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Calci e pugni ai civili, in Myanmar militari sotto inchiesta

Violenze e torture da parte di alcuni membri dell'esercito nei confronti di alcuni civili, appartenenti a una minoranza etnica dello stato di Shan

Pubblicato:01-06-2017 12:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:17

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ROMA – Aung San Suu Kyi ha annunciato che avvierà un’inchiesta per far luce su un caso di violenze e torture da parte di alcuni membri dell’esercito nei confronti di alcuni civili, appartenenti a una minoranza etnica dello stato di Shan.

Il comunicato è stato diffuso sulla pagina Facebook ufficiale della Consigliera di Stato: nel testo, si fa riferimento a un video diffuso dall’organizzazione per i diritti umani ‘Fortify rights’ che qualche giorno fa sempre tramite Facebook, e nel quale si vedono alcuni militari picchiare degli uomini “in abiti civili”, seduti a terra coi polsi legati.

Il video – ATTENZIONE: CONTIENE IMMAGINI CHE POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITA’


Secondo Fortify rights i soldati avrebbero commesso le violenze contro sei uomini in particolare, accusati di appartenere a un gruppo terroristico.

Per scoprire quindi il deposito delle armi, li hanno sottoposti a un interrogatorio durante il quale – riferisce Fr – hanno inferto 32 calci, quattro pugni e schiaffi, e tre colpi assestati con un casco.

Inoltre, le vittime sono state anche minacciate di morte.

“Se l’inchiesta dimostrerà che gli abusi sono stati commessi, verranno assunte delle azioni contro i responsabili, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti”, ha aggiunto Aung nella nota.

“E’ incoraggiante che le autorità abbiano deciso di aprire un’inchiesta su questo caso, e di prevedere punizioni contro i responsabili”, il commento di Matthew Smith, direttore dell’organizzazione per i diritti umani, in un comunicato diffuso stamani.

“Rappresenta un banco di prova per il governo- ha proseguito- per dimostrare che l’Esercito non è al di sopra della legge. E’ il momento migliore per cominciare a porre fine all’endemica cultura dell’impunità dei militari”. Le Forze armate, che hanno guidato saldamente il paese per circa 25 anni, sono accusate da molte parti di violenze, torture e abusi molto gravi contro i civili. Nel mirino degli attacchi finiscono soprattutto le minoranze etniche. La popolazione del Myanmar si presenta come estremamente eterogenea, divisa al suo interno in circa 130 comunità. Aung, che a marzo del 2016 è riuscita ad arrivare al governo vincendo le elezioni col suo partito, ha fatto del processo di riconciliazione nazionale uno dei punti fermi del suo programma politico. Ha già indetto due appuntamenti del tavolo di dialogo nazionale, uno dei quali si è concluso due giorni fa in un nulla di fatto.

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