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Il giudice Caruso: “Sì da repubblichini? Ho detto altro”, ma scoppia la bufera

Divampa la polemica per le affermazioni del presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Caruso, che avrebbe paragonato i votanti del sì ai repubblichini di Salò.

Pubblicato:01-12-2016 15:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:22

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giustizia

Mi attribuiscono cose che non ho detto. Non ho detto che chi vota sì è un repubblichino, ma che commette un errore storico grave come quello dei sostenitori della Repubblica di Salò. E’ una cosa completamente diversa”. Il presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Caruso, prova a correggere il tiro dopo la bufera scatenata dal suo post su Facebook sul referendum, ma, d’altro canto, non rinuncia a togliersi qualche sassolino.

“Quella della ‘Gazzetta di Reggio’ (che ha pubblicato il post, ndr)- dice il giudice- è stata una scorrettezza: io volevo parlare solo con i miei amici attraverso Facebook. Se avessi voluto parlare con i giornali avrei usato altre forme”. Invece, conclude Caruso, “qui si è preso un mio intervento e lo si è pubblicato come se avessi parlato col giornale. Devo verificare se questa cosa è fattibile”.


Ma le parole di Caruso non placano la polemica, aggravata dalla decisione del Comitato di presidenza del Csm, che ha dato mandato al procuratore generale della Cassazione, titolare dell’azione disciplinare, di occuparsi del caso.

L’ATTACCO DEL PD: “FRASI VOLGARI ED EVERSIVE”

   E’ il Partito Democratico a puntare il dito nei confronti del presidente del Tribunale di Bologna. Il paragone con i repubblichini di Salò, infatti, non va giù alla senatrice dem Francesca Puglisi, che parla di “dichiarazioni gravissime”.

“Senza entrare nel merito del proprio dissenso- aggiunge la Puglisi- “Caruso insulta e fa accuse deliranti al Parlamento, frasi volgari e dal potenziale eversivo se si considera che la Costituzione, che a suo modo vorrebbe difendere, afferma la separazione e l’autonomia tra i poteri. Separazione e autonomia che presuppongono rispetto reciproco. Categoria che al presidente del Tribunale di Bologna sembra essere ignota”.

LEGA E M5S FANNO QUADRATO: “IL GIUDICE VA DIFESO”

Di “segnale gravissimo da parte del Csm” parla la Lega Nord, che si schiera apertamente al fianco del presidente del Tribunale di Bologna. Secondo il partito del Carroccio di Reggio Emilia il giudice, si legge in una nota, “ha solo espresso la sua opinione in merito alla riforma costituzionale motivando la sua posizione con argomenti e non con parole al vento. Anzichè far riflettere le persone sugli spunti lanciati dal giudice, si son innescati degli attacchi che hanno addirittura visto l’onorevole Castagnetti additarlo di delirio. Noi crediamo che tutto questo sia fuori da ogni logica democratica e non possono rappresentare la visione degli italiani compresi gli elettori del Pd”.

  Addirittura, poi, “questa mattina giunge la notizia che il Csm abbia avviato la procedura per il trasferimento del giudice Caruso, un segnale gravissimo per una persona che ha liberamente espresso il suo pensiero motivando le sue posizioni e i suoi ragionamenti. Il segnale che deriva da questa vicenda è veramente inquietante, possono esistere solo posizioni per il sì e non per il no?”.

   A difenderlo, anche il Movimento 5 stelle con Enrico Cappelletti, capogruppo M5s in commissione Giustizia al Senato, apprende “non senza preoccupazione” dell’iniziativa del Csm. “Il presidente del Tribunale di Bologna- aggiunge- ha espresso sulla sua pagina Facebook la sua libera opinione che va tutelata“.

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