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Turchia. Scandalo pedofilia in ente vicino ad Akp

"L'imposizione di un silenzio stampa assoluto sulle indagini in corso dal 14 marzo- spiega Global Voices- ha oscurato molti elementi del caso"

Pubblicato:01-04-2016 18:03
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:30

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ROMA – Uno scandalo ha coinvolto l’organizzazione turca conservatrice “Ensar Foundation”, ente di beneficienza vicino al partito di governo. La denuncia, proveniente dal quotidiano indipendente on-line “BirGun” e ripresa questa settimana sul sito “Global Voices”, parla di abusi sessuali di cui sarebbero state vittime “dozzine di minorenni”. “L’imposizione di un silenzio stampa assoluto sulle indagini in corso dal 14 marzo- spiega Global Voices- ha oscurato molti elementi del caso”. Il 12 marzo, comunque, “è apparsa la notizia dell’arresto di un insegnante sospettato dello stupro di almeno 10 minori, secondo polizia e procuratori di stato”.

I media, compresi alcuni media filo-governativi, hanno riferito di 45 vittime tra i nove e i dieci anni, ma la fonte di questa cifra non è stata resa nota. La Ensar Foundation è specializzata nell’educazione religiosa e, secondo Global Voices, ha grandemente beneficiato degli aiuti statali da quando, nel 2012, è stata riconosciuta dal governo come “opera di interesse pubblico”. Sia il premier Recep Tayyip Erdogan che sua moglie hanno tenuto discorsi durante eventi della “Ensar” fino allo scorso febbraio, e anche il loro figlio Bilal, era vicino all’organizzazione, per la quale aveva espresso parole di elogio, così come il primo ministro Davutoglu. La fondazione, si legge sul portale Daily Sabah- Turkey, ha negato qualsiasi legame con l’insegnante incriminato, aldilà di una sua breve collaborazione come volontario. Ad oggi, su change.org, sono più di 300mila i firmatari della petizione che chiede le dimissioni del ministro della famiglia e delle politiche sociali, Sema Ramazanoglu che avrebbe parlato degli abusi sessuali come di “un caso isolato”. Dopo un rifiuto iniziale, l’AKP ha accettato la proposta dell’opposizione di formare una commissione parlamentare d’inchiesta sull’abuso dei minori. Alla decisione ha contribuito una tempesta di tweet con l’hashtag #ChildAbusersProtectedInTurkey.

di Giulia Beatrice Filpi


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