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Migranti, Giusi Nicolini: “Confini inutili, muri e trafficanti alleati”

"Ma le politiche internazionali non siano un'alibi"

Pubblicato:01-10-2016 14:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:07

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lampedusa04AGRIGENTO (Lampedusa)  – “Non ho paura a dire che i confini sono inutili”. La pensa così Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, che oggi sull’isola parla a insegnanti e ragazzi in un incontro dal titolo ‘Trafficanti di esseri umani’. “Dalle politiche protezionistiche estreme si ottengono risultati di morte” ha affermato Nicolini, sostenendo inoltre la necessità di “una vera politica di cooperazione verso quei paesi, non gli accordi con i dittatori che utilizzano gli aiuti europei per impoverire sempre di più i loro territori e quindi fomentare sempre di più l’emigrazione”. “Intanto facciamo il nostro dovere, non bisogna appellarsi all’alibi che le politiche internazionali non cambiano.

Finché non cambiano le politiche bisogna fare in modo che ci siano meno morti in mare e che qualcuno li accolga dato che tutti si sono messi a costruire muri” aggiunge il sindaco, intervistato dall’agenzia Dire. La conferenza di oggi fa parte della manifestazione ‘L’Europa inizia a Lampedusa‘, organizzata dal Comitato Tre Ottobre insieme al Miur e al Ministero dell’Interno, a cui hanno preso parte circa 200 ragazzi italiani ed europei.

Vivere questi giorni a Lampedusa non come la mera celebrazione di un fatto doloroso accaduto tre anni fa in questo mare ma come un’esperienza di vita per imparare a comprendere quali strumenti di lotta mettere in campo e cosa ciascuno di noi può fare- è l’augurio del sindaco ai giovani che partecipano all’iniziativa- tutti noi possiamo agire, lo ha dimostrato Lampedusa, accogliendo e salvando vite per 20 anni in solitudine, e lo sta continuando a dimostrare oggi mettendo in campo ogni forma di linguaggio e comunicazione per affermare le possibilità che sono alla portata di ciascuno di noi.


Se questo i giovani lo capiscono, e lo capiscono a Lampedusa, le cose cambieranno prima”. L’incontro di oggi si è concentrato sugli sviluppi giudiziari del naufragio del tre ottobre 2013, dove morirono 366 persone: “Ciò che abbiamo sentito raccontare dai protagonisti di queste indagini è utilissimo per capire come grande, enorme, cinica, spietata e ramificata sia l’organizzazione criminali che approfitta degli effetti delle politiche di chiusura dell’Europa. Il miglior alleato di questi criminali è il muro” ha affermato Nicolini.

3 OTTOBRE, IL PM: APERTA INDAGINE SU OMISIONE SOCCORSO

Chi sono i responsabili della strage del 3 ottobre 2013, il naufragio che portò alla morte di 366 persone a poche centinaia di metri dalle coste di Lampedusa? Oggi insieme a tanti giovani provenienti da tutta Italia se n’è tornato a parlare con il sindaco Giusi Nicolini, con i PM Andrea Maggioni della procura ordinaria di Agrigento e Geri Ferrara della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, che hanno seguito il caso e con l’avv. Daniela Ciancimino, con cui il Comune di Lampedusa si è costituito parte civile nei due processi. Durante l’incontro, dal titolo ‘Trafficanti di esseri umani’ è emerso che sono state condannate a 20 e 18 anni due persone, un somalo e un tunisino, accusate rispettivamente di aver organizzato la traversata in mare e condotto l’imbarcazione, mentre sono aperte le indagini su eventuali omissioni di soccorso da parte italiana nelle ore immediatamente successive al naufragio.

“E’ stata fatta un’indagine che ha dato luogo poi a delle condanne, adesso c’è una condanna ancora non passata in giudicato in cassazione ma c’è già l’appello dello scafista, che è competenza del tribunale ordinario di Agrigento. Durante il convegno ho detto anche, contrariamente a quanto era emerso nei giorni immediatamente successivi al 3 ottobre 2013, che fin da allora c’è un’indagine che riguarda anche eventuali possibili omissioni di soccorso sia da parte di imbarcazioni private sia eventualmente l’ipotesi di imbarcazioni istituzionali” ha dichiarato il PM Andrea Maggioni in un’intervista a margine dell’incontro. “E’ un’indagine molto complicata, perché si tratta di accertare spostamenti sul mare di eventuali barche che si sarebbero avvicinate o no alla barca che poi ha avuto il naufragio a 500 metri dalla costa di Lampedusa. Questa indagine c’è e credo spero di portarla a conclusione nel giro di qualche mese” ha aggiunto Maggioni, preferendo non rispondere sull’identità di eventuali indagati: “Se ci saranno indagati lo si vedrà alla conclusione dell’indagine” ha affermato.

di Giulia Filpi, giornalista

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