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Lavoro nero e caporalato, irregolare il 63% delle aziende ispezionate

I lavoratori irregolari accertati sono oltre 186 mila, mentre i contributi e premi evasi accertati ammontano a oltre un miliardo di euro

Pubblicato:01-03-2017 13:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:57

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ROMA – Nel 2016 gli ispettori del Ministero del Lavoro, Inps e Inail hanno ispezionato oltre 191 mila aziende riscontrando irregolarita’ nel 63% dei casi. E’ il dato, in linea con quello dell’anno precedente, illustrato oggi dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

I lavoratori irregolari accertati sono oltre 186 mila, mentre i contributi e premi evasi accertati ammontano a oltre un miliardo di euro.

I controlli si sono concentrati in particolare nel contrasto al lavoro sommerso, erogando più di 43.000 sanzioni con un incremento del 3,6% rispetto al 2015. Per la prima volta poi, grazie alla nuova normativa, gli ispettori hanno agito nel contrasto al caporalato, effettuando in agricoltura 8.042 ispezioni riscontrando un tasso di irregolarità superiore al 51% con 5.512 lavoratori irregolari di cui quasi 4 mila in nero; sono stati infine adottati 349 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale.


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Poletti sottolinea che grazie al ispettorato nazionale unico che mette insieme le forze del Ministero del Lavoro, Inps e Inail “limiteremo gli accessi plurimi nelle stesse aziende, riducendo così gli elementi di disagio per le imprese”. Rispetto al numero degli ispettori, leggermente in calo rispetto all’anno precedente, Poletti sottolinea che nell’ambito della riforma Madia “è giusto che il tema del lavoro e della sicurezza venga inserito nelle priorità rispetto a un aumento delle forze in campo”. Oltre al lavoro nero e al caporalato le ispezioni hanno individuato diversi illeciti nell’ambito delle esternalizzazioni con un incremento del 39%. Rispetto poi al mondo delle cooperative su un totale di 3.954 aziende ispezionate 2.106 sono risultate irregolari. Arrivando al tema caldo dei voucher, i lavoratori irregolari individuati dalle ispezioni nel 2016 sono stati 2.700; nel periodo dal 8 ottobre al 31 dicembre con l’entrata in vigore delle nuove norme sulla tracciabilità è stata riscontrata la violazione dell’obbligo di comunicazione per un numero di 284 lavoratori e le relative sanzioni amministrative sono arrivate a 227.200 euro, il che, segnala il Ministero, “equivale a un sostanziale rispetto dell’obbligo”.

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