pubblicato:01-12-2018 08:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:50
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ROMA – “I nuovi dati del Centro Operativo Aids (COA) dell’Istituto superiore di sanità evidenziano una sostanziale stabilità del numero delle nuove diagnosi Hiv negli ultimi tre anni, così come appare stabile la percentuale dei late presenter, vale a dire di coloro che scoprono di essere Hiv-positivi in fase avanzata di infezione. Attualmente, in Italia, sono tra le 125mila e le 130mila le persone che convivono con l’Hiv, e sono prevalentemente di sesso maschile”. Sono questi i dati citati dal ministero della Salute, presentando le iniziative previste per sabato primo dicembre in occasione della trentesima Giornata mondiale nella lotta all’Aids.

Secondo le stime, restano tra le 12mila e le 18mila persone sieropositive che non hanno ancora una diagnosi perché non hanno mai fatto il test, nonostante almeno un terzo (circa 6mila) di loro abbia una situazione immunitaria compromessa. Nel 2017, sono state riportate 3.443 nuove diagnosi di infezione da Hiv che significano 5,7 nuovi casi ogni 100mila residenti.


L’incidenza italiana è simile alla media osservata tra i Paesi dell’Unione Europea (5,8 nuovi casi per 100mila) e dal 2015 l’andamento risulta pressoché stabile. Il trend è chiaro: l’incidenza maggiore di infezione da Hiv è nella fascia di età 25-29 anni.

LE MODALITA’ DI TRASMISSIONE

La principale modalità di trasmissione resta quella dei rapporti sessuali non protetti.

La maggior parte delle nuove diagnosi di Hiv riguarda le persone di sesso maschile che ha rapporti non protetti con persone dello stesso sesso (MSM). Dal 2012 al 2017, è in costante diminuzione il numero di nuove diagnosi di infezione da Hiv che ha riguardato cittadini italiani, il dato resta invece sostanzialmente invariato nelle persone straniere.

I decessi per Aids sono stabili, ma resta alta la percentuale delle persone che scopre di essere Hiv-positiva solo pochi mesi prima di ricevere la diagnosi di Aids. Il ministero della Salute, in linea con quanto comunicato dall’UNAIDS, d’intesa con le maggiori associazioni di pazienti e volontari avvierà, nei prossimi mesi, una campagna di comunicazione volta a sensibilizzare la popolazione sulle misure di prevenzione e sulla conoscenza del proprio stato di salute rispetto all’Hiv.

Tre spot per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tre grandi epidemie che ancora oggi uccidono milioni di persone nel mondo. Tre brevi video costruiti attorno agli stereotipi più comuni diffusi sulle tre malattie e sul ruolo del Fondo Globale per sconfiggerle.

Tre pillole pensate per essere diffuse e rilanciate in occasione delle tre giornate internazionali. Il primo video viene lanciato il prossimo 1 dicembre, trentennale della giornata mondiale per sconfiggere l’Aids. Sarà online sui nostri siti, social network e su tutte le piattaforme che aderiscono all’iniziativa.

L’Italia, sebbene l’incidenza di Aids sia in lieve costante diminuzione negli ultimi tre anni, è il secondo paese per casi di Hiv fra quelli dell’Europa occidentale. Aids, tubercolosi e malaria continuano a colpire milioni di persone nel mondo, stigma e discriminazione costituiscono barriere sociali che spesso ostacolano l’accesso alla prevenzione e alla cura ai più vulnerabili e alle donne, il cui diritto alla salute dunque non sempre è garantito, soprattutto nei paesi con scarse risorse. È qui che svolge un ruolo importante il Fondo Globale, partenariato fra governi, società civile, settore privato e persone colpite dalle tre epidemie.

Dal 2002 sostiene programmi gestiti da esperti locali nei paesi e nelle comunità più bisognose, con un investimento di circa 4 miliardi di dollari all’anno per porre fine ad Aids, tubercolosi e malaria. L’Italia è tra i maggiori contribuenti del Fondo e nel mese di Ottobre 2019 sarà chiamata a pronunciare il proprio impegno finanziario per il triennio 2020-2022.

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